Spread Btp-Bund sale dopo asta titoli tedeschi

Dopo un’apertura dei mercati incerta ed un crollo verticale il mercato azionario è stato vagamente stabilizzato dall’asta dei titoli del debito Tedeschi, anche se per poco tempo. L’asta del Bund decennale offerto in tarda mattinata ha trovato una domanda congrua e decisamente sopra le aspettative assolutamente negative che fino a qualche ora prima preoccupavano gli investitori. Il rendimento è sceso ulteriormente e si è confermato intorno a 1.93% per il titolo a 10 anni più famoso d’Europa.

La leggera flessione del Bund ha allargato ovviamente lo spread che misura la distanza di rendimento con gli altri titoli del debito Europei, così che per un attimo il differenziale con il Btp a 10 anni italiano è salito fino a quota 505 per poi ritracciare velocemente intorno a 500. 

Investire in Oro 2012

Dopo l’investimento nel “mattone”, che nonostante tutti i problemi del caso viene sempre considerato “sicuro“, nella classifica delle preferenze degli investitori Italiani abbiamo l’Oro; il bene di rifugio per eccellenza è sempre più richiesto vista l’incertezza dei mercati ed i canali per investire nel prezioso metallo raro si moltiplicano ogni giorno.

Innanzitutto abbiamo il future sul Gold, che definisce il prezzo sulle varie Piazze ed ha una mole di volumi di contrattazione tale per cui in qualsiasi momento possiamo comprare qualsiasi quantità di contratti. A seguire ci sono tutti gli altri prodotti finanziari meno “speculativi” ed adatti a tutte le tasche, che prendendo il valore direttamente dal future di riferimento diventano oggetto di scambio sotto forma di ETF o CFD tramite gli operatori specializzati.

Previsione prezzo Oro

Unicredit si appresta a varare l’aumento di capitale

La giornata odierna sarà campale per Unicredit: il gruppo bancario ha infatti avviato proprio in mattinata il consiglio di amministrazione, il quale avrà il compito di varare il prezzo finale e definitivo dell’aumento di capitale, una operazione che prevede un importo complessivo di 7,5 miliardi di euro. Si può dunque ben capire l’importanza di un momento simile, con i vertici che sono ovviamente tutti presenti, dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni al direttore generale Roberto Nicastro, passando per Carlo Pesenti, consigliere dell’istituto di credito di Piazza Cordusio. Per il momento, comunque, ci si può affidare solamente alle indiscrezioni. Quelle più interessanti riguardano, in particolare, l’arrivo in prima battuta del vice presidente vicario di Unicredit, Luigi Castelletti, mentre si sa anche che diversi consiglieri saranno “presenti” virtualmente, attraverso una opportuna conference call.

National Bank of Greece propone il riacquisto dei propri bond

La National Bank of Greece, maggior prestatore della nazione ellenica, ha offerto il riacquisto di circa 2,5 miliardi di dollari in titoli obbligazionari e azioni ibride: la mossa è volta, in particolare, a potenziare il capitale del gruppo e fronteggiare in maniera adeguata la crisi del debito sovrano che continua a sconvolgere il continente europeo. Il buy back in questione andrà a riguardare 1,5 miliardi di euro di strumenti con un rendimento pari a 3,875 punti percentuali. Si tratta, nello specifico, di covered bond in scadenza nel 2016 (la scadenza sarà quindi quinquennale), senza dimenticare le cinque serie di azioni privilegiate che saranno denominate in euro, dollari e sterline.

Perchè la Germania non è in crisi?

Con tutto il vociferare intorno a questa crisi dell’Eurozona, ci sono degli aspetti che rischiano di essere sottovalutati mentre invece meriterebbero le prime pagine dei telegiornali (che per il momento si guardano bene dal fare questo tipo di servizi). Grazie all’informazione libera del web però riusciamo sempre ad essere informati su praticamente tutto quello che succede nel mondo, anche se “ricomporre” il complicato puzzle della crisi e del rischio di recessione dell’Eurozona è veramente difficile.

In tutto questo, che posizione ha la Germania? Perchè è il punto di riferimento per l’Europa e perchè sembra che non sia in crisi? La risposta potrebbe benissimo essere dentro la domanda, più precisamente dentro la parola “sembra” che mette un grande interrogativo di fronte alla facciata che la Germania riesce a conservare di fronte a tutto il mondo.

Hedge Found contro l’Eurozona

Ormai sappiamo che negli ultimi anni l’importanza sul mercato finanziario degli Hedge Found è cresciuta a dismisura, quasi a pari passo con la potenza delle agenzie di rating; sono infatti loro che riescono a creare vere e proprie bolle speculative che in poco tempo si “sgonfiano” alla stessa velocità con cui sono salite e ne abbiamo avuta la prova con il Petrolio e l’Oro poco tempo fa’.

L’ottica di investimento altamente orientata al massimo profitto nel minor tempo possibile, anche a costo di caricarsi di rischi molto alti, costringe ad un continuo ricircolo dei portafogli che però spostano in questo modo ingenti capitali da una parte all’altra dei mercati telematici ad una velocità insostenibile. Questo se da un lato alza la volatilità di medio-breve periodo, creando più occasioni per il trading di breve, dall’altro confonde il lungo periodo senza più far distinguere tendenze fondamentali da bolle speculative.

Etf Securities lancerà a breve 53 Etc su Borsa Italiana

Etf Securities ha scelto la data del prossimo 4 gennaio (fra due giorni esatti quindi) e la piattaforma di Borsa Italiana per lanciare ben cinquantatre Exchange Traded Commodities: nello specifico, tale emissione è stata garantita dal segmento Commodity Securities della compagnia in questione, con una diversificazione a seconda del prodotto o del titolo a cui fare riferimento per conoscere il rendimento finale. Il comparto di quotazione di questa offerta sarà quello dedicato agli strumenti finanziari derivati di tipo cartolarizzato, vale a dire gli Exchange Traded Commodities (Etc) e gli Exchange Traded Notes (Etn).

Calendario emissioni 2012 titoli di Stato: ecco le novità

Con la pubblicazione del calendario delle emissioni per il 2012 dei titoli di Stato, il Direttore del Debito Pubblico Maria Cannata ha allegato due righe per spiegare in breve le novità che caratterizzeranno le emissioni del nuovo anno.

La prima di tante varianti introdotte riguarda le comunicazioni di medio-lungo termine che vedranno (finalmente) occupare un solo giorno invece di due per ogni emissione; in precedenza avevamo due comunicazioni a distanza ravvicinata (2 giorni) che insieme racchiudevano tutte le informazioni necessarie per identificare l’entità dell’asta, mentre da questo Gennaio 2012 in poi la comunicazione sarà una sola.

Nuovi Buoni Fruttiferi Postali di Gennaio 2012

Arriva puntuale la comunicazione della Cassa dei Depositi e Prestiti che avvia le emissioni di Buoni Fruttiferi Postali per questo nuovo anno appena iniziato. Nei dettaglio le otto nuove serie sottoscrivibili sono “T04”, “P52”, “X20”, “M67”, “J20”, “D25”, “Z06” e “B87” e vanno a sostituire le precedenti “T03”, “P51”, “X19”, “M66”, “J19”, “D24”, “Z05” e “B86” di Dicembre scorso aprendo ufficialmente le sottoscrizioni di questo 2012 senza novità particolari.

Nel 2011 di novità invece ne abbiamo avute; due nuove serie che nella seconda metà dell’anno sono state introdotte e completano la scelta attuale dando un valore aggiunto ad un prodotto che sembra destinato a dominare ancora la scena degli investimenti “all’Italiana”. Le due serie in questione sono identificate con i codici “Txx” e “Zxx” di cui ora andiamo a vedere i dettagli per ricordare come funzionano i due Buoni introdotti lo scorso anno.

Sukuk, il 2012 sarà all’insegna dell’Arabia Saudita

Il continente asiatico e l’Arabia Saudita in particolare saranno inevitabilmente i due dominatori incontrastati del mercato dei sukuk nel corso del 2012: tra l’altro, questa leadership sarà caratterizzata anche da un’altissima qualità per quel che concerne i prodotti in questione, notoriamente conformi alla legge islamica della Shariah, e gli stessi emittenti, con un ottimo debito sovrano.

Investire nel Petrolio nel 2012

La domanda del momento è se il Crude Oil sarà un buon investimento anche nel 2012, visto che dopo lo scoppio della bolla speculativa del 2008 il prezzo dell’Oro Nero è rimasto in un laterale ad ampio range senza soluzione. Prima di rispondere a questo interrogativo chiariamo immediatamente un concetto estremamente importante; il legame tra prezzo di mercato (quindi tutto ciò che riguarda gli strumenti finanziari) e prezzo dei prodotti derivati (quindi carburanti e quant’altro) del Petrolio ormai non esiste più. Il prezzo di mercato è sempre deciso dalla domanda e dall’offerta, che dipendono a loro volta da una miriade di fattori) mentre per quanto riguarda i prezzi dei prodotti derivati, i fattori che influenzano l’andamento sono ben diversi. Ovviamente stiamo parlando in particolare della benzina; quando nel 2008 il petrolio era all’apice della bolla speculativa (che sul grafico del future rettificato corrisponde ad un valore di circa 190$ al barile) i carburanti alla pompa viaggiavano intorno a 1.35-1.40 euro al litro. Ora il petrolio è sotto quota 100$ secondo il grafico del Crude Oil future e la benzina in Italia ha sfondato quota 1.70 euro al litro. 

Il 2011 si chiude in negativo per l’industria degli hedge fund

In che condizioni di salute versano gli hedge fund internazionali? La situazione del settore non è molto incoraggiante, almeno secondo quanto trapela dall’ultima ricerca che è stata condotta da Morningstar, società attiva proprio nelle analisi di tipo finanziario: nel dettaglio, quello che stupisce è soprattutto il dato relativo ai deflussi del mese di ottobre, ben due miliardi di dollari che rappresentano il livello più basso da quasi due anni e mezzo, quindi dai tempi della precedente recessione economica. Gli investitori stanno dunque penalizzando questi prodotti ed è utile comprendere il motivo di un trend simile.

I futures sul gas naturale scendono al livello più basso dal 2009

I contratti futures sul gas naturale sono scesi al di sotto dei tre dollari per unità termali britanniche a New York: è la prima volta dopo oltre due anni che il clima mite che sta caratterizzando gli Stati Uniti e non solo e l’aumento della produzione hanno contribuito a un surplus per quel che concerne l’offerta. Tra l’altro, lo stesso gas ha fatto registrare un calo di 1,2 punti percentuali nel corso del trading elettronico, dopo che l’Energy Department a stelle e strisce aveva annunciato di recente un declino delle scorte inferiore rispetto alle precisioni. Nel dettaglio, le stesse scorte sono giunte ormai a quota 3.458 trilioni di piedi cubi, con un ribasso complessivo di almeno ottantuno miliardi.

Investire nei diamanti nel 2012

Un diamante è per sempre, come si è soliti dire: l’affermazione, inoltre, calza a pennello anche per i relativi investimenti finanziari. Come si può strutturare il proprio portafoglio nel nuovo anno pensando di focalizzare l’attenzione sulle gemme più lucenti? Questa correlazione potrà stupire, ma in realtà, oltre a un raffinato complemento della vanità femminile, i diamanti rappresentano un investimento piuttosto sicuro. Inoltre, un altro pregio è il completo anonimato che esso garantisce, senza dimenticare i rendimenti piuttosto elevati, un fattore da non trascurare in questi tempi di crisi economica. A questo punto, però, ci si può chiedere se non serva forse un capitale troppo al di sopra delle potenzialità di molti soggetti per investire in questa maniera.