Sukuk, il 2012 sarà all’insegna dell’Arabia Saudita

Il continente asiatico e l’Arabia Saudita in particolare saranno inevitabilmente i due dominatori incontrastati del mercato dei sukuk nel corso del 2012: tra l’altro, questa leadership sarà caratterizzata anche da un’altissima qualità per quel che concerne i prodotti in questione, notoriamente conformi alla legge islamica della Shariah, e gli stessi emittenti, con un ottimo debito sovrano.

Gli scopi più gettonati, almeno secondo gli outlook più in voga in questi ultimi tempi, saranno i finanziamenti di infrastrutture e i progetti che andranno a contemplare settori come quello petrolifero, il gas, il petrolchimico e i trasporti. Le previsioni possono dunque sembrare molto luminose, in particolare se si va a considerare con la massima attenzione il comparto finanziario dei bond denominati in ringgit (la moneta ufficiale della Malesia). Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che l’importo complessivo di tali quotazioni raggiungerà una quota compresa tra i cinquanta e i sessanta miliardi di ringgit, vale a dire circa il 70% delle emissioni complessive per l’intero 2012. Le maggiori preferenze, inoltre, andranno a due strutture specifiche, vale a dire la Wakala e la Ijara. Vi sono anche delle attese molto forti per quel che concerne i paesi che appartengono all’area dell’Asia-Pacifico, ma anche dal Kazakistan (celebre per i suoi giacimenti di gas, una scelta strategica quindi) e possibilmente da qualche nazione africana.

Le prossime due settimane saranno più che decisive in questo senso nella stessa Malesia, visto che sarà varato un progetto infrastrutturale molto importante, il Projek Lebuhraya Utara-Selatan Berhad (detto anche semplicemente Plus), con un ammontare complessivo di ben 34,35 miliardi di ringgit che finanzieranno ogni singola operazione. Questo piano sarà attivo in una struttura totale di 973 chilometri di strade e progetti urbani della penisola asiatica, facendo riferimento anche al confine con la Thailandia e la parte settentrionale di Singapore, andando a toccare pertanto le principali e più grandi città della zona presa in considerazione.

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