Crisi del debito: ecco perché l’Italia non può fallire

Come si fa a salvare un Paese che ha un debito pubblico che, poco ci manca, è pari a duemila miliardi di euro? Il Paese di cui stiamo parlando, se non si fosse capito, è l’Italia! Ebbene, è praticamente impossibile parlare di salvataggio dell’Italia visto che il suo fallimento innescherebbe il “default mondiale“. Questo è quanto titola IlFattoQuotidiano riprendendo le dichiarazioni di Alain Minc, economista francese nonché uno dei consiglieri di punta di Nicolas Sarkozy, il Presidente francese. Anche per questo probabilmente la Bce nei giorni scorsi è scesa in campo facendo shopping di Btp, che si sono subito impennati sul mercato secondario provocando l’effetto benefico relativo alla riduzione dello spread con il Bund. Bene, l’Italia è un Paese non salvabile, è per i cittadini che ci vivono è un bene.

In pratica il nostro fallimento coinciderebbe in sostanza col mettere una pietra tombale sul capitalismo moderno; insomma, il fuoco della crisi arde, ma si farà di tutto per spegnerlo. E se non basteranno le lettere della Bce inviate al Governo, di sicuro da Bruxelles sono pronti ad interventi decisamente più invasivi.

Intanto nei prossimi giorni finalmente si saprà con certezza il contenuto del Decreto che anticipa di un anno il pareggio di bilancio, dal 2014 al 2013. Nella giornata di ieri è intervenuto il Ministro Tremonti in Parlamento dopo aver deluso le parti sociali che s’aspettavano maggiori aperture sui contenuti del provvedimento. Ieri la posizione del Ministro è stata identitica sia perché quando ha parlato i mercati erano aperti, sia perché ancora manca la quadratura all’interno della maggioranza del Governo di centrodestra. In particolare, al momento viene data quasi per certa la revisione della tassazione delle rendite finanziarie, con l’esclusione di quella sui titoli di Stato, mentre ci sono più attriti all’interno della maggioranza per quel che riguarda gli interventi da attuare sulle pensioni.

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