Disney, licenziamenti e taglio delle spese

La Disney ha intrapreso il percorso di ottimizzazione che aveva annunciato in contemporanea al ritorno di Bob Iger nel novembre del 2022. Ciò si traduce in tutta una serie di tagli alle spese e a licenziamenti di personale.

Ottimizzazione dei costi a ogni costo

Qualcosa che ci si aspettava e che in qualche modo si sapeva sarebbe iniziata proprio con il ritorno di uno dei suoi uomini di punta. Una razionalizzazione delle risorse necessaria all’azienda per poter rimanere competitiva e smettere di perdere denaro. Va detto che per quel che riguarda l’ultimo trimestre del 2022 i numeri dell’impresa di intrattenimento sono risultati migliori delle aspettative.

Questo però non è considerabile sufficiente, soprattutto davanti al calo degli abbonati del servizio di streaming Disney+. Qualcosa dipendente dal crollo di Hotstar In India, dove l’azienda non ha potuto rinnovare i diritti per il cricket. Le perdite si sono comunque ridotte rispetto al precedente periodo fiscale e le entrate legate al cinema e ai parchi sono salite.

Eppure la Disney ha comunque bisogno di continuare su questo percorso di riduzione delle spese. La prima cosa decisa è quella di rinunciare alla divisione Disney Media and Entrainment Distribution voluta dal vecchio ceo Bob Chapek. L’azienda sarà divisa in tre divisioni: la Disney Entrainment che si occuperà di media, tv, cinema e streaming. E ancora l’ESPN che si occuperà di sport e una divisione parchi, esperienze e prodotti per il resto.

Dana Walden e Alan Bergman saranno alla guida della sezione entrainment: interessante,  dato che si vocifera saranno loro a contendersi il posto di Iger fra due anni.

Disney lascia a casa migliaia di dipendenti

Il tasto dolente è rappresentato ovviamente dai licenziamenti. Il ceo ha annunciato un taglio di 5,5 miliardi di dollari: questi saranno recuperati in parte dalla spesa legata alla creazione dei contenuti e in parte dai tagli sul personale.

La maggior parte dei fondi saranno reperiti dalla revisione dei costi legata alle produzioni per la televisione e il cinema ma anche dal licenziamento di 7000 persone. Un taglio pari al 3% della forza lavoro totale della Disney. Una decisione, ha sottolineato il ceo, che non è stata presa con leggerezza. La maggior parte degli allontanamenti dall’impresa dovrebbe arrivare dall’ex divisione DMED in particolare per quel che concerne l’ambito marketing.

Un approccio questo che punta all’ottimizzazione dei costi e all’eliminazione di tutte quelle risorse che non sono più utili per la crescita aziendale e che forse sono state assunte con troppa leggerezza nel corso della pandemia. Sarà curioso vedere se queste mosse saranno sufficienti per sistemare la situazione.

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