La Mongolia cancella l’emissione di bond in dollari

Se ne era parlato molto nei mesi scorsi, ma la Mongolia ha ora deciso di rinunciare ai bond denominati in dollari americani, cancellando di fatto l’emissione: il piano in questione, il quale prevedeva dei titoli obbligazionari da lanciare entro quest’anno, non avrà alcun seguito a causa della crescita che si prevede quest’anno per il paese asiatico, circa venti punti percentuali di rialzo, grazie, in particolare, alle esportazioni di carbone. Quindi, l’emissione non viene più ritenuta necessaria ed essenziale. Nel dettaglio, alcune banche internazionali si erano offerte di gestire la vendita di oltre due miliardi di dollari in bond, un importo superiore di addirittura quattro volte rispetto alla cessione di giugno (cinquecento milioni di dollari per la precisione).

La focalizzazione sui bond globali riprenderà però il prossimo anno, anche se non vi sono certezze a tal proposito. Le proposte bancarie sono giunte al governo di Ulan Bator, ma spetta proprio a quest’ultimo l’elaborazione successiva. La Mongolia, tra l’altro, aspira a diventare la maggiore nazione del continente asiatico per quel che concerne la fornitura di commodities, soprattutto il già citato carbone, ma anche ferro, rame e uranio, molto richiesti dai paesi confinanti più sviluppati, come la Cina, il Giappone e la Corea del Sud. D’altronde, non c’è bisogno di una vendita simile anche perché lo stato in questione può vantare l’equivalente di 172 milioni di dollari in bond che sono previsti in scadenza nel 2016; più che altro, se ci sarà un’emissione andrà a riguardare il finanziamento di ferrovie, strade e infrastrutture energetiche.

Molte economie si stanno interessando alla Mongolia e ai suoi progressi: ad esempio, India, Giappone e Germania si sono detti pronti a favorire lo sviluppo delle estrazioni minerarie, in primis quelle di terre rare, molto diffuse da queste parti e sempre più gettonate in diversi prodotti finanziari. Il 2011 è stato un anno più che positivo, nel 2012, invece, dovrebbero sorgere nuove società volte a migliorare questa situazione.

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