Credit Suisse view ribassista sulle commodity nel 2013

commodity-etfLa banca di investimenti elvetica Credit Suisse mantiene una view molto negativa sul settore delle commodity e sottolinea come il decoupling commodity-equity sia destinato a durare anche nei prossimi mesi. Infatti, se in passato l’andamento delle materie prime era strettamente collegato a quello dei mercati azionari, da qualche settimana è in atto uno “sganciamento” da questa correlazione. La banca d’affari svizzera ritiene che ci sono almeno dieci buoni motivi per essere ribassisti sulle commodity e di puntare invece sulle azioni nel corso del 2013.

Innanzitutto viene evidenziato che il rallentamento dell’economia cinese, ma più in generale del Far East asiatico, dovrebbe avere un impatto molto negativo sui prezzi delle materie prime. Se sul petrolio la Cina incide con il 12% sulla domanda globale, su altre commodity l’asticella raggiunge anche il 50%. Un segnale di rallentamento del gigante economico asiatico arriva, secondo Credit Suisse, dalla debolezza del settore delle infrastrutture che potrebbe anticipare un calo della crescita per i prossimi mesi.

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L’istituto di credito svizzero sottolinea poi l’eccesso di offerta presente sul mercato, dovuto al fatto che soprattutto le società minerarie e petrolifere hanno aumentato l’offerta dopo il vistoso aumento dei prezzi delle commodity degli ultimi due anni. Secondo Credit Suisse la combinazione di maggiore offerta e ritmo più basso di crescita del pil creerà le condizioni per forti pressioni ribassiste sui prezzi. La banca svizzera ritiene che la produzione industriale resterà ancora debole e ci sarà anche un maggiore apprezzamento del dollaro americano sui mercati valutari con effetti negativi sui prezzi delle commodity.

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Gli specialisti di CS ritengono che i prezzi siano ormai su livelli eccessivamente elevati rispetto ai valori fondamentali e che le azioni abbiano al momento maggiori chance di offrire un riparo dai rischi di inflazione. Credit Suisse si aspetta forti pressioni ribassiste sui prezzi del petrolio, anche se il greggio viene visto meglio impostato rispetto ad altre commodity. Secondo la banca svizzera, le valutazioni dei titoli minerari sono ormai troppo care, mentre i titoli petroliferi e auriferi sono considerati a più buon mercato.

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