Mongolia: pianificata la prima vendita di bond sovrani

Le emissioni obbligazionarie non conoscono confini e non deve quindi stupire se vanno a coinvolgere anche paesi, per così dire, “inconsueti”: la Mongolia sta pianificando la sua prima cessione di obbligazioni sovrane, tentando di conseguire una somma almeno pari a 500 milioni di dollari e di agevolare l’operato di alcune compagnie nazionali. Come ha specificato Ganhuyag Chuluun Hutagt, viceministro delle Finanze dello stato asiatico, l’intento principale di questa operazione è quello di quotare dei bond che siano in grado di aprire una sorta di finestra privilegiata per le società private. La vendita da parte del governo di Ulan Bator dovrebbe avvenire con tutta probabilità proprio nel corso di quest’anno, ma dipenderà strettamente dall’approvazione del Parlamento.


Il 2011 sarà foriero di novità nel campo degli investimenti per la Mongolia: si punta infatti anche alla cessione di titoli obbligazionari denominati in dollari, in modo da venire incontro alla liquidità in eccesso all’interno del settore bancario (si parla di un ammontare pari a 1,5 trilioni di tugrik, circa 1,2 miliardi di dollari). Un altro degli obiettivi da raggiungere è quello di fronteggiare in maniera efficace l’apprezzamento valutario, il quale sta influenzando negativamente l’esportazione di commodities, in particolare rame e carbone. Lo stesso Hutagt ha precisato come moltissimi investitori finanziari siano interessati a dei bond governativi denominati in tugrik e lanciati su base locale. Anche l’inflazione rappresenta un problema importante nel paese: il tasso in questione rischia di superare i dieci punti percentuali e lo stesso discorso vale per il deficit di bilancio.

Inoltre, la crescita economica è stata calcolata nell’ordine del 10% in questo 2011, in netto progresso rispetto al 6,1% del 2010, nonostante un terzo dei cittadini mongoli viva ancora al di sotto della soglia di povertà. Gli investitori interessati a questa sottoscrizione, dovranno tenere a mente che la nazione asiatica vanta attualmente un rating B1 secondo Moody’s (piena zona a rischio, ma anche buone opportunità di investimento), un giudizio molto simile a quello di Papua Nuova Guinea e Figi.

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