Dividendi record tra le blue chip di Piazza Affari nel 2012

L’Europa può essere considerato il continente malato, a causa della grave crisi dei debiti sovrani e della moneta unica che stanno mettendo a serio rischio l’esistenza dell’unione monetaria e gli equilibri consolidati da tempo nel vecchio continente. I paesi dell’Europa periferica, in particolare Italia e Spagna, sono quelli più in difficoltà e anche quelli che presentano quotazioni azionarie depresse e spesso sui minimi storici. Molte aziende sono molto generose in termini di dividendi, che attualmente è forse l’unico modo per attrarre capitali esteri in un periodo di così grande incertezza.

Molte blue chips staccano dividendi superiori al 4% e in certi casi anche oltre il 10%. Tuttavia, in borsa molte di queste azioni stanno facendo molto male da inizio anno e tra l’altro le super-cedole devono fare i conti con l’agguerrita concorrenza del Btp, che nell’ultima asta dei titoli triennali di venerdì scorso ha mostrato un rendimento lordo del 4,65%. In certi casi, come per aziende tedesche e francesi molto solide, le cedole del 4% sono più che apprezzabili se si considerano i rendimenti decimali o negativi dei bond sovrani emessi da Germania e Francia.

In Italia la top ten dei titoli con elevati dividendi è composta dai vari A2A, Atlantia, Snam, Terna, Mediolanum, Eni, Telecom, Enel, Intesa e Lottomatica. Tutti hanno un dividend yield netto 2012 compreso tra il 5% e l’8%. A2A offre una cedola superiore all’8%, ma il titolo in borsa sta facendo molto male: la quotazione è sui minimi storici di area 0,35 euro e da inizio anno la perdita in borsa è molto vicina al 100%.

Le basse valutazioni e l’elevata redditività offerta possono ingannare. Lo stesso vale per Enel, che ha una cedola del 6,11%. Da inizio anno, però, le azioni peerdono il 25% circa del loro valore. Il rischio della “trappola del valore” è concreto, per cui è meglio fare grande attenzione e puntare su una selezione di titoli con una buona visibilità sulle cedole future.

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