Commerzbank propone un covered bond atipico

La banca tedesca Commerzbank ha emesso i suoi primi covered bond garantiti da appositi prestiti delle piccole e medie imprese (vedi anche Commerzbank propone dei covered warrant esotici). L’offerta in questione potrebbe essere considerata una sora di test per assicurare questo tipo di debito contro gli assets non tradizionali nell’eurozona. I titoli dell’istituto di credito di Francoforte sul Meno prevedono una durata pari a cinque anni e un importo totale di cinquecento milioni di euro. Per quel che concerne il rendimento, poi, esso è superiore di 0,47 punti percentuali rispetto al tasso midswap.

La Slovacchia combatte la crisi con un nuovo bond governativo

Il governo slovacco ha emesso bond decennali per un importo complessivo di 1,75 miliardi di euro: la nazione dell’est europeo ha preso questa importante decisione finanziaria per far fronte in maniera più adeguata al proprio rallentamento economico (vedi anche Ultima asta obbligazionaria del 2012 per la Slovacchia). L’offerta in questione è stata caratterizzata da un rendimento superiore rispetto al tasso mid-swap di 122 punti base (l’1,22%). L’espansione di questa economia, improntata soprattutto alle esportazioni, dovrebbe far registrare una frenata piuttosto decisa, visto che la domanda estera si è notevolmente indebolita, mentre il taglio dei posti di lavoro è destinato a erodere la spesa al consumo.

Kuwait Finance House: nel 2013 sukuk in crescita del 30%

Il mercato dei bond islamici, i celebri sukuk, è destinato a crescere di trenta punti percentuali nel corso del 2013: l’ultima ottimistica stima è stata calcolata dalla Kuwait Finance House in un suo rapporto, il quale ha preso in considerazione il contributo offerto dai nuovi paesi che si cimentano con questo tipo di emissioni finanziarie (vedi anche La bolla che minaccia la finanza islamica). La crescita stimata dalla compagnia asiatica è compresa tra il 20 e il 30% per la precisione. Nel dettaglio, la fetta di competenza del Medio Oriente ha già fatto registrare un importante rialzo lo scorso anno, con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti in grado di offrire i migliori rendimenti in assoluto per gli investitori.

La Corea del Sud sta preparando la legge sui covered bond

È recentissima la decisione della Corea del Sud di consentire l’introduzione di covered bond: l’accostamento tra il paese asiatico e lo strumento finanziario può sembrare particolare e bizzarra, ma in realtà si punta a diversificare il mercato obbligazionario di Seul. In aggiunta, la nazione è intenzionata a fare concorrenza a chi domina questo stesso segmento, vale a dire la Nuova Zelanda e l’Australia (vedi anche Banco Santander sta per lanciare un nuovo covered bond). L’approvazione da parte del Gabinetto sudcoreano risale all’inizio di questo mese, mentre la legge definitiva dovrebbe essere portata a compimento nel giro di sei mesi.

Primo bond in dollari del 2013 per la Romania

La Romania ha fatto sapere di aver fissato a 1,5 miliardi di dollari la sua prima vendita di titoli obbligazionari in valuta americana di quest’anno: in pratica, il governo di Bucarest ha deciso di offrire dei rendimenti inferiori rispetto a quelli dei titoli ungheresi. L’obiettivo di questa cessione è facilmente intuibile, vale a dire la ricerca di finanziamenti per coprire il deficit di bilancio, ma anche per gestire il debito in scadenza a costi più bassi (vedi anche I nuovi bond governativi di Olanda e Romania). Nello specifico, il paese dell’Europa orientale sta mettendo a disposizione bond a dieci anni e con un ritorno economico pari a 4,5 punti percentuali.

Come investire con la strategia del “rendimento reale” di Allianz GI

Lo scenario macroeconomico che si presenta davati agli occhi dell’investitore a inizio 2013 è caratterizzato da un crescita economica molto debole, debiti pubblici su livelli sempre più alti e aspettative di crescita dell’inflazione in aumento. Un quadro del genere non è assolutamente confortante, per cui l’investitore è costretto ad andare alla ricerca di opportunità di guadagno ovunque esse si presentino e nel modo più veloce possibile. E’ finita l’epoca degli asset free risk, si è aperta l’epoca in cui ciò che conta davvero è ottenere “rendimenti reali”.

Primo bond internazionale dell’Ungheria dopo 21 mesi

L’Ungheria ha appena lanciato un titolo obbligazionario denominato in dollari, uno strumento finanziario atteso da lungo tempo: si tratta, nello specifico, della prima vendita nei mercati internazionali dal maggio del 2011 (quasi due anni fa dunque), con l’intento di rendere più economico il denaro necessario per i finanziamenti interni, senza ricorrere eccessivamente ai prestiti del Fondo Monetario Internazionale (vedi anche Investire in titoli di Stato ungheresi). Il governo di Budapest si è affidato a un bond di durata quinquennale, con un rendimento iniziale fissato al 4,29%, senza dimenticare la tranche a dieci anni, con un ritorno economico leggermente superiore (5,51%).

La California sta preparando la sua emissione di bond

Lo Stato della California dovrebbe emettere con tutta probabilità quest’anno dei bond in due tranche distinte: l’importo di cui si parla è pari a sette miliardi di dollari, con la prima metà della vendita che avrà luogo nel giro di pochi mesi. Come ha spiegato Bill Lockyer, tesoriere dello stato federale americano, si sta ancora lavorando in maniera molto minuziosa con le agenzie del dipartimento della Finanza, in modo da determinare le specifiche necessità di capitale per quel che concerne la prossima primavera.

Asset allocation portafogli difensivi 2013

Il rally di inizio anno degli asset più rischiosi (azioni, mercati emergenti, bond della periferia europea) sta senza dubbio generando un processo di riselezione degli strumenti da inserire nei portfolios più difensivi. Si è aperta la caccia al rendimento, sui timori che i tassi possano restare molto bassi per diverso tempo e che l’inflazione possa rialzare la testa nei prossimi mesi. I flussi di denaro si stanno spostando velocemente dai “porti sicuri” (bond paesi “core”, oro, franco svizzero, etc.) agli asset più rischiosi. La sensazione è che possa esserci un rialzo in doppia cifra per l’azionario mondiale.

Opportunità nei bond high-yield nel 2013 secondo Rothschild

Secondo Edmond de Rothschild Asset Management per trovare extra-rendimenti nel mercato obbligazionario nel 2013 sarà necessario guardare alle emissioni dei bond societari piuttosto che ai bond governativi. Il segmento di mercato più interessante resta quello dei bond ad alto rendimento, che già nel corso del 2012 hanno offerto belle soddisfazioni agli investitori. Secondo Philippe Uzan, chief investment officer della storica casa di investimenti, “il rendimento atteso si aggira tra il 6% e l’8%, come riconoscimento di un livello di rischio più elevato”.

La bolla che minaccia la finanza islamica

Ormai si è perfettamente capito che le vendite di sukuk, i celebri bond islamici, hanno fatto registrare dei rialzi piuttosto consistenti nella regione mediorientale (vedi Nel 2013 vi sarà l’ennesimo record per i sukuk): questa notevole espansione, però, rischia di far esplodere una pericolosa bolla per quel che riguarda i debiti dei mercati emergenti, come ha sottolineato la banca privata britannica Coutts. L’istituto in questione, il quale fa parte del gruppo Royal Bank of Scotland, sta caldamente raccomandando di puntare anche su altri titoli e azioni, magari gli strumenti che vengono considerati meno vulnerabili.

Come investire i grandi patrimoni secondo Credem

Qualcosa sta cambiando nelle modalità di gestione dei grandi patrimoni. Gli asset manager guardano con grande interesse a una gestione in grando di offrire alla clientela strumenti finanziari dal basso “costo psicologico”, ovvero quelli che non devono generare ansie, sofferenze e paure, soprattutto nelle fasi di mercato più volatili e turbolente. Secondo Giancarlo Caroli, responsabile del private banking di Credem, “la gestione dei grandi patrimoni sta entrando in una nuova fase”. L’esperto sottolinea come sia sempre più elevata la domanda di “sicurezza” dei clienti con grandi patrimoni.

Lo Zambia insiste con le emissioni obbligazionarie in dollari

Il debutto dello Zambia nella vendita di bond denominati in dollari ha aperto la via a una emissione da record che rischia di mettere in tensione la capacità di finanziamento del governo: la situazione risulta comunque meno pericolosa di sette anni fa, quando il paese africano, maggior produttore continentale di rame, non fu in grado di pagare il proprio debito. Ammontano a sei miliardi di dollari i prestiti zambiani che sono stati cancellati, incluso quello erogato nel corso del 2006 dalla Banca Mondiale. La cessione odierna ammonta a 750 milioni di dollari e rappresenta la prima vendita internazionale dallo scorso mese di settembre.

Saudi Aramco finanzierà i suoi progetti con un nuovo bond islamico

La massiccia industrializzazione dell’Arabia Saudita deve in qualche modo essere finanziata: ecco allora che la nazione asiatica ha deciso di affidarsi alle obbligazioni islamiche, con un crescente ricorso a questo tipo di finanza che è diventato il mezzo più utile ed efficace per rendere concreti i progetti regionali. Giusto un anno fa, il discorso era praticamente lo stesso, dato che, parlando dei sukuk, si affermò chiaramente come il 2012 sarebbe stato all’insegna dell’Arabia Saudita. Stavolta, comunque, l’attenzione deve essere focalizzata su Saudi Aramco, la maggior compagnia petrolifera del paese.