Investire nei paesi emergenti nel secondo semestre 2012

Il rallentamento dell’economia mondiale risente molto della crisi nelle economie mature, che ormai crescono a ritmi davvero molto bassi se confrontati con quello dei paesi emergenti. Tuttavia, anche questa categoria sembra stia riscontrando problemi, dovuti per lo più al calo dell’export e al clima di minore fiducia presente oggi sui mercati internazionali. La crisi del debito in Europa e il rallentamento in corso negli Stati Uniti stanno avendo ripercussioni anche sui paesi ad alta crescita, in particolare i cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica).

Negli ultimi tempi le banche centrali di molti paesi emergenti sono intervenute tagliando a più riprese i tassi di interesse (di recente Cina, Brasile, India e Korea) e hanno messo a punto misure restrittive di politica monetaria. Secondo John Greenwood, chief economist di Invesco, “questa flessione del tasso di crescita delle economie emergenti conferma la forte dipendenza di questi paesi dalle esportazioni”. Venerdì scorso la Cina ha annunciato una crescita del pil al ritmo del 7,6%, di poco sotto le attese e ai minimi da tre anni.

Secondo il guru di invesco, la frenata dei paesi emergenti conferma “la capacità relativamente limitata di indurre un aumento della domanda locale in assenza di uno sviluppo sostenuto delle conomie industrializzate di Europa e Nord America”. In particolare, la Cina si è trovata alle prese con due tipologie di rallentamento economico. Da un lato ha sperimentato una frenata dell’attività domestica, imposta dalle autorità monetarie per mettere un freno all’eccessiva crescita dopo le misure espansionistiche del periodo 2008-2009.

Dall’altro lato è avvenuta una frenata involontaria delle esportazioni verso i mercati europei e americani. Tuttavia, secondo Greenwood, “in entrambi i casi è improbabile una rapida inversione di tendenza”. Inoltre, l’importanza del rallentamento di Pechino dipende dal fatto che l’ex Impero Celeste funge da traino per numerosi paesi asiatici e africani per i materiali di base, mentre è un mercato di esportazioni fondamentale per Europa e Stati Uniti.

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