Il 2011 si chiude in negativo per l’industria degli hedge fund

In che condizioni di salute versano gli hedge fund internazionali? La situazione del settore non è molto incoraggiante, almeno secondo quanto trapela dall’ultima ricerca che è stata condotta da Morningstar, società attiva proprio nelle analisi di tipo finanziario: nel dettaglio, quello che stupisce è soprattutto il dato relativo ai deflussi del mese di ottobre, ben due miliardi di dollari che rappresentano il livello più basso da quasi due anni e mezzo, quindi dai tempi della precedente recessione economica. Gli investitori stanno dunque penalizzando questi prodotti ed è utile comprendere il motivo di un trend simile.

Anzitutto, bisogna sottolineare come le peggiori performance siano state fatte registrare dalle categorie “global” e “macro”. Lo stesso discorso vale anche per i fondi di fondi, nonostante si debba tener conto dei numerosi esordi che hanno caratterizzato il 2011 del comparto. In effetti, se si analizzano bene le stime, ci si accorge che nei soli Stati Uniti i nuovi lanci sono stati ben ventinove, per un importo complessivo di dieci miliardi di dollari; in Europa, invece, il totale è stato pari a quarantacinque offerte nuove di zecca, mentre il continente asiatico si è attestato a quota ventiquattro. Non si sono salvati nemmeno i rendimenti, con segni negativi troppo frequenti. C’è però anche da sottolineare un fatto piuttosto importante, vale a dire la maggiore protezione garantita dagli hedge fund rispetto ai titoli azionari. Che cosa si ottiene dal confronto tra le varie regioni del mondo?

I mercati emergenti non hanno garantito dei buoni andamenti: a novembre, ad esempio, le performance sono state pessime, in particolare a causa dei timori diffusi per quel che concerne la crescita economica della Cina. Nel Vecchio Continente, invece, le perdite sono state più contenute e il bicchiere può essere considerato senza dubbio mezzo pieno, dato che tali risultati sono stati conseguiti a fronte dei fortissimi rischi default di moltissimi paesi dell’eurozona (oltre all’Italia, anche la Grecia e la Spagna).

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