Anche l’Australia potrà debuttare nella quotazione di sukuk

C’è sempre una prima volta e per i sukuk questa frase sta diventando valida in moltissime occasioni. In effetti, il centro offshore malese di Labuan (l’isola principale di questo territorio federale) sta offrendo la possibilità all’Australia di lanciare i suoi primi bond islamici: in questa maniera, la nazione oceaniana potrebbe concretamente evitare le regole che sono in vigore in patria, le quali sono più che penalizzanti per i prodotti finanziari rispettosi della Legge della Shariah. Il primo semestre 2012 è stato da record per i sukuk, ma anche i restanti sei mesi non sono stati da meno.

In questo caso, vi sarà un’apposita joint venture tra la The Solar Guys Distribution Pty e la Mitabu Australia Pty, in modo da offrire sukuk per un importo complessivo di 150 milioni di dollari australiani. Il denaro in questione, poi, verrà sfruttato per finanziare la costruzione di un impianto solare in Indonesia, come è stato reso noto da almeno una settimana. La gestione della trattativa verrà affidata al board che è presente a Labuan, visto che in questa zona si trova un centro finanziario che funziona dal 1990 e che è dislocato nella costa orientale dell’isola del Borneo.

I titoli islamici a cui si sta facendo riferimento, inoltre, verranno garantiti dai profitti del progetto industriale, al fine di stare alla larga dalla doppia tassazione prevista dal governo di Canberra sul debito islamico. Il paradiso fiscale in questione era stato inserito nel 2009 nelle liste nere dell’Ocse, ma poi ha provveduto a raffinare e migliorare le proprie leggi in materia tributaria: in questo caso, non esistono dazi o imposizioni fiscali sui guadagni di capitale relativi ai sukuk. Il Labuan Financial Exchange vanta già la quotazione di undici strumenti simili, per un totale di 8,6 miliardi di dollari americani alla fine dello scorso anno, un valore superiore rispetto a quello del 2010 (7,3 miliardi).

Lascia un commento