Svalutazioni banche 2012

Secondo quanto affermano gli analisti di Mediobanca, le difficoltà del sistema bancario europeo proseguiranno ancora nel breve e nel medio termine. Criticità che hanno fatto sentire il proprio peso sull’andamento della redditività delle attività delle aziende creditizie, con profitti dei maggiori istituti in flessione del 37,8 per cento a causa di svalutazione di avviamenti e di crediti. Mediobanca afferma infatti come gli utili netti aggregati delle 18 maggiori banche del Continente siano calati di oltre 14,5 miliardi di euro rispetto al 2011.

Il decremento – sottolineava poche ore fa il quotidiano La Repubblica, parlando del tema – “è avvenuto malgrado il 2011 fosse appesantito da svalutazione di titoli governativi greci per complessivi 9,1 miliardi e di avviamenti per 8,7 miliardi (quasi tutti a opera della sola Unicredit). L’elaborazione, a cura dell’ufficio studi R&S Mediobanca, risente di svalutazioni pari a 20 miliardi, al lordo delle imposte. Solo sei istituti su diciotto hanno registrato un marginale miglioramento dell’utile netto: in Italia, Unicredit è tornata positiva con un utile netto di 1,41 miliardi, in gran parte per merito di plusvalenze lorde sul riacquisto di propri titoli per 756 milioni. Simili utili una tantum anche per Intesa Sanpaolo (601 milioni), che così ha limitato il calo del risultato al 12,5% a 1,69 miliardi. Tra le banche più in arretramento ci sono il Santander (-66%), Bbva (-47,3%), Credit Suisse (-58,1%), Barclays (-88,8%) e Ing Group (-46,3%)” (a proposito, qui ci chiediamo se convenga investire in banche francesi).

La preoccupazione maggiore è tuttavia oggi rappresentata dalle perdite su crediti, che per Unicredit salgono a quota 5,12 miliardi (da 4,5 miliardi nei primi nove mesi del 2011), e che per Intesa Sanpaolo ammontano a 3,25 miliardi (da 2,2 miliardi).

Per quanto infine concerne le consistenze in titoli italiani, per le 20 banche analizzate il controvalore complessivo si sarebbe ridotto di 22,5 miliardi di euro. Ma non per le due italiane, conclude La Repubblica, “che seguendo la caratteristica tendenza “autarchica” degli ultimi 12 mesi hanno aumentato da 103 a 121 miliardi l’esposizione in Btp. Ciò anche grazie alle aste Ltro concesse dalla Bce a tasso di favore: Intesa Sanpaolo ha utilizzato il 39% di quei fondi per portarsi, a giugno, a 80,4 miliardi di portafoglio in Btp, mentre per Unicredit il dato è solo in lieve aumento a 41 miliardi (da 38,6)”.

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