Investire nei paesi del Far East asiatico a fine 2012

Il forte rallentamento dell’economia cinese e indiana dovrebbe creare i presupposti per una frenata della locomotiva asiatica, con ripercussioni negative sull’Europa e gli Stati Uniti. In realtà è proprio l’andamento negativo delle principali economie mondiali occidentali a creare problemi al continente asiatico, che ad ogni modo deve fare i conti anche con una minore domanda interna. Dopo dieci anni di esuberanza, il pil asiatico crescerà a ritmi molto più lenti rispetto al passato ma comunque superiori al pil mondiale.

Il problema non riguarda solo le Tigri asiatiche del Far East o l’India, ma anche i paesi industrializzati con standard occidentali come il Giappone e la Corea del Sud. Secondo Luca Silipo, chief economist per l’Asia di Natixis, l’area sta sperimentando un pericoloso processo di avvitamento. In questo contesto, secondo l’esperto, “la Cina rischia ha un problema di sofisticazione delle esportazioni che presentano un basso contenuto tecnologico e per questo rischiano di essere spiazzate sui mercati internazionali”.

La fase di rallentamento economico dovrebbe spingere le grandi banche centrali asiatiche, Cina in primis, a mantenere una politica monetaria accomodante con tendenza al ribasso per i tassi di interesse. L’economista si aspetta che nei prossimi anni la finanza possa avere un ruolo predominante nell’economia, come accade ad esempio negli Stati Uniti e in Europa. L’esperto di Natixis ritiene che tra i paesi più interessanti sui quali investire c’è l’Indonesia, soprattutto se sarà in grado di mantenere stabile la propria valuta nel corso del tempo. Qualche problema dovrebbe averlo l’Australia, che soffrirà la frenata delll’economia cinese mettendo a rischio il rating AAA.

L’asset class che in questa fase attira maggiori capitali è senza dubbio quella dei corporate bond, che ha già sperimentato un record con ben 106 miliardi di dollari di emissioni. Sta aumentando l’appeal per i bond denominati in yuan cinesi, sottoscritti da investitori non residenti. I bond in yuan (o renminbi) scambiati sui mercati offshore offrono un rendimento del 4%, che non dovrebbero cambiare molto in un contesto di tassi bassi. Frankie Tai di Invesco punta su Singapore, considerata la Svizzera dell’Asia, che ha un’elevata qualità del credito e un rating AAA.

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