Mercati emergenti: il fascino dei bond governativi al 6,5%

I titoli obbligazionari dei cosiddetti mercati emergenti potrebbero rappresentare un investimento raro in grado di conquistare i sottoscrittori più diversi anche in questo periodo così difficile: è il rendimento a dettare legge e l’attuale 6,5% potrebbe conquistare, ad esempio, l’investitore più aggressivo, affascinato dall’alto rischio e più interessato a paesi di questo tipo che a quelli maggiormente “tranquilli”, come gli Stati Uniti, la Germania e il Regno Unito. L’investitore più timido, al contrario, avrebbe interesse a sfruttare i rapidi miglioramenti del credito da parte dei mercati in questione, visto che allo stato attuale sono soprattutto le economie sviluppate a lottare duramente per controllare le loro finanze.

Ovviamente, bisogna precisare che non tutti gli emergenti sono allo stesso livello, ma visto che si tratta di un vero e proprio gruppo si beneficia di un debito identico, il quale corrisponde a circa un terzo del loro prodotto interno lordo (il 50% di quello degli Stati Uniti secondo alcuni ricercatori). Il deficit medio di bilancio si aggira invece attorno al 2% del Pil stesso, mentre quello americano supera abbondantemente gli undici punti percentuali. A quali paesi bisogna rivolgersi allora? Il Brasile, il Messico, Taiwan e la Malesia rappresentano delle buone speranze dal punto di vista degli investimenti; tra l’altro, si deve ricordare che ben otto trilioni di dollari delle riserve valutarie estere appartengono proprio a tali governi. Inoltre, il declassamento di economie come gli stessi Stati Uniti, il Giappone e la Spagna, spinge gli investitori a focalizzare i loro portafogli altrove.

Certo, è più che prematuro parlare degli emergenti come di un porto sicuro o di un bene rifugio, ma comunque vi sono istituzioni molto più deboli e la volatilità viene incrementata altrove. Tra l’altro, il vasto universo dei bond si sta espandendo: le emissioni dei paesi in via di sviluppo sono state superiori a tutto il resto nel corso degli ultimi anni, segno che il rischio correlato ha un buon appeal.

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