Crediti a rischio banche italiane

Secondo quanto riportato da un recentissimo articolo condotto da Il Sole 24 Ore, in Italia i crediti a rischio detenuti dalle banche stanno crescendo con un ritmo certamente significativo. A conferma di ciò, è sufficiente dare un’occhiata alle semestrali appena pubblicate, e che stimano un incremento del credito deteriorato delle prime dieci banche italiane del 9,9 per cento nel corso dei primi sei mesi, per un controvalore in termini assoluti che passa dai precedenti 177,6 miliardi del 2011 ai 195,2 miliardi della metà del 2012.

La crescita, sottolinea l’articolo a firma di Maximilian Cellino, è sicuramente importante, che accentua i rischi del sistema bancario italiano, sebbene occorra considerare che dal primo gennaio 2012 i nuovi criteri di Basilea impongano di classificare come crediti deteriorati tutti gli sconfinamenti continuativi superiori ai 90 giorni, contro i precedenti 180 giorni. Un allargamento della platea di potenziali crediti scaduti che ha di fatto contribuito a far esplodere la statistica relativa all’andamento del deterioramento delle esposizioni di cui le banche risultano essere titolari.

Senza quest’effetto – ha invece affermato Gabriele Benedetto, senior manager di Value Partners – l’incremento dei crediti sarebbe intorno al 7 per cento, in rallentamento rispetto al 10,7 per cento del 2011, ma certamente non meno preoccupante di quanto riscontrato nel corso dello scorso anno.

Della grande torta del credito deteriorato delle banche italiane, la parte prevalente è rappresentata dalle sofferenze, che ammontano a 107,3 miliardi di euro, per il 55 per cento del valore complessivo del deteriorato, e per il 12,9 per cento dell’ammontare complessivo dei crediti. A seguire le partite incagliate, con un incremento del 9,1 per cento a 53,9 miliardi di euro. A seguire le esposizioni scadute e quelle ristrutturate.

Il futuro, complice la recessione in atto, non dovrebbe riservare gradite sorprese, anzi. È altamente probabile che il dato sul credito deteriorato possa peggiorare in maniera lineare e progressiva da qui fino alla fine dell’anno.

La situazione non è nuova. Ne parlammo anche un anno fa, negli stessi termini: Speculazione, rating e bilanci, bentornati dalle vacanze.

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