Disney, licenziamenti e taglio delle spese

La Disney ha intrapreso il percorso di ottimizzazione che aveva annunciato in contemporanea al ritorno di Bob Iger nel novembre del 2022. Ciò si traduce in tutta una serie di tagli alle spese e a licenziamenti di personale.

Susan Arnold primo presidente donna della Disney

Si chiude l’era Bob Iger e si apre quella di Susan Arnold, la prima presidente donna del consiglio di amministrazione della Disney. Una nomina che segna un passaggio di testimone molto importante all’interno di una azienda che nel corso degli ultimi venti anni è cresciuta in maniera proficua e con successo.

Comcast attacca duro: 35 dollari per ogni azione Fox

Comcast non intende cedere contro la Disney per l’acquisto degli assets della Fox e rilancia in modo incredibile (e quasi irrinunciabile): è pronta ad offrire 35 dollari ad azione ed in contanti. Il fermento nel settore, è alto ed è destinato a crescere ancora.

Disney migliora la propria offerta obbligazionaria del 2012

La Walt Disney Company ha provveduto a emettere titoli obbligazionari per un importo totale di tre miliardi di dollari: non si tratta di una offerta qualunque, bensì della vendita più consistente di quest’anno per quel che concerne tali prodotti finanziari. In effetti, questa constatazione deriva da un confronto piuttosto dettagliato con gli altri lanci di bond. In particolare, si può fare riferimento a quanto accaduto lo scorso mese di febbraio, con la Walt Disney Company che emise bond a cinque e dieci anni: in quel caso, l’ammontare fu fissato a 1,4 miliardi di dollari. In aggiunta, si può anche tornare indietro a un anno esatto fa.

Walt Disney Company emette bond a cinque e dieci anni

La Walt Disney Company ha emesso due tranche di titoli obbligazionari per un importo complessivo di 1,4 miliardi di dollari: entrando maggiormente nel dettaglio, si tratta di un miliardo di dollari per quel che concerne la porzione di bond in scadenza tra cinque anni, con tanto di ritorno economico che sarà superiore di quarantasette punti base rispetto ai medesimi titoli messi a disposizione dal Tesoro americano, mentre i restanti quattrocento milioni sono stati destinati a una scadenza superiore, vale a dire dieci anni. Tra l’altro, bisogna anche aggiungere che la quotazione a cui si sta facendo riferimento è stata sensibilmente migliorata da una guida preventiva.

Walt Disney Company: terza emissione annuale di bond

La Walt Disney Company, celebre operatore americano famoso per i suoi parchi tematici e di divertimenti, ha lanciato la sua terza offerta obbligazionaria del 2011: si tratta di una conseguenza diretta della pubblicazione dei dati relativi al quarto trimestre, con i profitti che hanno notevolmente battuto le stime degli analisti, grazie soprattutto alla crescita in due settori, quello televisivo e quello turistico. La compagnia statunitense ha emesso un miliardo di dollari in titoli a tre anni e con un rendimento pari allo 0,875%, mentre la scadenza maggiore (trentennale) ha beneficiato di seicento milioni di importo complessivo e di un ritorno economico che è stato fissato al 4,125%.

Walt Disney Co., bond decennali dopo oltre due anni

Come in ogni favola che si rispetti, anche la Walt Disney Company intende vivere felice e contenta e questo finale potrebbe dipendere dalla nuova emissione obbligazionaria che è stata pianificata in questi giorni: il colosso americano dell’intrattenimento si è infatti focalizzato su ben cinquecento milioni di dollari, un ammontare che andrà a riguardare quei bond che non venivano lanciati sul mercato da più di due anni. Il segmento a stelle e strisce relativo a tali strumenti vive un periodo piuttosto florido, ecco perché anche la società di Burbank ha voluto seguire il medesimo esempio. Cerchiamo comunque di capire nel dettaglio l’offerta della Disney. L’ attuale rating societario è incentrato sulla buona affidabilità del grado di investimento: in effetti, la valutazione è stata pari ad A2 secondo Moody’s, mentre Standard & Poor’s ha scelto un giudizio pari ad A, visto che i costi dell’indebitamento sono i più bassi degli ultimi sei mesi.