Lyxor propone un Etf collegato all’indice Russell 2000

La giornata di domani sarà molto importante per gli investitori amanti degli Exchange Traded Fund, in particolare quelli che beneficiano del marchio Lyxor: la compagnia transalpina quoterà presso il comparto EtfPlus di Borsa Italiana il suo nuovo prodotto, la cui denominazione ufficiale sarà Lyxor Etf Russell 2000 (il codice Isin di riferimento in questo caso è FR0011119221). Il segmento degli Oicr Aperti Indicizzati è pronto ad accogliere questo strumento specifico, ma di cosa si tratta esattamente? Tra le caratteristiche peculiari, si possono citare, ad esempio, l’euro come valuta di negoziazione, il differenziale massimo di prezzo, il quale sarà pari a 1,5 punti percentuali, i 35mila titoli complessivi e la natura dell’indice, ovvero quella di Net Total Return.

Emirates NDB emette i primi sukuk del 2012

La Emirates NBD, uno dei maggiori prestatori degli Emirati Arabi Uniti (la sua sede è a Dubai), sta analizzando nel dettaglio la propria emissione obbligazionaria: nello specifico, il compito del lancio finanziario in questione spetterà all’unità islamica, la Emirates Islamic Bank, la quale ha selezionato il prezzo iniziale del sukuk a cinque anni che dovrà essere immesso a breve nel mercato di riferimento, con l’area più probabile circoscritta ai 350 punti base. Ovviamente, vi sarà anche un benchmark di tutto rispetto. Gli scambi possono quindi essere aperti e avviati, con la quotazione vera e propria che è prevista proprio nel corso di questa settimana.

Le polizze vita nel 2012

Che anno sarà il 2012 per quel che concerne le polizze vita? Prevedere già ora, in un mese di gennaio, quello che saranno i rendimenti futuri è praticamente impossibile, si può soltanto azzardare qualche ipotesi: in effetti, le performance degli ultimi anni sono state senza dubbio positive, con delle percentuali interessanti in relazione alle gestioni separate, ma le previsioni finanziarie non sono il forte di nessuno. Ciò nonostante, un discorso accurato può essere fatto in merito ai fattori che andranno a influenzare tali strumenti nel corso di questi dodici mesi. Anzitutto, bisogna tenere in alta considerazione l’imposizione fiscale con cui si avrà a che fare, visto che l’ultima manovra finanziaria ha anche previsto un innalzamento dal 12,5 al 20%.

General Electric emette quattro miliardi in obbligazioni

General Electric Company, celebre multinazionale americana fondata da Thomas Alva Edison, ha emesso titoli obbligazionari per quattro miliardi di dollari: l’intento della vendita in questione è soprattutto quello di far fronte in maniera adeguata alle scadenze del debito societario nel corso di questo 2012. Nello specifico, tale lancio ha riguardato due miliardi di dollari di strumenti in scadenza fra tre anni e un miliardo di dollari a testa per altre due scadenze, vale a dire cinque e dieci anni. Il colosso di Fairfield non può comunque dimenticare i 78,7 miliardi di dollari di bond che giungeranno a maturazione proprio quest’anno.

Le obbligazioni dell’Illinois vengono declassate da Moody’s

Il rating dei titoli obbligazionari dello stato federale dell’Illinois non godono certo di una buona reputazione: l’ultimo provvedimento dell’agenzia americana Moody’s si è reso necessario per ridimensionare questa valutazione, la quale è passata da A1 ad A2, sempre nell’ambito della buona affidabilità di investimento, ma pericolosamente vicina al giudizio inferiore. Tra l’altro, in questa maniera l’Illinois rappresenta lo stato a stelle e strisce con il rating più basso in assoluto per quel che concerne la compagnia in questione, non certo un primato di cui ci si può vantare. Il declassamento a cui si sta facendo cenno, inoltre, ha delle motivazioni ben precise e serie.

I rendimenti dei Pronti Contro Termine

Una volta conosciuti i rischi e i limiti dei Pronti Contro Termine, se si è ancora intenzionati a puntare su questo tipo di investimento, allora si possono anche snocciolare i possibili vantaggi: in quanto a rendimenti, durata e obiettivo finale della sottoscrizione, questo strumento finanziario si presenta in tutto e per tutto come un Buono Ordinario del Tesoro, rappresentandone inoltre una valida alternativa. Il funzionamento è ben noto e semplice, anche perché andando a fissare in via anticipata il prezzo di acquisto e quello della vendita futura, l’investitore coinvolto potrà assicurarsi un determinato tasso di interesse, il ritorno economico a cui punta senz’altro.

I rischi dei Pronti Contro Termine

Quando si pensa a una forma di risparmio alternativa ai Buoni Ordinari del Tesoro, si pensa immediatamente ai Pronti Contro Termine: questi strumenti finanziari consentono di investire una buona dose di liquidità quando i mercati vivono fasi di forte nervosismo, come sta appunto accadendo ora. Un tipico vantaggio, poi, che viene spesso citato è quello della totale assenza di rischi, la quale associa tali prodotti a una delle sicurezze più alte a livello finanziario. Ma stanno davvero così le cose? In realtà, dopo aver ricordato che l’investimento consiste nell’acquisto a pronti (nella data imminente) di un certo quantitativo di titoli dalla banca, in cambio della certezza di una vendita futura (a termine quindi) e a un prezzo superiore a quello d’acquisto, bisogna anche citare qualche difetto.

Banca Aletti emette un Planar Certificate in scadenza nel 2015

La denominazione del nuovo certificato di investimento di Banca Aletti è davvero lunghissimo, ma si propone come uno dei primi e più interessanti strumenti finanziari del 2012: l’istituto del gruppo Banco Popolare ha infatti emesso appena due giorni fa il Planar di tipo Quanto su basket di indici: Planar Quanto su Basket Index 10_11 Protezione 90% Partecipazione 100% 21 Ottobre 2015. Di cosa si tratta esattamente? Questo prodotto, il quale è stato collocato presso il comparto Sedex di Borsa Italiana, beneficia, come accade di consueto in questi casi, di una liquidazione di tipo monetario.

Il Sudan lancia dei sukuk dal rendimento altissimo

Il Sudan, paese africano che sta combattendo contro una delle crisi economiche più severe e complicate della propria storia, sta anche cercando di mettere da parte le proprie amarezze con un’offerta finanziaria: nel dettaglio, l’operazione ha coinvolto il lancio di bond islamici con un rendimento annuo di ben venti punti percentuali (una chiara testimonianza delle condizioni di salute della nazione). In aggiunta, il denaro che verrà ricavato da questa specifica vendita sarà utilizzato per finanziare il deficit di bilancio e tentare di attenuarlo il più possibile. Come ha annunciato lo stesso esecutivo della repubblica subsahariana, i sukuk in questione (da queste parti si chiamano shahamas) saranno ceduti almeno fino al prossimo 25 gennaio.

I migliori dividendi del 2012

Il 2012 è appena cominciato, eppure si possono già azzardare quelli che saranno i titoli e le società che garantiranno i migliori dividendi dell’anno: questa speciale selezione dipende essenzialmente dalle quotazioni passate e dalla solidità aziendale, cerchiamo ora di capire di cosa si tratta. Una delle azioni su cui gli investitori possono fare grande affidamento è Coca Cola. Come è noto, il colosso delle bevande analcoliche è quotato presso il New York Stock Exchange e la diversificazione nel portafoglio viene garantita, in particolare, dagli ultimi investimenti che sono stati realizzati.

Le Filippine emettono bond a 25 anni per sostenere l’economia

Il governo delle Filippine ha emesso dei bond a venticinque anni e denominati in valuta americana per un totale complessivo di 1,5 miliardi di dollari: l’intento è chiaro e inequivocabile, la nazione asiatica punta a irrobustire la propria spesa e a sostenere la crescita economica nel 2012. I titoli in questione, previsti in scadenza nel 2037, hanno cominciato la loro esperienza finanziaria con un rendimento pari a cinque punti percentuali, un dato che va confrontato con il prezzo iniziale, vale a dire il 5,25%. Tra l’altro, bisogna anche sottolineare come Standard & Poor’s abbia rivisto al rialzo l’outlook di Manila, con il debito che attualmente viene valutato con il rating BB.

Unicredit si appresta a varare l’aumento di capitale

La giornata odierna sarà campale per Unicredit: il gruppo bancario ha infatti avviato proprio in mattinata il consiglio di amministrazione, il quale avrà il compito di varare il prezzo finale e definitivo dell’aumento di capitale, una operazione che prevede un importo complessivo di 7,5 miliardi di euro. Si può dunque ben capire l’importanza di un momento simile, con i vertici che sono ovviamente tutti presenti, dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni al direttore generale Roberto Nicastro, passando per Carlo Pesenti, consigliere dell’istituto di credito di Piazza Cordusio. Per il momento, comunque, ci si può affidare solamente alle indiscrezioni. Quelle più interessanti riguardano, in particolare, l’arrivo in prima battuta del vice presidente vicario di Unicredit, Luigi Castelletti, mentre si sa anche che diversi consiglieri saranno “presenti” virtualmente, attraverso una opportuna conference call.

National Bank of Greece propone il riacquisto dei propri bond

La National Bank of Greece, maggior prestatore della nazione ellenica, ha offerto il riacquisto di circa 2,5 miliardi di dollari in titoli obbligazionari e azioni ibride: la mossa è volta, in particolare, a potenziare il capitale del gruppo e fronteggiare in maniera adeguata la crisi del debito sovrano che continua a sconvolgere il continente europeo. Il buy back in questione andrà a riguardare 1,5 miliardi di euro di strumenti con un rendimento pari a 3,875 punti percentuali. Si tratta, nello specifico, di covered bond in scadenza nel 2016 (la scadenza sarà quindi quinquennale), senza dimenticare le cinque serie di azioni privilegiate che saranno denominate in euro, dollari e sterline.

Perchè la Germania non è in crisi?

Con tutto il vociferare intorno a questa crisi dell’Eurozona, ci sono degli aspetti che rischiano di essere sottovalutati mentre invece meriterebbero le prime pagine dei telegiornali (che per il momento si guardano bene dal fare questo tipo di servizi). Grazie all’informazione libera del web però riusciamo sempre ad essere informati su praticamente tutto quello che succede nel mondo, anche se “ricomporre” il complicato puzzle della crisi e del rischio di recessione dell’Eurozona è veramente difficile.

In tutto questo, che posizione ha la Germania? Perchè è il punto di riferimento per l’Europa e perchè sembra che non sia in crisi? La risposta potrebbe benissimo essere dentro la domanda, più precisamente dentro la parola “sembra” che mette un grande interrogativo di fronte alla facciata che la Germania riesce a conservare di fronte a tutto il mondo.