Kuwait Finance House: nel 2013 sukuk in crescita del 30%

Il mercato dei bond islamici, i celebri sukuk, è destinato a crescere di trenta punti percentuali nel corso del 2013: l’ultima ottimistica stima è stata calcolata dalla Kuwait Finance House in un suo rapporto, il quale ha preso in considerazione il contributo offerto dai nuovi paesi che si cimentano con questo tipo di emissioni finanziarie (vedi anche La bolla che minaccia la finanza islamica). La crescita stimata dalla compagnia asiatica è compresa tra il 20 e il 30% per la precisione. Nel dettaglio, la fetta di competenza del Medio Oriente ha già fatto registrare un importante rialzo lo scorso anno, con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti in grado di offrire i migliori rendimenti in assoluto per gli investitori.

Il Qatar è pronto a quotare i propri strumenti governativi

Il Qatar ha completato tutte le procedure relative alla quotazione degli strumenti debitori governativi, in modo che possano essere scambiato presso il proprio listino titoli: l’obiettivo di questa operazione è sostanzialmente quello di stimolare gli investimenti in questi specifici prodotti, in particolare da parte delle banche commerciali e delle altre istituzioni, come comunicato dall’istituto di credito centrale del paese asiatico. Gli scambi a breve termine dei titoli del Tesoro qatariota cominceranno a essere effettivi fra tre giorni esatti, con la possibilità di alternare la diversificazione con alcuni bond islamici, così da avviare delle operazioni piuttosto ampie.

Indonesia, buon andamento per i sukuk a sette anni

L’Indonesia ha provveduto a vendere un miliardo di dollari in bond islamici, con un rendimento complessivo (4%) che rappresenta il 50% di quello fissato nel 2009, quando vi fu il debutto assoluto nel mondo dei sukuk: inoltre, questi prodotti beneficiano di un tasso di due punti percentuali inferiore a quello dei nostri titoli di Stato, dunque potrebbe rappresentare un ottimo supporto per gli investimenti della nazione asiatica. La scadenza che è stata scelta in questo caso è quella a sette anni, quindi gli strumenti in questione giungeranno a maturazione nel 2018. La quotazione di due anni fa, invece, venne caratterizzata da un importo complessivo di 650 milioni di dollari, una scadenza inferiore (cinque anni) e un ritorno economico pari all’8,8%.

La Malesia annuncia nuovi bond islamici in dollari

Scadenza decennale e denominazione in dollari: sono queste le due caratteristiche che risaltano maggiormente per quel che concerne la nuova offerta di obbligazioni islamiche messa a disposizione dalla Malesia, in quella che rappresenta la seconda vendita di debito sovrano del 2011 per lo stato asiatico. L’intera gestione finanziaria spetterà a tre banche di investimento locali, le quali hanno anche proposto un ammontare complessivo compreso tra i 500 milioni e gli 1,7 miliardi di dollari, anche se per il momento queste indiscrezioni sono giunte da fonti anonime. Una vendita simile vuole sottintendere che lo stato federale vuole cedere il proprio debito islamico a un benchmark ben preciso, facendo riferimento a un’industria, quella dei titoli che rispettano i dettami della Shariah, che ha un valore complessivo di un trilione di dollari.

Dubai: rally dei bond islamici grazie ai progetti per Qatar 2022

È un vero e proprio boom quello di cui sono stati protagonisti i bond islamici di Dubai nel corso di questa settimana: i Sukuk del Golfo Persico (i certificati di investimento che sono conformi alla legge della Sharia) hanno infatti arginato le perdite accumulate negli ultimi dieci mesi, visto che Standard & Poor’s ha provveduto a rivedere l’outlook di DP World, alla luce dell’ultima trionfale candidatura del Qatar in qualità di paese organizzatore della coppa del mondo di calcio nel 2022. I rendimenti medi di tali prodotti hanno comunque ceduto lo 0,13% ieri, ma le altre stime sono piuttosto incoraggianti: i bond di DP World renderanno il 6,25% in relazione alla scadenza di luglio 2017, mentre si è anche assistito a una interessante crescita da parte dei Sukuk venduti dal governo indonesiano e da quello malese.