Previsioni prezzo oro 2013-2014 secondo Bnp Paribas

La banca francese Bnp Paribas resta ancora ottimista su possibili forti rialzi delle quotazioni dell’oro nei prossimi dodici mesi, ma a partire dal 2014 si aspetta un’inversione della tendenza. Gli specialista della banca transalpina sono convinti “il sentiment del mercato nei confronti dell’oro nel 2012 è stato particolarmente incerto”. Due giorni fa la quotazione dei futures sull’oro sul mercato Comex è scesa sotto 1.685 dollari l’oncia, sui livelli più bassi da quasi un mese. Lo scorso 28 novembre, invece, l’oro è stato interessato da un clamoroso sell-off.

Come investire in commodity nel 2013 secondo Goldman Sachs

La nota banca newyorkese Goldman Sachs, una delle più influenti nel panorama finanziario mondiale, ha delineato le sue strategie di investimento per le commodity nel 2013, partendo dal presupposto che il super-cycle delle materie prime non si è ancora concluso come invece ritengono molti analisti finanziari di altre case di investimento. Il superciclo delle commodity, ovvero quello che aveva trainato le quotazioni alla fine degli anni ’90, potrebbe riemergere nei prossimi anni secondo gli specialisti della banca americana.

Il manifatturiero Usa fa rallentare i futures sul rame

Il rame ha fatto registrare il primo ribasso degli ultimi quattro giorni, dopo aver sfiorato, però, il livello più alto in assoluto delle ultime sei settimane: in particolare, la performance in questione è stata favorita dall’inattesa discesa del settore manifatturiero americano, un evento che ha provocato il declino anche di altri metalli, quali l’alluminio, lo zinco e il piombo. Due settimane fa, al contrario, i futures sul rame riuscirono a salire grazie a Cina e fiscal cliff. Stavolta, il contratto che è collegato alle spedizioni a tre mesi ha messo a segno una perdita di 0,5 punti percentuali, con la quotazione complessiva che si è attestata a 7,963 dollari la tonnellata presso il London Metal Exchange.

Investimento in commodity nel 2013 sconsigliato da Schroders

Le materie prime stanno attraversando una fase di alti e bassi con elevata volatilità dei prezzi, a causa dell’instabilità dei mercati finanziari e all’incertezza del quadro macroeconomico globale. Rispetto a venti anni fa, quando il settore delle commodity era riservato quasi esclusivamente agli operatori specializzati, oggi c’è molta finanza che rende le quotazioni eccessivamente volatili e di difficile previsione. Questo è in sintesi il pensiero di Mario Spreafico, direttore investimenti di Schroders Italia, intervistato dal quotidiano economico-finanziario Il Sole-24 Ore.

In calo i futures sui semi di soia

I futures sui semi di soia sono calati ieri per la quarta sessione consecutiva a Chicago: gli strumenti finanziari in questione hanno infatti registrato la peggior performance dallo scorso mese di giugno, dopo che il governo americano ha ritoccato al rialzo le stime relative alle scorte globali. In effetti, queste ultime sono destinate a raggiungere i sessanta milioni di tonnellate prima del raccolto del 2013 per quel che concerne l’Emisfero Settentrionale; nel dettaglio, si tratta di una previsione superiore di 4,3 punti percentuali rispetto a quella di ottobre, di poco al di sopra anche rispetto a quella degli analisti finanziari (57,5 milioni di tonnellate).

Forte rialzo per i futures sul grano

Il mese di ottobre si è caratterizzato per delle interessanti performance dei futures, soprattutto il rally del granturco: questi stessi contratti sono oggi cresciuti come non accadeva da ben cinque settimane, grazie alla speculazione che ha riguardato le scorte globali di tale commodity, destinate a ridursi per il deterioramento delle condizioni dei raccolti negli Stati Uniti. Il motivo è presto detto, vale a dire il clima secco e la pioggia che influiscono su molte parti del continente europeo. Circa il 39% del raccolto invernale americano era in buone o eccellenti condizioni lo scorso 4 novembre, anche se si è trattato del livello più basso per quel che concerne la settimana in questione, come messo opportunamente in luce dal Dipartimento Agricolo.

Scenario ribassista per i futures sul rame a fine 2012

E’ da qualche tempo che gli analisti finanziari hanno una view negativa sul rame. Sono diversi i fattori tecnico-fondamentali a sostenere questa visione, in primis i timori di un deciso rallentamento economico nei prossimi mesi sia dei paesi maggiormente sviluppati sia della Cina, che è il principale consumatore mondiale di rame al mondo con un peso del 40% sulla domanda globale del metallo rosso. A tingere di grigio il quadro del rame ci ha pensato anche l’aumento delle scorte al London Stock Exchange (LSE).

Venerdì negativo per i futures sulla gomma

La gomma è stata protagonista ieri di un declino che ha compensato il primo ricavo settimanale della commodity: in particolare, stanno crescendo le preoccupazioni relative al rallentamento delle economie globali e alle conseguenze di questo evento sulla domanda della materia prima. Entrando maggiormente nel dettaglio, occorre sottolineare come i contratti futures relativi alle spedizioni di marzo sono calati di un punto percentuale, attestandosi a quota 257,7 yen il chilogrammo (3,224 dollari la tonnellata per la precisione) presso il Tokyo Commodity Exchange.

In leggero rialzo i futures sul cotone

I contratti futures americani collegati alle performance del cotone sono stati protagonisti di un aumento nelle loro ultime quotazioni: si è trattato di un rialzo non molto evidente, ma comunque utile per consolidare il prezzo finale al di sotto dei settantasette centesimi la libbra. In pratica, gli investitori stanno aumentando le loro scommesse al ribasso sui prezzi, a causa soprattutto delle ridotte scorte. Le speculazioni cinesi sul cotone non c’entrano come un mese fa, ma la situazione è presto detta. In pratica, il contratto più attivo in questo senso, ovvero quello relativo alle spedizioni del prossimo mese di dicembre, si è attestato a quota 76,93 centesimi la libbra presso l’Intercontinental Exchange di New York, con un incremento pari allo 0,07%.

Oro e Argento ai minimi da inizio settembre 2012

Non è di certo un buon momento per i metalli preziosi, che da inizio mese hanno messo in piedi una robusta correzione in un clima di maggiore incertezza sui mercati finanziari per i problemi del debito di Spagna e Grecia, ma anche a causa del nervosismo che precede le elezioni presidenziali americane di inizio novembre. Oggi i metalli preziosi hanno aggiornato i minimi più bassi da oltre un mese: l’oro è sceso a 1.706$ l’oncia, mentre l’argento a 31,6$ l’oncia.

Petrolio Brent tornerà a 90$ secondo Goldman Sachs

La banca d’affari americana Goldman Sachs, una delle più potenti di Wall Street e quindi del mondo intero, ha deciso di rivedere la sua view sul mercato del petrolio, sul quale gli esperti del colosso statunitense erano da tempo fortemente rialzisti. Goldman Sachs ha diffuso negli ultimi anni report decisamente bullish sul petrolio, ma ora è convinta che il petrolio Brent possa tornare a stabilizzarsi intorno ai 90 dollari al barile. Per gli analisti della banca il supercycle sul petrolio, che avrebbe dovuto portarlo a 200$ al barile, è ormai finito.

Futures: il rally del granoturco

A settembre, tra le commodities gli investitori hanno premiato soprattutto i semi di soia, ma in realtà ce n’è un’altra che merita molta fiducia: si tratta del granoturco, protagonista di un importante rally nel corso delle ultime contrattazioni presso il Chicago Board of Trade. Il motivo di un simile balzo in avanti è presto detto, dato che lo Us Department of Agriculture (il dipartimento agricolo americano) ha pubblicato un rapporto che ha messo in luce le dinamiche della domanda e dell’offerta dei più importanti prodotti del settore primario. Nello specifico, si sta parlando del World Agricultural Supply and Demand Estimates (noto anche semplicemente con la sigla Wasde).

Dove può arrivare il prezzo dell’oro?

L’oro è stato il miglior asset di investimento negli ultimi dieci anni. Nessun’altra asset class è riuscita a fare meglio: né l’azionario americano, né i bond, né i mercati emergenti, né il mattone. Dieci anni fa il metallo giallo valeva poco più di 300 dollari l’oncia, oggi ne vale quasi 1.800 dollari. Ciò vuol dire che chi avesse investito 10.000 euro dieci anni fa, oggi si ritroverebbe quasi 50.000 euro. Nel settembre 2011 la quotazione spot dell’oro ha toccato 1.921 dollari l’oncia, il livello più alto di sempre.

Futures: zucchero e cacao in rialzo a New York

Sono senza dubbio lo zucchero e il cacao i due dominatori delle contrattazioni futures di ieri presso I’Intercontinental Exchange di New York, una delle principali piazze in tal senso: in particolare, i contratti relativi al cosiddetto “oro bianco” hanno raggiunto il picco più alto delle ultime otto settimane. Le quotazioni estive dello zucchero sono state a dir poco altalenanti. Ad esempio, a inizio giugno si sono registrate delle quotazioni in calo, ma poi è bastata una settimana per modificare tutto questo scenario, con la ripresa di questi stessi contratti futures.