Futures: il rally del granoturco

A settembre, tra le commodities gli investitori hanno premiato soprattutto i semi di soia, ma in realtà ce n’è un’altra che merita molta fiducia: si tratta del granoturco, protagonista di un importante rally nel corso delle ultime contrattazioni presso il Chicago Board of Trade. Il motivo di un simile balzo in avanti è presto detto, dato che lo Us Department of Agriculture (il dipartimento agricolo americano) ha pubblicato un rapporto che ha messo in luce le dinamiche della domanda e dell’offerta dei più importanti prodotti del settore primario. Nello specifico, si sta parlando del World Agricultural Supply and Demand Estimates (noto anche semplicemente con la sigla Wasde).

Quest’ultimo ha sottolineato come l’offerta iniziale relativa alla stagione 2012-2013 sia pari a 988 milioni di bushel, vale a dire circa duecento milioni in meno rispetto al documento che era stato pubblicato appena un mese fa. Lo stesso discorso deve essere fatto anche per la produzione, visto che il dato è sceso di oltre la metà, passando da 21 a 10,70 miliardi di bushel. Tutto questo non poteva che riflettersi sui contratti futures legati al prezzo del grano: nel dettaglio, lo strumento derivato che osserva da vicino le spedizioni del prossimo mese di dicembre è riuscito a quotare con un rialzo del 4,85% e un totale di 7,72 dollari il bushel. Un altro elemento determinante in questo senso è stato rappresentato dalla riduzione delle scorte finali.

Per questa commodity agricola il tempo dei guadagni non sembra essere ancora terminato, visto che perfino a maggio le previsioni settimanali per i futures sul frumento avevano messo in luce dei ricavi consistenti. I dati negativi del Wasde riflettono senza dubbio la minore produzione che possono e potranno vantare l’Australia, la Russia e l’Unione Europea. Nel caso del paese oceaniano, in particolare, si sono perse tre milioni di tonnellate a causa del clima autunnale ancora troppo secco per i raccolti.

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