Walt Disney Company emette bond a cinque e dieci anni

La Walt Disney Company ha emesso due tranche di titoli obbligazionari per un importo complessivo di 1,4 miliardi di dollari: entrando maggiormente nel dettaglio, si tratta di un miliardo di dollari per quel che concerne la porzione di bond in scadenza tra cinque anni, con tanto di ritorno economico che sarà superiore di quarantasette punti base rispetto ai medesimi titoli messi a disposizione dal Tesoro americano, mentre i restanti quattrocento milioni sono stati destinati a una scadenza superiore, vale a dire dieci anni. Tra l’altro, bisogna anche aggiungere che la quotazione a cui si sta facendo riferimento è stata sensibilmente migliorata da una guida preventiva.

Le obbligazioni quinquennali, il cui rendimento preciso è stato fissato in 1,125 punti percentuali, dovrebbe consentire comunque un incremento fino all’1,3%, mentre nel secondo caso si dovrebbe passare dal 2,55 al 2,63%, due elementi che potrebbero rendere ancora più appetibile agli investitori finanziari questa offerta. In aggiunta, i rating sono ancora una volta una informazione piuttosto utile in questo senso: le aspettative riguardano un A2 da parte di Moody’s (un’affidabilità dell’investimento che viene considerata come “buona”), mentre sia Standard & Poor’s che Fitch si dovrebbero sbilanciare con una A (l’esatto equivalente). Come tutti i titoli obbligazionari, anche questi del colosso di Burbank sono stati registrati dalla Securities and Exchange Commission (Sec), la Consob a stelle e strisce.

L’occasione è propizia per la Disney per conseguire degli obiettivi societari, dunque le risorse finanziarie in questione verranno sfruttate senza dubbio in questo senso. La gestione della vendita è stata affidata a quattro istituti di credito, vale a dire Bnp Paribas, Deutsche Bank e JPMorgan. L’ultima emissione di bond da parte della compagnia californiana risaliva allo scorso 29 novembre; in quel caso, la trattativa prevedeva un ammontare complessivo di un miliardo di dollari, con una scadenza di tre anni e sessanta punti base al di sopra delle emissioni del Tesoro.

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