Crisi del debito: ecco perché l’Italia non può fallire

Come si fa a salvare un Paese che ha un debito pubblico che, poco ci manca, è pari a duemila miliardi di euro? Il Paese di cui stiamo parlando, se non si fosse capito, è l’Italia! Ebbene, è praticamente impossibile parlare di salvataggio dell’Italia visto che il suo fallimento innescherebbe il “default mondiale“. Questo è quanto titola IlFattoQuotidiano riprendendo le dichiarazioni di Alain Minc, economista francese nonché uno dei consiglieri di punta di Nicolas Sarkozy, il Presidente francese. Anche per questo probabilmente la Bce nei giorni scorsi è scesa in campo facendo shopping di Btp, che si sono subito impennati sul mercato secondario provocando l’effetto benefico relativo alla riduzione dello spread con il Bund. Bene, l’Italia è un Paese non salvabile, è per i cittadini che ci vivono è un bene.

America Movil: Carlos Slim batte i titoli governativi messicani

Carlos Slim, il nome forse suonerà nuovo a molte persone, ma si tratta di una delle figure più carismatiche della finanza mondiale: questo miliardario di nazionalità messicana sta infatti attirando su di sé le attenzioni di moltissimi investitori, fortemente interessati a ricercare il miglior bene rifugio che li tenga al riparo dalle principali piazze, mai così turbolente come in questo preciso momento storico. La società che fa capo a questo personaggio è America Movil e la situazione attuale ha consentito addirittura una netta prevalenza dei titoli obbligazionari dell’azienda rispetto ai titoli di Stato. Slim ha battuto dunque il governo di Città del Messico? Le ultime performance dei bond consentono di rispondere in maniera affermativa a questa domanda: il ritorno economico del gruppo, attivo nel campo della telefonia mobile, ha subito un calo più sostanzioso di quello dei titoli governativi, segno che l’affidabilità economica può essere trovata più facilmente in questo tipo di strumenti.

MutuiOnline: ricavi semestrali spiccano il volo

Si è chiuso in netta crescita il primo semestre del 2011 per il Gruppo quotato in Borsa a Piazza Affari MutuiOnline S.p.A.. Il Consiglio di Amministrazione della società ha infatti esaminato ed approvato i dati al 30 giugno del 2011, caratterizzati in particolare da un balzo dei ricavi del 51,3% a 36,2 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo, in particolare, grazie all’incremento pari al 78,8%, anno su anno nel semestre, del giro d’affari, della divisione BPO, e del +35,9% che ha fatto registrare la divisione Broking. Luce verde anche per il risultato operativo, balzato nel semestre del 37,8% a 14,4 milioni di euro rispetto ai 10,4 milioni di euro del primo semestre del 2010. Di riflesso, a chiusura del semestre il risultato netto attribuibile ai soci dell’Emittente ha fatto registrare un’impennata del 32,1% a 9,7 milioni di euro rispetto ai 7,3 milioni di euro del periodo da gennaio al mese di giugno dell’anno 2010.

Saras: effetti contenuti dalla crisi libica

Nel primo semestre del 2011 gli effetti legati alla crisi libica per Saras sono stati contenuti. Ad affermarlo è stato Gian Marco Moratti, il Presidente di Saras, in concomitanza con la comunicazione al mercato dei dati semestrali, caratterizzati in particolare da un giro d’affari che, a 5,3 miliardi di euro, è cresciuto del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo grazie sia all’ascesa dei prodotti petroliferi, sia ai maggiori ricavi che la società ha conseguito dai comparti della raffinazione e del marketing. Al riguardo proprio il Presidente ha sottolineato come nel primo semestre del 2011 la società abbia adottato una politica accorta per quel che riguarda l’approvvigionamento, così come effetti positivi ha generato l’integrazione commerciale tra le società del comparto marketing e la Capogruppo.

Kuwait: la GIC arricchisce la propria gamma di sukuk

La Gulf Investment Corporation del Kuwait, compagnia meglio nota con l’acronimo Gic, ha deciso di emettere ben 253 milioni di dollari in sukuk: i titoli obbligazionari in questione beneficeranno di una nuova scadenza e andranno a integrare idealmente l’offerta già esistente di 1,18 miliardi di dollari e con un arco temporale previsto di venti anni. Si tratta, a conti fatti, del secondo bond che la società finanziaria lancia nel corso di quest’anno. Non si tratta di una semplice azienda, ma di uno dei principali azionisti del Gulf Cooperation Council. In questa occasione si è deciso di puntare su una maturazione più breve rispetto a quella precedente, vale a dire cinque anni, ma bisogna anche ricordare, volendo elencare le principali caratteristiche del prodotto, il pagamento semestrale di una cedola pari al 4,9%, così come specificato in modo molto chiaro dal comunicato ufficiale.

Qatar ed Emirati Arabi, gli approdi sicuri per un investimento

Qatar e Abu Dhabi, sono queste le due piazze finanziarie arabe su cui si concentrano le maggiori attenzioni degli investitori: si tratta, rispettivamente, dell’economia mondiale col più rapido ritmo di crescita e del centro in cui gli obbligazionisti preferiscono collocare i loro prodotti. In pratica, si sta parlando delle due più valide alternative al continente europeo, funestato da una crisi del debito senza precedenti. Nel dettaglio, il rendimento medio dei bond del Golfo Persico è sceso di tre punti base (-0,003%) nel corso dell’ultimo mese, attestandosi a quota 4,719 punti percentuali, secondo quanto rilevato da Hsbc. I ritorni economici relativi ai titoli sovrani del Qatar denominati in dollari hanno invece sfiorato i loro minimi la scorsa settimana: il confronto più interessante è stato senza dubbio quello con i medesimi strumenti messi a disposizione dalla Polonia e dall’Ungheria.

Conti deposito e pronti contro termine sempre più appetibili

Ormai da diverse settimane nel nostro Paese i risparmiatori si sono accorti che l’investimento in titoli di Stato non è più “tranquillo” come un tempo. La speculazione è stata tale che da ieri è addirittura intervenuta la Bce, Banca centrale europea, nell’acquistare titoli di Stato italiani e spagnoli per arginare le pressioni speculative sui rispettivi debiti sovrani, e per far scendere di conseguenza il differenziale di rendimento con il Bund tedesco. Di riflesso si è alla ricerca di porti sicuri dove investire, che non comportino oscillazioni di mercato, e che offrano, anche se basso, un rendimento chiaro, certo e senza brutte sorprese. Ecco che allora la liquidità, con la Borsa che tra l’altro è sempre più “pericolosa” e rischiosa, sta tendendo a confluire in prodotti del risparmio postale, come ad esempio i buoni fruttiferi, ma anche nei pronti contro termine.

Cattolica Assicurazioni: premi danni in crescita nel primo semestre

Nel primo semestre del 2011 la raccolta premi consolidata di Cattolica Assicurazioni si è attestata a 2,08 miliardi di euro, frutto di un +2,1% di crescita dei premi danni, e di un -39,7% della raccolta del ramo vita. A darne notizia è stata proprio la società quotata in Borsa a Piazza Affari in concomitanza con l’esame e l’approvazione dei dati H1 2011 da parte del Consiglio di Amministrazione, da cui è in particolare emerso, tra l’altro, un andamento positivo per quel che riguarda la gestione industriale. Rispetto al 30 giugno dell’anno 2010, l’utile netto consolidato H1 2011 di Cattolica Assicurazioni si è attestato a 25 milioni di euro, che salirebbero a 38 milioni di euro escludendo due voci: l’effetto legato alla maggiorazione dell’aliquota sull’imposta regionale sulle attività produttive (Irap), e la svalutazione dei titoli di Stato della Grecia.

Agenzie di rating bocciano le economie occidentali

In America come in Europa aleggia lo spettro di una nuova fase di rallentamento dell’economia, che potrebbe sfociare in una nuova fase di recessione. Anche per questo l’Agenzia di rating S&P nello scorso weekend ha abbassato il rating sul debito dell’America. Gli Stati Uniti, per la prima volta nella loro storia, non hanno più la tripla AAA, il che significa che non è più il Paese più affidabile al mondo nel rimborsare il proprio debito. L’innalzamento del tetto sul debito, raggiunto a fatica nei giorni scorsi, non è così passato inosservato a fronte di un’economia statunitense che è ancora fragile e che, con a capo l’Amministrazione guidata dal Presidente Barack Obama, è chiamata per i prossimi anni ad affrontare delle sfide difficili.

Lituania: Bank Snoras investirà nei Basketball Bond

La Lituania non vanta grandissime tradizioni sportive, tranne che nel basket: il campionato nazionale è pronto a riprendere il via ed è proprio per questo motivo che Bank Snoras, uno dei principali istituti di credito del paese, ha deciso di offrire un innovativo metodo di investimento sicuro. Si tratta, in pratica, di una nuova opportunità volta a sfruttare i cosiddetti Basketball Bond. Il rendimento dei prodotti in questione sarà tanto più ampio quanto maggiore sarà la posizione del team nel campionato di questo sport; nel caso, poi, di una vittoria di medaglie d’oro da parte della squadra nazionale, allora il ritorno economico dei titoli arriverà fino al 20% della somma investita inizialmente. Lo strumento è quindi pensato appositamente per i fan accaniti della pallacanestro, ma non solo.

Assicurazioni Generali: risultato operativo H1 2011 in crescita

Grazie al risultato del segmento danni, cresciuto del 36,6%, il Gruppo assicurativo Generali nel primo semestre del 2011 ha riportato una crescita del risultato operativo del 12,7% a 2,4 miliardi di euro. A darne notizia è stata proprio la società quotata in Borsa a Piazza Affari in concomitanza con l’esame e l’approvazione dei dati H1 21011 da parte del Consiglio di Amministrazione, da cui è in particolare emersa una crescita generalizzata delle performance industriali. In particolare, il risultato operativo vita nel periodo è cresciuto del 6,1% a 1,7 miliardi di euro a fronte di un utile netto che si è attestato comunque in contrazione, dai 873 milioni di euro dell’H1 2010 ai 806 milioni di euro al 30 giugno del 2011; questo, in particolare, per effetto di svalutazioni nette per complessivi 283 milioni di euro legate alle obbligazioni della Grecia ed alla partecipazione in Telco. Bene i premi danni nel semestre, che crescono del 2% grazie allo sviluppo delle linee auto e retail in accordo con quanto messo in risalto da Generali S.p.A. con una nota.

Gabetti convoca Assemblea Straordinaria Azionisti

Ai fini della copertura delle perdite, il Consiglio di Amministrazione di Gabetti Property Solutions, società quotata in Borsa a Piazza Affari ed attiva nel settore immobiliare, ha deliberato per la convocazione per l’Assemblea Straordinaria degli Azionisti. A darne notizia è stata la società in concomitanza con l’esame e l’approvazione, sempre da parte del CdA di Gabetti Property Solutions, dei dati del primo semestre del 2011, caratterizzati da un forte rialzo dell’Ebitda, pari al 56% rispetto allo stesso periodo del 2010. Bene anche l’indebitamento finanziario, che ha fatto registrare nel periodo un calo di 21,6 milioni di euro, a 147,9 milioni di euro, rispetto ai 169,5 milioni di euro di indebitamento finanziario alla data del 31 dicembre del 2010. Il risultato netto consolidato invece peggiora, passando dai -7,2 milioni di euro al 30 giugno 2010, ai -14,1 milioni di euro del primo semestre del 2011. Su questo indicatore, in accordo con un comunicato ufficiale emesso da Gabetti Property Solutions, hanno pesato 7,6 milioni di euro di accantonamenti per rischi e svalutazioni.

Icbc punta all’acquisizione della filiale argentina di Standard Bank

Industrial & Commercial Bank of China, istituto meglio conosciuto con l’acronimo Icbc, oltre che uno dei più proficui prestatori a livello globale, si è accordata per il pagamento di seicento milioni di dollari: la somma in questione dovrebbe consentire alla banca cinese di assicurarsi alcuni assets controllati attualmente da Standard Bank Group in Argentina. A conti fatti, l’intera operazione verrebbe a caratterizzare il maggior rilevamento aziendale degli ultimi tre anni. Icbc pagherà quindi del denaro cash per ottenere una partecipazione dell’80% della filiale sudamericana. Tra l’altro, non bisogna dimenticare che il gruppo di Pechino si sta accordando anche con Standard Bank London Holdings Plc per pianificare un investimento di cento milioni di dollari, sempre in Argentina e al termine della transazione a cui stiamo facendo riferimento.

Gli investitori finanziari preferiscono le opzioni alle azioni

I prezzi delle opzioni in India sono aumentati fino al loro livello massimo degli ultimi due anni e mezzo: di conseguenza, anche i volumi finanziaria sono incrementati in maniera sensibile, dato che gli investitori sono alla ricerca di maggiore protezione contro gli ulteriori declini registrati nei prezzi dei titoli azionari. Un esempio illuminante su tutti è quello dell’India Vix, strumento che è stato strutturato per proteggersi dalle perdite dell’S&P Cnx Nifty Index: questo riferimento è infatti cresciuto di ben venticinque punti percentuali nel corso degli ultimi due anni e mezzo, un rialzo che non può certo essere casuale. I premi, i prezzi e i volumi, inoltre, stanno crescendo a causa della persistente crisi del debito europeo e del rallentamento dell’economia americana; in particolare, la volatilità non sembra voler abbandonare i mercati, quindi questo vuol dire che i trader stanno acquisendo nuovi tipi di certezze.