Nell’ipotetica maratona che vedrebbe coinvolte le banche di tutto il mondo, gli istituti europei e americani sono quelle che si troverebbero in maggiore affanno: le difficoltà che vivono questi gruppi sono sotto gli occhi di tutti e per il momento la via d’uscita sembra piuttosto lontana. I motivi sono stati descritti in più occasioni, ma occorre rinfrescare la memoria. In particolare, le banche del Vecchio Continente pagano lo scotto della crisi del debito comunitario, oltre alle condizioni critiche di paesi come la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo, con il contagio che è sempre dietro l’angolo. Gli istituti a stelle e strisce, invece, si sono viste chiedere i danni per i tristemente celebri mutui subprime. Che scenari si possono prospettare allora per il credito, soprattutto quello di casa nostra?
Obbligazioni
L’uragano Irene rivitalizza il mercato dei Cat Bond
Il mercato dei Catastrophe Bond non poteva non subire un’impennata in concomitanza dell’arrivo del temibile uragano Irene negli Stati Uniti: l’intesa attività di scambio che ha coinvolto questi strumenti finanziari ha visto come protagonisti degli enti ben precisi. Anzitutto, bisogna sottolineare come Air Worldwide, una delle società emittenti che si interessano a questo profilo di rischio, ha stimato che le perdite che potrebbero essere subite dai paesi caraibici dovrebbero essere comprese tra cinquecento milioni e 1,1 miliardi di dollari. I Cat Bond sono strutturati in maniera tale da consentire agli assicurati di trasferire i loro rischi agli investitori che invece hanno puntato sul mercato dei capitali.
EuroMot: Germania e Bei emettono tre bond
La Banca Europea per gli Investimenti e la Repubblica Federale Tedesca sono le due emittenti a cui far riferimento per la nuova emissione obbligazionaria dell’EuroMot di Borsa Italiana: nello specifico, l’istituto di proprietà dell’Unione Europea e la nazione teutonica hanno lanciato nel complesso tre titoli (uno nel primo caso, due nel secondo), strumenti che cominceranno ufficialmente le loro negoziazioni fra tre giorni esatti, il 30 agosto. Si tratta dello Schatz 0,75% due on 13 September 2013 (il codice Isin di riferimento è DE0001137354), del Bund 2,25% due on 4 September 2021 (DE0001135457) e dell’Eib $ 1,125% Notes due 2014 (US29878FR21).
L’aeroporto di San Francisco cede una larga fetta del proprio debito
Il San Francisco International Airport, nono scalo americano per numero di passeggeri, ha scelto la strada dei bond municipali per risollevare le sorti del proprio debito finanziario: in effetti, la cessione ammonta a ben 354,6 milioni di dollari, la somma che è stata ritenuta più opportuna per ripianare appunto il deficit e trarre il massimo vantaggio dai tassi di interesse attuali. I rendimenti dell’obbligazione, la quale beneficerà di una scadenza di dieci anni, sono già giunti al 2,2% nel corso della giornata di ieri, una percentuale che è leggermente superiore rispetto al minimo assoluto di quest’anno, il 2,17% di pochi giorni fa. C’è poi una tranche che prevede una maturazione a lungo termine, vale a dire trenta anni, con un ritorno economico pari al 3,87%.
Tanzania, asta inconcludente per i bond a sette anni
Sarà pur vero che lo zero non esiste e che ogni cosa è qualche cosa, come ha scritto Victor Hugo ne “I miserabili”, ma l’ultima asta obbligazionaria che ha avuto luogo in Tanzania è stata realmente un fallimento: era infatti prevista la vendita di bond con scadenza a sette anni, ma in realtà non è avvenuta neanche una sola emissione, visto che la banca centrale ha deciso di opporsi a qualsiasi tipo di scommessa. Nel dettaglio, l’istituto aveva deciso di offrire un importo complessivo pari a venti miliardi di scellini, un tasso fisso e una cedola pari al 10,8%, ma, come già ricordato, è stato tutto inutile. A dire la verità, le offerte sono state ventisei, per un ammontare di poco più di ventisei miliardi, ma in realtà sarebbero stati necessari almeno settanta miliardi per rendere concreta e proficua l’operazione dello stato africano. Che cosa ha provocato un disinteresse così diffuso?
Sun Valley, pronta l’emissione di un bond quinquennale
Il Consiglio della città di Sun Valley, nello stato americano dell’Idaho, ha finalmente trovato un fondamentale accordo su un piano obbligazionario da cinque anni: l’intento principale è quello di migliorare il capitale cittadino, anche se ora ci sarà bisogno di convincere gli investitori a pagare per questo specifico piano. Per il momento si sa che il costo stimato per la tranche in questione è di poco superiore ai quattordici milioni di dollari. Il sindaco Wayne Willich ha intenzione di focalizzare la propria attenzione soprattutto sulle infrastrutture, in primis strade e vie; non ci si dimenticherà comunque di altri assets di estrema rilevanza, come ad esempio le nuove torri aeree da realizzare. Un mese decisivo in tal senso sarà quello di novembre, anche perché il piano di bond ha bisogno almeno dell’approvazione di due terzi degli aventi diritto al voto, il quale si terrà proprio in quella occasione.
Air Liquide, probabile quotazione di Dim Sum Bond
L’ora dei Dim Sum Bond è scoccata in maniera decisa: ne è una chiara testimonianza l’ultima operazione posta in essere da Air Liquide Sa, compagnia parigina attiva soprattutto nella fornitura di servizi industriali. Che cosa ha deciso esattamente la società in questione? A voler essere pignoli, bisogna precisare che i transalpini stanno pianificando nel dettaglio degli incontri tra investitori nelle sedi di Hong Kong e Singapore, in modo da comprendere la reale opportunità di un’emissione di tali titoli, i quali, come è noto, sono denominati in yuan cinesi. Queste fasi preparatorie, se così possono essere definite, vengono curate in ogni particolare da banche di una certa importanza, quali Bank of China, come appare evidente, Hsbc Investment Bank, Icbc e Standard Chartered.
Pronti contro termine di Banco Popolare: l’offerta più scarsa del mercato?
Pronti contro termine fa’ rima con sicurezza, ma non con rendimenti alti, questo si sa’ da sempre. Una nuova parola entrata nell’ambiente è flessibilità per quanto riguarda la durata delle sottoscrizioni, ma Banco Popolare fa’ eccezione in quasi tutti gli aspetti.
Se la sicurezza dell’investimento è rispettata (anche grazie alla solidità del gruppo), emerge chiaramente una distanza su tutti gli altri aspetti a cominciare proprio dalla flessibilità; la durata dei PCT di Banco Popolare è limitata a 12 mesi e gli investitori più dinamici sentiranno sicuramente la mancanza della sottoscrizione on-line, anche se un giro in filiale è ancora buona usanza quando si tratta di guardare negli occhi le persone che si prenderanno cura dei nostri risparmi. Quello che invece lascia un po’ perplessi, riguarda il rendimento dell’offerta a 12 mesi che promette un netto di 2.40% sul capitale investito. Se pensiamo che WeBank offre lo stesso tasso di interesse per soli 9 mesi di sottoscrizione, ci rendiamo subito conto di come sotto questo aspetto Banco Popolare, a dispetto dello slogan “Le tue radici, il tuo futuro”, non sia veramente orientato ad aggiornare i propri prodotti seguendo il Mercato di riferimento e mettendosi in prima linea per il “nostro” futuro.
Tsmc lancia dei nuovi bond a cinque e sette anni
La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company può vantare due record, vale a dire quello di maggiore fonderia al mondo per quel che riguarda i semiconduttori e quello di più grande società produttrice di chip in relazione al reddito conseguito ogni anno: ebbene, il nome della compagnia asiatica è tornato alla ribalta in queste ore a causa di una importante operazione finanziaria che la riguarda da vicino. In effetti, la società, la quale ha sede presso l’Hsinchu Science Park, ha deciso di vendere ben diciotto miliardi di nuovi dollari taiwanesi (circa 621 milioni di dollari americani) in titoli obbligazionari, così come è emerso da uno dei soggetti incaricati della sottoscrizione a cui stiamo facendo riferimento. Come è stata strutturata di preciso questa vendita?
Standard & Poor’s: tutto sul sistema di rating dell’agenzia
L’influenza delle agenzie di rating è ormai consolidata in tutto il mondo. Se oltreoceano pensano che un paese Europeo potrebbe avere difficoltà a ripagare il proprio debito, automaticamente quel paese rischia il collasso come conseguenza delle “loro” analisi.
Il potere (forse esagerato?) che le agenzie di rating si sono conquistate nel tempo viene espresso con analisi di titoli obbligazionari ed imprese che condizionano come conseguenza la risposta degli investitori ma anche il premio che questi sono disposti ad accettare come ricompensa per l’investimento.
La proporzione inversa che lega rischio e guadagno è strettamente guidata da agenzie come Standard & Poor’s, una delle tre più importanti agenzie di rating del mondo (con Moody’s e Fitch Ratings) il quale compito è proprio quello di valutare la capacità di ripagare il debito.
America Movil: Carlos Slim batte i titoli governativi messicani
Carlos Slim, il nome forse suonerà nuovo a molte persone, ma si tratta di una delle figure più carismatiche della finanza mondiale: questo miliardario di nazionalità messicana sta infatti attirando su di sé le attenzioni di moltissimi investitori, fortemente interessati a ricercare il miglior bene rifugio che li tenga al riparo dalle principali piazze, mai così turbolente come in questo preciso momento storico. La società che fa capo a questo personaggio è America Movil e la situazione attuale ha consentito addirittura una netta prevalenza dei titoli obbligazionari dell’azienda rispetto ai titoli di Stato. Slim ha battuto dunque il governo di Città del Messico? Le ultime performance dei bond consentono di rispondere in maniera affermativa a questa domanda: il ritorno economico del gruppo, attivo nel campo della telefonia mobile, ha subito un calo più sostanzioso di quello dei titoli governativi, segno che l’affidabilità economica può essere trovata più facilmente in questo tipo di strumenti.
Kuwait: la GIC arricchisce la propria gamma di sukuk
La Gulf Investment Corporation del Kuwait, compagnia meglio nota con l’acronimo Gic, ha deciso di emettere ben 253 milioni di dollari in sukuk: i titoli obbligazionari in questione beneficeranno di una nuova scadenza e andranno a integrare idealmente l’offerta già esistente di 1,18 miliardi di dollari e con un arco temporale previsto di venti anni. Si tratta, a conti fatti, del secondo bond che la società finanziaria lancia nel corso di quest’anno. Non si tratta di una semplice azienda, ma di uno dei principali azionisti del Gulf Cooperation Council. In questa occasione si è deciso di puntare su una maturazione più breve rispetto a quella precedente, vale a dire cinque anni, ma bisogna anche ricordare, volendo elencare le principali caratteristiche del prodotto, il pagamento semestrale di una cedola pari al 4,9%, così come specificato in modo molto chiaro dal comunicato ufficiale.
Qatar ed Emirati Arabi, gli approdi sicuri per un investimento
Qatar e Abu Dhabi, sono queste le due piazze finanziarie arabe su cui si concentrano le maggiori attenzioni degli investitori: si tratta, rispettivamente, dell’economia mondiale col più rapido ritmo di crescita e del centro in cui gli obbligazionisti preferiscono collocare i loro prodotti. In pratica, si sta parlando delle due più valide alternative al continente europeo, funestato da una crisi del debito senza precedenti. Nel dettaglio, il rendimento medio dei bond del Golfo Persico è sceso di tre punti base (-0,003%) nel corso dell’ultimo mese, attestandosi a quota 4,719 punti percentuali, secondo quanto rilevato da Hsbc. I ritorni economici relativi ai titoli sovrani del Qatar denominati in dollari hanno invece sfiorato i loro minimi la scorsa settimana: il confronto più interessante è stato senza dubbio quello con i medesimi strumenti messi a disposizione dalla Polonia e dall’Ungheria.
Spread Bund-Btp, le tensioni si allentano
La Banca Centrale Europea sta cominciando a intervenire in maniera massiccia e i primi effetti cominciano ad essere evidenti: in particolare, hanno destato molto interesse le acquisizioni di titoli di Stato del nostro paese e della Spagna, una operazione che ha reso molto meno nervosi i mercati in cui vengono scambiati i titoli obbligazionari, ma anche i Buoni del Tesoro Poliennali, ormai in evidente difficoltà da tempo. Lo spread tra questi ultimi e i Bund tedeschi a dieci anni è sotto stretta osservazione e i recenti record negativi avevano messo in allarme, dato che era stata superata addirittura la soglia dei quattrocento punti base. Ora, invece, le acque sembrano meno agitate e i livelli in questione hanno raggiunto delle dimensioni più accettabili. Il differenziale ha cominciato a ridursi fino a un minimo di 284 punti, per poi rialzarsi nuovamente, ma con un livello di 302 punti che fa comunque ben sperare per il futuro più immediato; questo valore andrà comunque monitorato in maniera costante e precisa, dato che i continui sbalzi sono così imprevedibili che nuove situazioni al limite non sono di fatto escluse.