Indice di Piazza Affari può scendere durante l’estate 2012

L’indice azionario principale di Piazza Affari, ovvero il Ftse Mib, è da circa un anno all’interno di un ampio trading range che va dai 17mila ai 13mila punti. L’ampia banda di oscillazione delle quotazioni riflette l’incertezza presente oggi sui mercati finanziari, in particolare la mancanza di chiarezza sul futuro della zona euro e dei paesi più in difficoltà a causa dell’eccessivo debito sovrano (Italia e Spagna su tutti). Inoltre, a pesare sulla performance dell’indice italiano è la forte presenza di titoli finanziari nel paniere, che aumenta sensibilmente la variabilità dei rendimenti.

Dai minimi di inizio giugno in area 12570, l’indice Ftse Mib ha dato qualche segnale di ripresa dopo che a fine giugno scorso il Consiglio Europeo ha dato il via libera per la ricapitalizzazione delle banche spagnole e allo scudo anti-spread, per fronteggiare la speculazione sui titoli di stato dei paesi piùin difficoltà. Secondo gli esperti di borsa, il primo importante obiettivo “tecnico” per il Ftse Mib è posto in area 15mila punti, ovvero circa il 10% di potenziale upside dai valori correnti.

Le previsioni degli analisti finanziari sono orientate ancora verso movimenti erratici nel corso dell’estate 2012, a causa di numerose variabili in gioco in grado di provocare più volte repentini cambiamenti nel trend delle quotazioni. Oltre a variabili di tipo “finanziario”, legate alla crisi dei debiti sovrani, c’è da considerare anche i fattori di tipo macro, visto che l’Italia è uno dei paesi in piena recessione. Attualmente l’indice Ftse Mib sembra più orientato a difendere i supporti di breve termine, soprattutto quello posto in area 13500.

La tenuta dei livelli di supporto di breve periodo consentirebbe all’indice Ftse Mib di restare all’interno della banda di oscillazione di medio periodo, senza essere soggetto a nuovi pesanti attacchi degli speculatori. Inutile negare che il ritorno della positività sarà possibile solo in caso di forte ripresa dei titoli finanziari, in particolare le banche, che finora sono stati la vera zavorra dell’indice italiano.

Lascia un commento