Investire nelle banche francesi

L’investimento nelle banche francesi, che per lungo tempo ha rappresentato un approdo relativamente sicuro dei propri impieghi, ha variato significativamente la propria sostanza alla luce delle ingenti perdite che gli istituti di credito transalpini stanno raccogliendo in seguito alle svalutazioni sugli asset greci. È il caso di Credit Agricole, tra i maggiori big francesi del comparto, che ha dovuto chiudere il terzo trimestre con una perdita di 2,85 miliardi di euro, superiore alle attese, a causa dei costi di uscita dalla Grecia e di una serie di altre svalutazioni.

“Escludendo le poste straordinarie” – ricordava Reuters Italia facendo il punto sui conti pubblicati dalla società – “che includono anche la vendita delle attività di brokeraggio di Cheuvreux e una svalutazione della partecipazione nella spagnola Bankinter – la banca ha ottenuto un risultato netto normalizzato di 716 milioni, sotto le attese di 786 milioni elaborate da Thomson Reuters I/B/E/S. Il titolo perde il 4,5% in borsa. “Non è una buona trimestrale, anche togliendo gli oneri straordinari”, dice un trader che sottolinea le difficoltà nelle divisioni retail e un livello di solvibilità inferiore a quello dei concorrenti”.

Ancora, Credit Agricole avrebbe altresì affermato di aver ricevuto alcune offerte per la propria quota del 20% in Bankiter ma di averle respinte perché troppo basse. “Le svalutazioni sono il segno che la vendita della controllata greca Emporiki non è stata una panacea per la banca, che ora deve far fronte ad alcune incertezze degli investitori sulla sua capacità di rispettare le regole di Basilea III. Il management ha negato questa mattina, nel corso di una conference call, di aver bisogno di un aumento di capitale per centrare gli obiettivi di patrimonializzazione” – conclude l’agenzia.

In ogni caso, in Italia Credit Agricole ha registrato svalutazioni per 572 milioni di euro a causa dell’avviamento della divisione di credito al consumo Agos. I ricavi di gruppo sono calati del 32 per cento a 3,43 miliardi di euro contro attese per 4,17 miliardi di euro.

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