Bce dovrà abbassare i tassi secondo Convictions AM

etf-lyxor-euromts-aaa-government-bondA poche ore dalla riunione del 2 maggio della Bce, che comunicherà le sue decisioni in tema di politica monetaria, aumenta il numero degli analisti finanziari e dei money manager che si aspettano un taglio dei tassi di interesse, soprattutto a seguito dei recenti deboli dati macroeconomici dell’eurozona che allontanano le speranze di riprese in tempi brevi. Secondo Alexandre Hezez, portfolio manager per Convictions Asset Management, società di gestione indipendente con sede a Parigi, “l’Europa è ancora in crisi profonda, ma dovrebbe stabilizzarsi”.

L’esperto, intervistato da Plus24 de Il Sole-24 Ore, sottolinea che “la maggior parte delle banche centrali sta attuando delle politiche accomodanti che, con le iniezioni di liquidità della Fed e ora anche della BoJ, sostengono i listini”. Tuttavia, il money manager è convinto che “le banche centrali non possono sostituirsi ai governi” ancora per molto tempo. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, Hezez ritiene che “gli europei devono riprendere il processo d’integrazione con l’unione bancaria”.

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Hezez è convinto che alla fine la vera svolta per l’eurozona ci sarà solo dopo le elezioni tedesche del prossimo autunno. Nel frattempo l’attenzione è ora rivolta alla decisione della Bce sui tassi, ormai attesi in ribasso di 25 punti base dalla maggior parte degli analisti. Hezez sottolinea che “l’obiettivo della Bce è la stabilità dei prezzi al rialzo come al ribasso intorno al 2%”, ma oggi l’inflazione è in calo ovunque, anche in Germania, e i prezzi delle materie prime sono in flessione da tempo. Secondo l’esperto, dunque, “la Bce dovrà abbassare i tassi”.

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Il money manager ritiene che “Draghi ha riconosciuto che il mercato unico è ancora troppo frammentato e sta studiando la fattibilità di un programma per aiutare direttamente le Pmi”. Hezez afferma che in ottica di asset allocation, la parte obbligazionaria è concentrata su titoli con un rischio/rendimento interessante: per metà bond sovrani (20% di paesi periferici e 15% di emergenti in dollari e valute locali) e per l’altra metà in titoli corporate (18% high-yield Usa, 6% investment grade periferici, 6% emergenti e 7% finanziari). Le valute vengono trattate come asset class a parte: il 20% è investito in monete di paesi emergenti (6% in yuan cinesi) e il 10% in dollari Usa.

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