Bce alza i tassi dello 0,50% a febbraio

La Bce ha alzato i tassi di interesse dello 0,50%. Lo ha reso noto lei stessa, evidenziando come il tasso sui finanziamenti principali salga in questo modo al 3%. Quello legato ai prestiti marginali tocca al 3,25% mentre quello sui depositi sale al 2,50%.

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Bce pronta a rialzare tassi a marzo

L’istituto centrale ha anche annunciato che il prossimo mese i tassi di interesse subiranno un ulteriore rialzo, sempre di mezzo punto percentuale. Il consiglio direttivo della Bce ha spiegato che tale decisione deriva dal valore ancora alto dell’inflazione. E che poi si partirà dai dati successivi per decidere come gestire la politica monetaria.

Quella del rialzo non è una decisione che stupisce, dato che era stata quasi annunciata dalla Bce nelle scorse settimane. Una scelta che nasce nonostante siano stati colti dai segnali di rallentamento delle dinamiche inflazionistiche. Il suo valore è però ancora troppo alto all’8,5% rispetto all’obiettivo prefissato del 2%.

La presidente della Bce Christine Lagarde ha spiegato che la banca centrale è obbligata ad agire in questo modo, dato che i rialzi finora eseguiti non sono stati in grado di contrastare l’inflazione in modo efficace. Ha inoltre sottolineato come non siano presenti segnali di disinflazione dato che quella di fondo, al netto di energia e alimentari, è ancora al massimo storico del 5,2%.

Si parla di una situazione differente da quella della Fed dove l’istituto riconosce segnali di questo processo. Cristine Lagarde ha inoltre sottolineato di avere nuovamente invitato i Governi europei a lavorare sul contenimento delle misure d’aiuto contro il caro energia. “Minacciando” la possibilità di dover inasprire la politica monetaria nel caso in cui le indicazioni non saranno seguite.

Strategia globale delle banche centrali

Questo si traduce nella necessità di iniziare a revocare queste misure per spingere a un consumo più idoneo di energia da parte della popolazione. Una revoca che ovviamente si deve muovere in modo parallelo al calo dei prezzi. La ragione sta nel fatto che non seguire questo iter rischia di aggiungere altre pressioni inflazionistiche riducendo le possibilità di discesa dell’inflazione.

Il comportamento della Bce rientra nella strategia comune attuata dalle banche centrali di tutto il mondo contro l’inflazione. Anche la Federal Reserve ha alzato i tassi dello 0,25% e prevede di fare altrettanto il prossimo mese. Negli Stati Uniti è stato però riconosciuto l’inizio di un miglioramento dell’andamento dei prezzi. Anche se questo non può essere ritenuto ancora soddisfacente è sufficiente per modificare l’attuale politica monetaria.

Nei prossimi mesi, per quel che concerne l’Europa, sarà possibile verificare se questa strada intrapresa porterà a miglioramenti o dovrà essere rivista ancora una volta.

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