Su quali commodity investire a settembre 2012

L’estate 2012 era molto attesa dagli operatori finanziari, ma soprattutto dai principali policy makers mondiali che si aspettavano un nuovo deciso attacco della speculazione internazionale che teoricamente avrebbe potuto approfittare della mancanza di imponenti volumi di scambio per attaccare il debito sovrano dei paesi europei maggiormente in difficoltà. In realtà, luglio e agosto 2012 sarà ricordato quasi esclusivamente per il rally delle materie prime. Senza troppo clamore, le commodity hanno messo a segno importanti guadagni.

L’indice generale di settore Jefferies-Crb è salito di quindici punti percentuali, spinto soprattutto dal rally del petrolio. Il greggio americano, che a fine giugno scorso aveva toccato un minimo annuale in area 78 dollari al barile, ha registrato una performance davvero entusiasmante avvicinandosi nuovamente ai 100 dollari al barile. Il petrolio Wti ha guadagnato più del 23%. L’andamento del greggio è molto rilevante sotto diversi aspetti e rappresenta la variabile-chiave per i costi di produzione di molti comparti.

Il settore Energy conta per il 39% nell’indice generale delle materie prime, seguito da quello agricolo (34%) e poi dai metalli industriali (13%). Il bestiame e i metalli preziosi hanno un peso minore (7%). Molto più del petrolio si sono mossi al rialzo i prezzi delle materie prime agricole (mais, semi di soia, frumento), soprattutto a causa di una forte siccità negli Stati Uniti. Il mais ha guadagnato il 40% circa da fine giugno scorso. Per settembre, ma più in generale per i prossimi mesi, le banche d’affari hanno una visione non sempre unanime su tutte le materie prime.

Morgan Stanley resta positiva sul settore Agricoltura e sull’oro, ma invita alla prudenza sulle commodity legate al ciclo economico. La banca svizzera Ubs intravede segnali di deflazione dal mondo delle materie prime: consiglia di acquistare oro (che è tornato a sfiorare i 1.700$ l’oncia) e di scommettere sul ribasso del rame. Secondo BlackRock, nel breve periodo potrebbe esserci una correzione dei prezzi, ma i valori “resteranno storicamente elevati con picchi di breve termine provocati da shock sul lato dell’offerta” (come avvenuto ad agosto per le materie prime agricole).

Lascia un commento