Perché conviene investire in bond nel 2013 secondo Jp Morgan Am

La conferma di Barack Obama alla Casa Bianca potrebbe essere un fattore chiave del possibile successo del mercato dei bond anche nel 2013, dopo che dall’estate scorsa è partito un robusto rally di titoli governativi e corporate bond. Nonostante la corsa degli ultimi mesi, alcuni gestori continuano a puntare forte sui bond. La rielezione di Obama potrebbe avere effetti positivi, in quanto la politica monetaria ultra-espansiva della Federal Reserve non sarà modificata fino al 2015. Inoltre, proseguiranno le iniezioni di liquidità fin quando non si raggiungeranno livelli di occupazione soddisfacenti.

Secondo Lorenzo Alfieri di Jp Morgan Asset Management, intervistato da MF-Milano Finanza, “la rielezione di Barack Obama rappresenta il paradiso per i mercati obbligazionari, perché fa venir meno una grave incertezza: chi sarebbe stato il nuovo presidente della Federal Reserve e come sarebbe cambiata la politica monetaria della prima economia mondiale”. L’esperto di Jp Morgan Am sottolinea come il 2012 sia stato un anno spettacolare per il mercato obbligazionario, ma le prospettive per i prossimi mesi restano molto positive.

Il money manager scommette sui Treasury Bond americani, che potrebbero continuare a correre grazie alla politica dei tassi a zero e un’inflazione pienamente sotto controllo. Per quanto riguarda, invece, i bond governativi europei c’è meno interesse sia sui titoli di stato dei paesi periferici, come Spagna e Italia, sia per i titoli di stato di paesi “core”, come i Bund tedeschi che offrono tassi reali negativi. Alfieri consiglia di puntare maggiormente sui corporate bond emessi da aziende italiane e spagnole, che offrono rendimenti decisamente più elevati rispetto ai bond governativi.

In un’ottica di diversificazione di portafoglio, Alfieri guarda con interesse anche ai bond emessi da paesi emergenti, sui quali però è necessaria un’attenta selezione. Il guru di Jp Morgan Am consiglia poi una maggiore diversificazione in monete estere, soprattutto di paesi emergenti con finanze pubbliche solide e inflazione sotto controllo. Alfieri ha sottolineato che le strategie di investimento messe a punto sui bond denominati in valute diverse dall’euro non prevedono la copertura del rischio di cambio.

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