Indonesia, buon andamento per i sukuk a sette anni

L’Indonesia ha provveduto a vendere un miliardo di dollari in bond islamici, con un rendimento complessivo (4%) che rappresenta il 50% di quello fissato nel 2009, quando vi fu il debutto assoluto nel mondo dei sukuk: inoltre, questi prodotti beneficiano di un tasso di due punti percentuali inferiore a quello dei nostri titoli di Stato, dunque potrebbe rappresentare un ottimo supporto per gli investimenti della nazione asiatica. La scadenza che è stata scelta in questo caso è quella a sette anni, quindi gli strumenti in questione giungeranno a maturazione nel 2018. La quotazione di due anni fa, invece, venne caratterizzata da un importo complessivo di 650 milioni di dollari, una scadenza inferiore (cinque anni) e un ritorno economico pari all’8,8%.

Tra l’altro, bisogna considerare che le riserve valutarie detenute dal governo di Giacarta sono più che raddoppiate nell’ultimo biennio, mentre il presidente Susilo Bambang Yudhoyono sta tentando in tutti i modi di raggiungere l’obiettivo di crescita economica del 6,5% nel corso di quest’anno: tale dato rappresenterebbe il ritmo più veloce di progresso finanziario da quando è scoppiata la crisi finanziaria asiatica nel 1998. Una cessione di questo tipo mette in evidenza il punto di vista del paese per quel che concerne il grado di investimento; gli analisti si attendono una crescita in tal senso in tempo breve, più o meno verso la prima metà del 2012.

La vendita ha già attirato l’attenzione di 250 investitori finanziari, per un totale di 6,5 miliardi di dollari, una buona stima, dato che nel 2009 gli stessi ordini furono pari a 4,7 miliardi. Un terzo dei prodotti sono stati sottoscritti da soggetti che risiedono in nazioni mediorientali, mentre seguono a ruota i paesi asiatici (32%), l’Europa (18%) e gli Stati Uniti (8%). Gli assets indonesiani stanno attirando sempre più attenzione, questo è un fatto certo: in questo caso, un elemento di appetibilità è rappresentato dalla gestione di banche come Hsbc e Citigroup.

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