Lo Zambia insiste con le emissioni obbligazionarie in dollari

Il debutto dello Zambia nella vendita di bond denominati in dollari ha aperto la via a una emissione da record che rischia di mettere in tensione la capacità di finanziamento del governo: la situazione risulta comunque meno pericolosa di sette anni fa, quando il paese africano, maggior produttore continentale di rame, non fu in grado di pagare il proprio debito. Ammontano a sei miliardi di dollari i prestiti zambiani che sono stati cancellati, incluso quello erogato nel corso del 2006 dalla Banca Mondiale. La cessione odierna ammonta a 750 milioni di dollari e rappresenta la prima vendita internazionale dallo scorso mese di settembre.

Tra l’altro, le obbligazioni pianificate dalle principali compagnie del paese sono pari a 4,5 miliardi di dollari, emissioni necessarie per finanziare il settore ferroviario e quello infrastrutturale. Il debito potrebbe a questo punto salire fino al 35% del prodotto interno lordo, nel caso in cui le vendite di bond dovessero proseguire a questo ritmo. Il governo di Lusaka vuole finanziare a tutti i costi strade, rotaie e altri progetti collegati al settore energetico, in modo da far emergere il paese dal suo attuale stato di povertà (lo Zambia occupa il 164mo posto tra le 187 nazioni che fanno parte dello Human Development Index delle Nazioni Unite).

A metà dello scorso mese di gennaio, inoltre, vi fu una nuova emissione di debito per lo Zambia, dunque il 2013 è cominciato in modo piuttosto propositivo. C’è molta, forse troppa liquidità nei mercati internazionali e gran parte di essa guarda con attenzione agli strumenti ad alto rendimento. I titoli obbligazionari dei mercati emergenti hanno garantito un ritorno economico pari al 14% in termini di valuta locale lo scorso anno, un dato da confrontare con il 5,7% del mercato fixed-income, stando ai numeri forniti da JPMorgan e Bank of America Corporation, una differenza che interesserà parecchio agli investitori finanziari.

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