Primo semestre 2012 da record per i sukuk

Il Financial Times ne è più che convinto: visto che gli investitori mondiali sono intenzionati a rafforzare e aumentare i loro rendimenti, c’è un segmento ben preciso del mercato che li attrae per diversi motivi. Si tratta del segmento dei sukuk, gli strumenti di debito emessi in conformità alle leggi della Shariah, strutturati per fornire un ritorno economico regolare che assomiglia molto a un interesse, ma che non può essere quest’ultimo, in quanto la religione islamica lo vieta in maniera espressa. Il 2012 è già stato caratterizzato da 17,4 miliardi di dollari per quel che concerne le quarantacinque emissioni.

Nonostante il raffronto con i mercati convenzionali sia ancora impossibile, si tratta pur sempre della migliore emissione in assoluto in relazione al primo semestre di un anno; soltanto nel 2008 si ebbe un valore più alto, vale a dire quasi ventitré miliardi di dollari. Questa ondata di sukuk conferma un successo e una popolarità crescenti e gli analisti finanziari hanno cercato di spiegarli con varie cause. Anzitutto, gli investitori interessati ai sukuk sono prima di tutto investitori di religione musulmana, dunque possono beneficiare di un’ampia liquidità soprattutto nell’area mediorientale, grazie ai prezzi del petrolio, ma non solo. Questo ragionamento, però, non vale per la Malesia, il principale mercato in cui si scambiano tali titoli.

Le domande più forti sono giunte, quasi inevitabile come fatto, dai paesi che fanno parte del Gulf Cooperation Council (Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti) e che emettono dei prodotti denominati in dollari per meglio venire incontro alle richieste stesse. La crisi dell’eurozona è un altro fatto che sta contribuendo alla crescita di tale domanda, visto che molto denaro per investire nei sukuk proviene proprio dal Vecchio Continente. D’altronde, non esistono interessi, ma viene garantito comunque un flusso di pagamenti, tanto che in questa maniera la performance può essere equiparata a quella di un bond classico.

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