La Turchia si affida ai bond denominati in yen

La Turchia ha annuncio il lancio di titoli obbligazionari in scadenza tra venti anni e denominati in valuta giapponese: in effetti, l’importo complessivo è pari a 18,4 miliardi di yen (l’equivalente di circa 150 milioni di euro), una emissione che rappresenta il debito più lungo in assoluto che la nazione anatolica abbia mai messo a disposizione nella divisa asiatica. Perché proprio lo yen per questa nuova offerta di bond? Proprio a inizio anno, tra l’altro, Hsbc ha consigliato di investire sulla Turchia nel 2013.

Primi eurobond lituani dopo nove mesi di attesa

Tautos jėga vienybėje, la forza del popolo è nell’unità: il motto ufficiale della Lituania spiega molto bene i miglioramenti economici che sono stati conseguiti negli ultimi tempi, segno di un paese coeso e coraggioso. Questa crescita dell’economia è stata tradotta immediatamente dal governo di Vilnius con l’emissione dei primi bond denominati in euro dallo scorso mese di aprile (la divisa ufficiale è il litas). Nel dettaglio, la nazione baltica ha deciso di lanciare questi strumenti per un importo complessivo di quattrocento milioni di euro, anche perché sono sempre più numerosi i passi compiuti per ridimensionare il deficit di bilancio.

Obbligazioni decennali per le Filippine

A ottobre le Filippine hanno proposto una obbligazione a venticinque anni: a distanza di un mese esatto, il governo torna a far parlare di sé dal punto di vista obbligazionario con una emissione da 750 milioni di dollari e una cessione di titoli a dieci anni e denominati in pesos locali. L’obiettivo della nazione asiatica è sostanzialmente quello di ridurre le spese relative agli interessi, senza dimenticare il debito in dollari americani da ridimensionare a tutti i costi. Il rendimento scelto in questo caso è molto vicino ai quattro punti percentuali, come emerso dall’annuncio ufficiale. I ricavi complessivi dell’offerta in questione, inoltre, saranno sfruttati per rimborsare le obbligazioni globali messe a disposizione in euro e in dollari.

Development Bank of Mongolia colloca un bond quinquennale

Development Bank of Mongolia, una delle principali banche statali dello stato asiatico, ha collocato con successo dei titoli sovrani con scadenza a cinque anni e per un importo complessivo di 580 milioni di dollari americani: i destinatari dell’offerta in questione sono soprattutto gli investitori internazionali, più precisamente coloro che hanno aderito all’Euro Medium Term Note Programme. Un’altra caratteristica che bisogna tenere bene a mente è anche il ritorno economico che viene messo a disposizione da questi strumenti finanziari, vale a dire un rendimento compreso tra i 5,75 e i 6 punti percentuali, nonostante gli analisti avessero puntato su dei valori leggermente superiori.

La Costa Rica pianifica le emissioni di bond del 2012

Il governo della Costa Rica cercherà di vendere almeno cinquecento milioni di dollari in titoli obbligazionari nel corso di quest’anno: l’intento della nazione centroamericana è quello di sostenere in maniera adeguata la crescita economica, cercando di migliorare al contempo il proprio sistema infrastrutturale, come ha anche sottolineato Fernando Herrero, ministro delle finanze. In questo modo, il paese si unisce idealmente a Bolivia e Trinidad & Tobago, le quali hanno annunciato di recente i loro piani obbligazionari con l’identica denominazione in dollari americani, il tutto per ridimensionare i costi di indebitamento. Le obbligazioni costaricane dovrebbero beneficiare di una scadenza pari a dieci anni, con il rendimento che deve invece ancora essere discusso.

La Mongolia cancella l’emissione di bond in dollari

Se ne era parlato molto nei mesi scorsi, ma la Mongolia ha ora deciso di rinunciare ai bond denominati in dollari americani, cancellando di fatto l’emissione: il piano in questione, il quale prevedeva dei titoli obbligazionari da lanciare entro quest’anno, non avrà alcun seguito a causa della crescita che si prevede quest’anno per il paese asiatico, circa venti punti percentuali di rialzo, grazie, in particolare, alle esportazioni di carbone. Quindi, l’emissione non viene più ritenuta necessaria ed essenziale. Nel dettaglio, alcune banche internazionali si erano offerte di gestire la vendita di oltre due miliardi di dollari in bond, un importo superiore di addirittura quattro volte rispetto alla cessione di giugno (cinquecento milioni di dollari per la precisione).