Tassi di interesse, BCE verso nuovo stop

In materia dei tassi di interesse anche la BCE si avvicinerà presto a un nuovo stop. Ma se parliamo di tagli, la questione è ancora tutta da decidere. Analogamente a quel che sta accadendo negli Stati Uniti.

Al momento non pensabile taglio dei tassi di interesse

Un taglio dei tassi di interesse è la notizia che molte categorie vorrebbero sentire. Il punto è che la attuale politica monetaria continua a essere necessaria, se si vuole raggiungere l’obiettivo del 2% per quel che concerne l’inflazione. E decidere quale sia il momento giusto per agire con eventuali tagli non è semplice.

Manca qualche giorno alla prossima riunione del Consiglio direttivo e da piccole indiscrezioni stampa i tassi di interesse permangono essere il fulcro della discussione. Soprattutto perché i dati raccontano che è consigliabile mantenere alta la concentrazione sull’inflazione e su come sistemarla. E lo ripetiamo: una politica monetaria restrittiva è quello che tecnicamente serve.

Sono molti gli investitori internazionali che richiedono un taglio dei tassi di interesse. Ma la BCE sembra voler prendere tempo.  E a ragione, pensando a cosa c’è in gioco. Valutando come sempre i numeri e i dati provenienti dal mercato. Soprattutto perché l’inflazione rimane alta per quel che concerne i servizi e perché esiste un avvitamento nel rapporto tra prezzi e salari che richiede prudenza.

A eseguire una possibile previsione, i tassi di interesse dovranno rimanere a questi livelli almeno fino a giugno 2024.

Dobbiamo pero sottolineare che sia normale che i mercati finanziari richiedano il taglio dei tassi. In questo modo sarebbe possibile evitare che il rallentamento generale registrato dall’Eurozona si trasformi in recessione. Il pericolo è stato scampato nel 2023: sarà possibile fare lo stesso nel 2024?

Per la BCE, in attesa di nuovi dati, è meglio attendere per capire quale sia l’evoluzione dei prezzi. E per ogni prodotto presente nell’Eurozona. Dello stesso avviso sarebbe anche il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel che sostiene come le prospettive dei prezzi ancora non siano chiare.

In attesa di dati migliori

È palese e chiaro: l’inflazione generale sta rallentando, scendendo al 2,6% a febbraio. Ci si aspettava di più però. Senza contare che il dato core, è ancora sopra il 3%. Insomma, vi è ancora molto da fare. Le posizioni a Francoforte sono eterogenee. Ecco quindi che c’è chi sostiene che sia necessario tenere ancora duro per quel che concerne il costo del denaro e chi vuole iniziare a parlare di riduzione.

È considerabile accettabile iniziarlo a fare già dalla prossima riunione? Non proprio. Anche se alcuni analisti si aspettano un comportamento “kamikaze”  da qualcuno che chiami in discussione il taglio dei tassi di interesse. Nonostante si pensi che nessuno avrà il coraggio di proporre date al riguardo.

Uno dei maggiori problemi da affrontare è che non vi sono sicurezze importanti al momento. Ragione per la quale, per la quale sembra abbastanza condivisibile la posizione del presidente della BCE Christine Lagarde di attesa. In modo tale da capire come muoversi mantenendo il più possibile la stabilità dei prezzi.

 

 

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