I peggiori Etf del 2012

Prima di capire come investire in commodity nel 2013, è necessario approfondire le ultime performance degli Exchange Traded Fund nel corso di quest’anno: i dodici mesi che ormai stanno inesorabilmente per terminare si sono caratterizzati anche e soprattutto per risultati non proprio incoraggianti per quel che concerne tali strumenti finanziari. Cerchiamo allora di capire quali prodotti hanno registrato i risultati peggiori. La lista è capeggiata senza dubbio da un Etn della famiglia C-Tracks che è stato emesso da Citigroup. Si tratta, nello specifico, del fondo collegato al Volatility Index Total Return, il quale ha perso quasi il 100% del proprio valore.

Come investire in commodity nel 2013

Quest’anno le commodity hanno sperimentato diverse velocità. La migliore materia prima è stata il granoturco, che ha sfiorato un rialzo del 30%, mentre il petrolio ha fatto decisamente peggio con un ribasso intorno al 13%. L’oro dovrebbe chiudere il 2012 con un rialzo minimo, anche se ancora in territorio positivo per il dodicesimo anno consecutivo. Per il 2013 c’è grande cautela tra gli addetti ai lavori. Secondo molti analisti tutto ruota intorno all’andamento dell’economia cinese, che per molti è in netta ripresa ma per altri ancora a rischio hard landing.

Sei banche sono pronte a quotare gli Etf filippini

Sono sei le banche filippine che hanno mostrato un certo interesse per quel che riguarda la quotazione di Etf presso il locale Stock Exchange: il numero uno del Philippine Stock Exchange, Hans Sicat, ha reso nota in un’intervista questa possibilità finanziaria, facendo intendere come si tratti di istituti di credito locali e internazionali. Per quale motivo c’è così tanto bisogno di Exchange Traded Fund nel paese asiatico? Anzitutto, bisogna subito sottolineare che la prima emissione in questo senso dovrebbe avvenire non più tardi del primo trimestre del 2013 (il periodo compreso tra i mesi di gennaio e marzo per la precisione).

L’Etf sul rame fisico che fa tanto discutere

Il via libera da parte della Securities and Exchange Commission (Sec, la Consob americana) ha consentito agli investitori di beneficiare del primo Exchange Traded Fund che punta sugli acquisti di rame fisico: il prodotto in questione era stato proposto in maniera ufficiale da JPMorgan, ma i produttori e i commercianti della commodity si erano opposti con veemenza. Che cosa si teme nello specifico? Il timore è che il settore possa essere sconvolto nei suoi equilibri da un fondo di questo tipo. Un esempio emblematico lo si è avuto proprio due settimane fa, quando il manifatturiero Usa ha fatto rallentare i futures sul rame.

Investire in oro con gli Etf

Gli Etf in oro sono strumenti finanziari ibridi emessi da società create allo scopo di raccogliere capitali e investirli nel metallo prezioso, sia “fisico” che “sintetico” (futures oppure opzioni). Gli Etf che investono sulle materie prime si chiamano Etc, acronimo di Exchange traded commodity. L’obiettivo degli Etc sull’oro è quello di replicare il più fedelmente possibile l’andamento del prezzo dell’oro spot o del future sull’oro. Si tratta di fondi di investimento a gestione passiva, che si differenziano anche dagli altri fondi auriferi per le basse commissioni di gestione.

Etf Securities propone tre fondi collegati ai metalli preziosi

Etf Securities si conferma ancora una volta una emittente di spicco per quel che concerne gli Exchange Traded Fund: in effetti, la società londinese ha deciso di lanciare tre nuovi prodotti finanziari di questo tipo, con l’intento ben preciso di consentire agli investitori interessati di esporsi ai metalli preziosi. Giusto tre mesi fa, invece, la stessa Etf Securities si era focalizzata su quattro fondi collegati al petrolio. Gli strumenti in questione si chiamano, nel dettaglio, Etfs Physical Gold, Etfs Physical Silver e Etfs Physical Platinum e sono garantiti in maniera più che efficace dai metalli che sono inclusi nella loro denominazione, ovvero l’oro, l’argento e il platino.

L’India introdurrà uno sconto sugli Etf

Il governo indiano sta considerando seriamente di offrire dei veri e propri sconti per quel che riguarda gli Exchange Traded Fund collegati al settore pubblico: l’intento è quello di attrarre il maggior numero di investitori finanziari e di assicurare che il piano di disinvestimento sia posto in essere correttamente. Come ha precisato il Ministero delle Finanze del paese asiatico, lo sconto iniziale sarà pari al 5%, una offerta a cui poi potrà aggiungersi un altro 5% come bonus fedeltà in favore di tutti quei soggetti che hanno investito su strumenti finanziari di questo tipo. L’agevolazione andrà a riguardare il valore netto dell’asset, il quale sarà calcolato sulla base del prezzo azionario medio delle compagnie.

Migliori fondi che investono in Btp

Nonostante l’elevata volatilità generata dalla crisi finanziaria e dalla febbre dello spread, i money manager che gestiscono fondi di investimento focalizzati sui titoli di stato italiani sono riusciti a spuntare rendimenti al dir poco esaltanti, se considerati con la performance complessiva dei singoli bond o degli Etf che replicano gli indici obbligazionari. In tre anni i migliori gestori di Btp hanno guadagnato tra il 10% e il 20% netto, contro un 5% dei Btp triennali e della media degli Etf.

Come investire sui Btp a 1-3 anni con gli Etf

Il 15 novembre 2012 è sbarcato a Piazza Affari sulla piattaforma EtfPlus di Borsa Italiana un nuovo Etf della Lyxor (gruppo Société Générale), che permette di replicare l’andamento del mercato dei Btp di breve termine. Si tratta del nuovo Lyxor Etf Mts 1-3 Italy Government Bond, che ha come codice Isin FR0011313741 e codice Bloomberg BTP13 IM. Questo Etf, che ha come lotto minimo di una quota circa 100 euro, permette di investire sui titoli di stato italiani con scadenza che va dai 12 ai 36 mesi.

Ubs punterà sul business italiano degli Etf

Ubs non si limita soltanto a consigliare azioni europee: il celebre istituto di credito svizzero è infatti pronto a buttarsi a capofitto in un’avventura che si preannuncia proficua. Il collegamento tra queste intenzioni e il nostro paese è presto detto. Nel dettaglio, la banca di Basilea e Zurigo ha deciso di sviluppare il proprio business relativo agli Exchange Traded Fund per quel che concerne l’Italia, tanto è vero che il progetto è stato fatto partire con la nomina di un responsabile per il Belpaese in relazione a tali strumenti finanziari (nello specifico si tratta di Simone Rosti).

Lyxor: il primo Etf sui Btp a uno e tre anni

Dopo che con Lyxor è arrivato anche in Italia l’Etf legato alla volatilità, la compagnia ha focalizzato nuovamente l’attenzione sul nostro paese per un prodotto nuovo di zecca: si tratta del primo Exchange Traded Fund che sarà messo a disposizione a partire da domani su Borsa Italiana e che prenderà in considerazione i Btp (Buoni del Tesoro Poliennali) a uno e tre anni. La denominazione ufficiale di questo prodotto, Lyxor ETF MTS BTP 1-3Y Italy Government Bond, fa comunque già intendere molte delle caratteristiche principali. In particolare, gli investitori interessati dovranno far fronte a un costo pari a 0,165 punti percentuali l’anno, mentre il lotto minimo di negoziazione di un fondo è di circa cento euro.

Etf Ossiam per investire sui mercati al riparo dalla volatilità

Lo scorso 22 ottobre sono iniziate le contrattazioni di un nuovo Etf sul segmento EtfPlus di Borsa Italiana. Si tratta di Ossiam Etf World Minimum Variance Nr, emesso da Ossiam Lux. Il codice Isin di questo titolo è LU0799656698, mnetre il ticker è WOMV. Il costo totale annuo (Ter) è pari allo 0,65%. Questo Etf prevede la capitalizzazione dei dividendi. L’Etf targato Ossiam è davvero innovativo, visto che permette di investire sui principali mercati azionari sviluppati, tenendo sotto controllo il rischio e quindi la volatilità.

Il successo degli Etf in Thailandia

Il mercato degli Etf ha compiuto dieci anni in Italia, ma anche in altri paesi del mondo questi strumenti finanziari stanno incontrando un successo piuttosto importante: in particolare, gli Exchange Traded Fund, tra i prodotti più popolari in assoluto per quel che concerne i mercati globali, sono diventati un’alternativa davvero attraente in relazione alla Thailandia, paese in cui sono stati introdotti per la prima volta cinque anni fa. Le dimensioni degli assets sono cresciute a un ritmo rallentato nel periodo in questione, attestandosi a quota dieci miliardi di baht lo scorso anno e raggiungendo i quattordici miliardi in questo 2012.

Si rafforza la gamma italiana di Etf di Ossiam

Sono diventati sei gli strumenti finanziari che la banca d’affari francese Natixis sta per collocare presso Piazza Affari: l’ultima novità in questo senso è quella rappresentata da un Exchange Traded Fund, vale a dire l’Ossiam Etf World Minimum Variance, uno strumento che, come si intuisce molto chiaramente dalla denominazione, fa riferimento alla Sicav lussemburghese Ossiam, parte integrante dell’istituto di credito transalpino. Giusto un anno fa si era parlato proprio di Ossiam e del comitato scientifico per migliorare l’offerta, si è riusciti a conseguire questo traguardo?