Quali Btp comprare per battere l’inflazione nel lungo periodo

Se ci si vuole tenere lontani dai Btp Inflation Linked, ovvero i titoli di stato italiani indicizzati all’inflazione, che potrebbero presentare qualche problema legato alla volatilità e alla liquidità, battere l’inflazione nel lungo termine con i tradizionali Btp può essere possibile a patto di assumersi un maggiore rischio tassi. Infatti, l’ombrello per proteggersi dallo spauracchio dell’inflazione può essere aperto tranquillamente guardando avanti nel tempo. Oggi il tema della difesa dei risparmi dall’erosione del potere d’acquisto, a causa dell’incremento generalizzato dei prezzi, è senza dubbio molto sentito dai risparmiatori.

In particolare negli ultimi mesi, dopo essersi stabilizzata per anni dopo l’introduzione dell’euro intorno al 2%, in Italia l’inflazione ha ripreso a correre e ha superato il 3%. Siamo ancora su livelli lontani dal 15-20% degli anni ’90, ma pur sempre sopra la media e gli standard dell’Europa, che ha una banca centrale impegnata a mantenere stabile il tasso di inflazione sotto il 2%. Oggi è possibile spuntare rendimenti positivi “reali”, ovvero depurati dal tasso di inflazione, solo allungando la duration media dei titoli in portafoglio, considerando la discesa dei tassi sui conti deposito e quelli dei Bot.

Attualmente i Btp da comprare per battere l’inflazione sono quelli con scadenza a 3 e 5 anni. Insomma, oggi bisogna partire da scadenze oltre il 2017, ma per spuntare un rendimento migliore è necessario reinvestire le cedole e sommare il valore di rimborso alla scadenza. Se si desidera fare uno sforzo ulteriore si potrebbe puntare sul Btp a 30 anni. Tuttavia, al momento il Btp 2040 non sembra essere particolarmente conveniente se confrontato ad esempio con il Btp a 10 anni.

Il trentennale rende intorno al 5,7%, ovvero qualcosa in più di 60 centesimi rispetto al Btp a 10 anni. In ogni caso a fare la differenza resta il reinvestimento delle cedole. Ciò vuol dire che alla scadenza naturale del titolo non si otterrà solo il valore nominale dell’investimento bensì una somma maggiore dovuta agli acquisti effettuati con gli importi dei coupon maturati nel corso del tempo.

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