Rischi e opportunità dai bond di paesi emergenti

L’investimento in obbligazioni emesse da paesi emergenti non viene considerato più tanto rischioso come accadeva ad esempio dieci o quindici anni fa. La crisi finanziaria del 2008 ha dimostrato come molti paesi emergenti, in particolare asiatici e latinoamericani, siano diventati molto più solidi e in grado di reggere meglio che in passato all’onda d’urto di una grave turbolenza dei mercati. Dopo la crisi del Sud-Est asiatico (1997), della Russia (1998) e di alcuni paesi latinoamericani ad inizio 2000, i mercati emergenti hanno imparato a porre maggiore enfasi sul controllo del bilancio pubblico.

Secondo Greg Saichin, responsabile dei portafogli obbligazionari dei paesi emergenti e high yield di Pioneer, “dobbiamo smettere di ritenene l’investimento nei bond dei mercati emergenti rischioso come eravamo abituati a considerarlo in passato”. Dopo il crack di Lehman Brothers nel settembre 2008, l’indice Jpm Embi composite è crollato ma durante la crisi dei debiti sovrani europei ha tenuto bene. Nell’ultimo periodo il summenzionato indice ha fatto nettamente meglio dell’indice obbligazionario governativo europeo Emu.

Inoltre, ha sovraperformato anche l’indice Jpm Global che contiene bond di paesi altamente sviluppati come Stati Uniti, Giappone, Germania e Regno Unito. Secondo l’esperto di Pioneer, gli investitori si stanno accorgendo sempre più degli sforzi fatti dai paesi emergenti nel miglioramento dei bilanci pubblici, ma il premio per il rischio riconosciuto ai corporate bond – rispetto ai bond sovrani – viene considerato ancora eccessivo. Secondo il money manager questo premio non è giustificato dai fondamentali economici. Bisogna anche ricordare che negli ultimi 10 anni aziende di paesi emergenti con rating investment grade hanno fatto passi da gigante per migliorare il proprio merito di credito.

Dall’altra parte, invece, diverse aziende occidentaali un tempo considerate molto solide hanno perso diversi livelli sul merito di credito nella scala di valutazione delle agenzie di rating internazionali. Secondo il gestore di Pioneer i bond emergenti dovrebbero avere maggiore peso negli indici di riferimento, visto il trend costante di aumento delle emissioni avvenuto negli ultimi 10 anni. Oggi, secondo le rilevazioni di Jp Morgan, il debito dei paesi emergenti ammonta a circa 12 trilioni di dollari. I rischi maggiori arrivano dai bond emergenti denominati in valute forti, che dipendono molto dall’aumento dei tassi americani e dall’eventuale fiscall cliff negli Stati Uniti.

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