L’Indonesia emette il suo terzo sukuk sovrano

Il governo dell’Indonesia ha deciso di mettere a disposizione il suo terzo bond islamico: questo sukuk, il cui importo complessivo per quel che concerne l’offerta è pari a un miliardo di dollari, beneficia di una scadenza classica per il tipo di strumento di cui si sta parlando, vale a dire dieci anni, anche se a voler essere davvero precisi, bisogna sottolineare che si tratta di una porzione di un programma più ampio, il cui ammontare è almeno tre volte superiore. La scelta del governo di Giacarta conferma in maniera evidente come sia utile e conveniente investire in obbligazioni asiatiche a fine 2012.

La scorsa estate erano state preannunciate più o meno queste intenzioni, visto che l’Indonesia aveva pianificato per giugno e dicembre i suoi nuovi sukuk, ora si è deciso di concretizzare il tutto. Un utile riferimento è rappresentato senza dubbio dai rating affibbiati dalle agenzie di rating. Nel dettaglio, Standard & Poor’s si è sbilanciata con un BB+, mentre Moody’s ha optato per un gradino più in alto, ovvero Baa3: nel primo caso, infatti, si tratta di una valutazione che identifica una affidabilità sufficiente dell’investimento finanziario, mentre nel secondo la stessa affidabilità è discreta.

D’altronde, la nazione asiatica è stata capace di quotare il sukuk con un rendimento che si è attestato ufficialmente sui 3,3 punti percentuali, esattamente quanto era stato previsto per il cosiddetto prezzo-guida, anche se leggermente inferiore rispetto a quanto annunciato prima della cessione vera e propria. Il prodotto in questione ha generato scommesse per un totale di 5,3 miliardi di dollari, con 250 investitori coinvolti. Gli investitori mediorientali e di religione islamica hanno rappresentato il 30% di questo novero, mentre per il resto si sono contati anche investitori indonesiani (20%), europei (15%), americani (12%) e da altre nazioni asiatiche (15%). Allo stesso tempo, la maggior parte delle allocazioni sono state garantite dai manager finanziari, seguiti a ruota dalle banche.

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