Lo Zambia insiste con le emissioni obbligazionarie in dollari

Il debutto dello Zambia nella vendita di bond denominati in dollari ha aperto la via a una emissione da record che rischia di mettere in tensione la capacità di finanziamento del governo: la situazione risulta comunque meno pericolosa di sette anni fa, quando il paese africano, maggior produttore continentale di rame, non fu in grado di pagare il proprio debito. Ammontano a sei miliardi di dollari i prestiti zambiani che sono stati cancellati, incluso quello erogato nel corso del 2006 dalla Banca Mondiale. La cessione odierna ammonta a 750 milioni di dollari e rappresenta la prima vendita internazionale dallo scorso mese di settembre.

I bond decennali e ad alto rendimento dell’Ucraina

L’Ucraina rappresenta la nazione con il rating più basso tra quelle che hanno emesso debito nel corso di questo 2012: il riferimento va senza dubbio all’ultima offerta obbligazionaria, la quale ha riguardato un importo complessivo pari a 1,25 miliardi di dollari, una operazione resasi necessaria per venire incontro alla domanda di quegli investitori che puntano ad alti rendimenti. Investire in mercati emergenti a caccia di dividendi può essere utile, ma in questo caso si cerca proprio di sfruttare la situazione non proprio rosea del paese dell’Europa orientale.

Barclays emette un CoCo Bond a dieci anni

L’istituto di credito britannico Barclays ha quotato dei CoCo Bond decennali per un importo pari a tre miliardi di dollari e con un rendimento iniziale fissato a 7,625 punti percentuali: nel dettaglio, bisogna subito precisare che gli ordini degli investitori sono stati superiori di oltre cinque volte (diciassette miliardi di dollari per la precisione). Come si spiega un simile successo? La forte domanda che si è appena descritta può essere motivata, in particolare, con l’alto ritorno economico, il quale può però anche risultare in una perdita totale a danno degli obbligazionisti.

Storico bond decennale per la Bolivia

Un evento a dir poco storico: dopo quasi un secolo di attesa, la Bolivia ha deciso di affidarsi nuovamente ai mercati globali del credito, lanciando per l’occasione titoli obbligazionari che giungeranno a scadenza tra dieci anni e per un importo complessivo pari a cinquecento milioni di dollari. In pratica, l’ammontare in questione è stato scelto basandosi sulla fiducia degli investitori finanziari. Il rendimento garantito in questo caso, inoltre, è di 4,875 punti percentuali, mentre tutti gli altri dettagli utili per identificare un’offerta simile non sono stati resi noti.

Col fondo di Silk Road si investe su Mozambico, Myanmar e Mongolia

Il fattore M è l’elemento peculiare di Silk Road M3 Fund: questo fondo di investimento, infatti, è specializzato su tre nazioni che sono accomunate dalla stessa iniziale, la M per l’appunto, vale a dire la Mongolia, il Mozambico e il Myanmar (il nome ufficiale con cui si identifica la Birmania). Perché proprio queste nazioni di cui non si sente parlare poi tanto spesso? Si sta parlando di paesi che sono caratterizzati da tassi di crescita economica molto alti, un trend agevolato dall’abbondanza di materie prime, una ricchezza che non viene ancora sfruttata in modo integrale.

I bond del Vietnam hanno il miglior rendimento dell’Asia

I bond vietnamiti denominati in dollari sono gli strumenti finanziari che hanno conseguito i maggiori guadagni nel corso di quest’anno nel continente asiatico: il motivo è presto spiegato, visto che il primo ministro Nguyen Tan Dung ha da tempo dichiarato guerra all’inflazione, accrescendo allo stesso tempo le riserve di valuta estera, favorendo in questa maniera la domanda per le azioni. I titoli in questione hanno garantito agli investitori un rendimento piuttosto consistente, pari a dieci punti percentuali, come mostrato chiaramente dagli indici di Hsbc. I ritorni economici di altre nazioni asiatiche sono ben lontani da questo livello, con le obbligazioni indiane che hanno superato di poco il 7%, mentre quelle cinesi sono poco al di sotto del 5%.

Mercati emergenti: il fascino dei bond governativi al 6,5%

I titoli obbligazionari dei cosiddetti mercati emergenti potrebbero rappresentare un investimento raro in grado di conquistare i sottoscrittori più diversi anche in questo periodo così difficile: è il rendimento a dettare legge e l’attuale 6,5% potrebbe conquistare, ad esempio, l’investitore più aggressivo, affascinato dall’alto rischio e più interessato a paesi di questo tipo che a quelli maggiormente “tranquilli”, come gli Stati Uniti, la Germania e il Regno Unito. L’investitore più timido, al contrario, avrebbe interesse a sfruttare i rapidi miglioramenti del credito da parte dei mercati in questione, visto che allo stato attuale sono soprattutto le economie sviluppate a lottare duramente per controllare le loro finanze.

Chrysler, maxi offerta di bond ad alto rendimento

Il gruppo Chrysler e il mercato dei bond non riescono a stare lontani l’uno dall’altro. La casa automobilistica di Auburn Hills ha infatti deciso di tornare nuovamente a questo specifico segmento finanziario con una delle maggiori offerte degli ultimi due anni: si tratta di una proposta che va a riguardare direttamente i titoli ad alto rendimento e che dovrebbe essere in grado di rifinanziare i prestiti contratti. La società americana si è vista costretta ad accrescere l’offerta obbligazionaria fino a un totale di 3,5 miliardi di dollari, un incremento che ha coinvolto anche i tassi di interesse dei prestiti a sei anni. Secondo gran parte degli analisti, le modifiche in questione dovrebbero essere le più adatte per stabilizzare le trattative attualmente in corso. Chrysler, la quale fa parte del gruppo Fiat, deve far fronte a un debito piuttosto consistente, quindi ci si è rivolti al mercato più propizio in questo preciso momento storico; i bond saranno equamente suddivisi tra le scadenze a otto e dieci anni, con la quotazione effettiva prevista per la giornata di domani.

Liquidità: Rendimax 18 mesi prevede un tasso del 3,33%

La scelta di un conto deposito che sia davvero sicuro ed efficiente non è uno degli esercizi più semplici per gli investitori finanziari: Rendimax 18 mesi, lo strumento che viene messo a disposizione da Banca Ifis, può però rappresentare una soluzione importante. Il servizio in questione può essere agevolmente attivato accedendo al sito web dello stesso Rendimax e va ad accompagnare idealmente un altro conto di deposito molto simile, vale a dire quello che è stato ormai lanciato da oltre due anni e mezzo e che beneficia di un arco temporale di dodici mesi. Come si evince già dal nome del nuovo conto, invece, il periodo che viene preso a riferimento è più ampio (un anno e mezzo) e inoltre i risparmiatori possono contare su un tasso lordo pari al 3,33%, ben superiore a quello nominale del conto descritto in precedenza.

Investimenti artistici: per Nomisma il rendimento è pari al 3,9% annuo

Quando si parla nello specifico dei cosiddetti beni rifugio, ci si dimentica troppo spesso dell’arte e delle sue opere più preziose, una vera e propria cassaforte finanziaria: è possibile quantificare i reali vantaggi di questa forma di risparmio considerata ancora “di nicchia”, ma in grado di fornire grandi soddisfazioni ai soggetti interessati? Nomisma ha provato a stimare il fenomeno e le sue dimensioni, e i dati sono davvero interessanti. Tra gli artisti preferiti dagli investitori coinvolti c’è sicuramente Mario Schifano, ma la sua non è una leadership assoluta; anche le opere d’arte di grandi personaggi come Carlo Carrà, Graham Sutherland, Georges Braque, Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro sono molto gettonate e consentono di beneficiare di un bene di ottimo valore. Il rapporto sul mercato dell’arte, tra l’altro, ha messo in luce come tele e sculture siano appannaggio dei grandi appassionati di questa espressione culturale, e persino dei risparmiatori più avveduti, sempre più alle prese con le difficoltà e gli ostacoli dei prodotti tradizionali.

Il successo dei bond greci: quali prospettive future?

greek-flagIl collocamento del bond greco a cinque anni (la scadenza è stata fissata al 20 agosto 2015) sta riscuotendo un enorme e inatteso successo: l’offerta programmata (5 miliardi di euro) è stata infatti superata di ben cinque volte dalla domanda da parte degli investitori. A questo punto, il governo di Atene potrebbe anche decidere di incrementare l’importo, ma in tale ipotesi vi sarebbe il rischio di dover riconoscere una cedola superiore a quanto previsto. Secondo gran parte degli esperti, comunque, sarà molto difficile che la nazione ellenica provveda ad emettere titoli per una somma superiore ai 7 miliardi di euro: le attese del mercato si riferiscono a un coupon del 6,12%, vale a dire un premio di 380 punti base sul corrispondente titolo tedesco. C’è da ricordare che questa emissione è stata curata sostanzialmente da un gruppo di banche, un pool composto da Deutsche Bank, Credit Suisse, Eurobank Efg, Goldman Sachs, Morgan Stanley e National Bank of Greece.