Investire in bond di paesi emergenti

bond paesi emergentiIn futuro si potrebbe delineare una situazione favorevole per gli investimenti in bond dei paesi emergenti, perché secondo l’head of emerging market debt di Nn Investment Partners, Marcelo Assalin, i rendimenti sono ai massimi storici e le possibilità di crescita delle rispettive economie sono alte, ma su ritmi costanti e moderati, quindi più stabili. Questo però contribuirà a abbassare gli spread, lasciando meno margine di guadagno. Ma d’altra parte, se si vuole rischiare molto, i bond non sono certamente i titoli ideali. Bisogna comunque valutare molti fattori, tra cui le monete nazionali, che secondo gli analisti, per i paesi emergenti, sono sottostimate del 15%, e che potrebbero risalire velocemente nei prossimi anni, garantendo un profitto ulteriore. Le inflazioni e i tassi di interesse piuttosto alti inoltre, potrebbero, grazie alle buone crescite finanziarie, spingere le diverse banche centrali interessate a tagliare il costo del denaro, aumentando i capital value dei bond. Occhio quindi ai bond di Turchia, Russia, Brasile e Sud Africa, che potrebbero regalare ottimi profitti nella loro combinazione di rendimento e cambio valutario.

Demografia, crescita economica, possibilità di spingere in alto i prezzi delle materie prime. I fattori che giocheranno sulla scacchiera saranno molti, ma gli analisti sono concordi nel reputare alcuni paesi molto convenienti, e invitano gli investitori a sostenere i loro debiti sovrani.

Strategie di investimento su azioni e bond nel 2013 di Pictet AM

pictet1_612729174Alla Pictet Asset Management sono convinti che dopo 5 anni di politiche monetarie ultra-espansive ci stiamo ormai avvicinando verso la exit strategy e quindi a una fase di normalizzazione. D’altronde, gli spazi per mettere a punto nuove manovre monetarie e fiscali sono molto limitati. Negli ultimi mesi la società di gestione del risparmio del gruppo bancario di Ginevra ha puntato molto sull’azionario globale e sui bond europei, sia governativi che societari. Gli esperti di Pictet AM si aspettano ancora una fase di crescita per queste asset class, nonostante il recente rally.

Previsioni bond paesi emergenti 2013 secondo Jp Morgan Am

Nonostante la corsa messa a punto negli ultimi mesi, i bond dei paesi emergenti restano ancora molto attraenti per la maggior parte dei gestori dei fondi di investimento. E’ chiaramente indispensabile una certa selettività se si vuole trovare valore ed evitare brutte sorprese e/o eccessivi rischio (come il caso dell’Argentina, tornata di nuovo a essere a rischio default). Ad ogni modo, in termini relativi, le obbligazioni dei paesi emergenti offrono ancora rendimenti più elevati rispetto a quelli dei paesi maturi, con 240-250 punti di spread sui bond governativi americani.

Perché conviene investire in bond nel 2013 secondo Jp Morgan Am

La conferma di Barack Obama alla Casa Bianca potrebbe essere un fattore chiave del possibile successo del mercato dei bond anche nel 2013, dopo che dall’estate scorsa è partito un robusto rally di titoli governativi e corporate bond. Nonostante la corsa degli ultimi mesi, alcuni gestori continuano a puntare forte sui bond. La rielezione di Obama potrebbe avere effetti positivi, in quanto la politica monetaria ultra-espansiva della Federal Reserve non sarà modificata fino al 2015. Inoltre, proseguiranno le iniezioni di liquidità fin quando non si raggiungeranno livelli di occupazione soddisfacenti.

Investimento in bond di paesi emergenti sconsigliato da M&G

Quasi sempre i money manager delle principali case di investimento internazionali hanno opinioni molto simili sugli asset di investimento più promettenti e quelli invece da evitare in un’ottica di bilanciamaneto delle scelte di portfolio. Tuttavia, c’è chi va in controtendenza come ad esempio alla M&G. In particolare, se l’investimento in bond di paesi emergenti piace alla maggior parte dei gestori internazionali, il fondo M&G global macro bond va nella direzione diametralmente opposta. Il fondo è gestito da Jim Leaviss, che ha ottenuto anche il riconoscimento delle cinque stelle Mornigstar.

Rischi e opportunità dai bond di paesi emergenti

L’investimento in obbligazioni emesse da paesi emergenti non viene considerato più tanto rischioso come accadeva ad esempio dieci o quindici anni fa. La crisi finanziaria del 2008 ha dimostrato come molti paesi emergenti, in particolare asiatici e latinoamericani, siano diventati molto più solidi e in grado di reggere meglio che in passato all’onda d’urto di una grave turbolenza dei mercati. Dopo la crisi del Sud-Est asiatico (1997), della Russia (1998) e di alcuni paesi latinoamericani ad inizio 2000, i mercati emergenti hanno imparato a porre maggiore enfasi sul controllo del bilancio pubblico.

Bolla speculativa sui bond dei paesi emergenti?

Quello attuale è senza dubbio un ottimo momento per l’obbligazionario dei mercati emergenti. A dare slancio alle quotazioni di questi bond high-yield sono state le continue iniezioni di liquidità delle principali banche centrali mondiali effettuate nelle ultime settimane, in primis la Federal Reserve e la Bank of Japan. I nuovi piani di stimolo monetario e l’euforia degli investitori hanno spinto gli emittenti a piazzare un numero considerevole di bond sul mercato primario, tra l’altro nemmeno a condizioni molto generose.

Investire in bond di paesi emergenti a fine 2012

L’investimento in obbligazioni emesse da governi e aziende di paesi emergenti sta diventando sempre più appetibile agli occhi degli investitori, desiderosi di diversificare al meglio il proprio portafoglio finanziario in un contesto di forte variabilità dei rendimenti su scala globale. Fino a qualche anno fa investire in bond di paesi emergenti sarebbe stato inquadrato come un azzardo, o quantomeno un investimento ad elevato rischio. Oggi, invece, molti money manager stanno puntando su questi bond per difendersi dai rischi di oscillazione dei rendimenti di un portfolio obbligazionario.