Investimento in commodity nel 2013 sconsigliato da Schroders

Le materie prime stanno attraversando una fase di alti e bassi con elevata volatilità dei prezzi, a causa dell’instabilità dei mercati finanziari e all’incertezza del quadro macroeconomico globale. Rispetto a venti anni fa, quando il settore delle commodity era riservato quasi esclusivamente agli operatori specializzati, oggi c’è molta finanza che rende le quotazioni eccessivamente volatili e di difficile previsione. Questo è in sintesi il pensiero di Mario Spreafico, direttore investimenti di Schroders Italia, intervistato dal quotidiano economico-finanziario Il Sole-24 Ore.

L’esperto ha dichiarato senza mezzi termini che il suo interesse per il settore delle commodity “risulta fortemente ridimensionato dalla sua evoluzione recente”. Secondo Spreafico oggi il comparto è “finanza pura o quasi”. Per quanto riguarda i driver catalizzatori dell’attenzione, il focus principale resta sempre sul ciclo economico della Cina come avviene ormai da almeno cinque anni. La Cina, che resta il maggiore acquirente di materie prime, è sempre un driver fondamentale per capire l’evoluzione del mercato.

Secondo il guru di Schroders Italia il piccolo risparmiatore farebbe meglio a restare alla larga dal settore delle commodity, in quanto sono diventate un asset equity-linked, ovvero troppo legato alle correlazioni intermarket e all’andamento dei mercati azionari in balia del sentiment di appetito per il rischio degli investitori (risk on) o di fuga dal rischio (risk off). Per questo motivo le commodity sono un asset al momento poco adatto all’asset allocation del piccolo risparmiatore retail. Secondo Spreafico, se si pensa a una ripresa del ciclo economico, conviene maggiormente scommettere su futuri rialzi del mercato azionario piuttosto che sulle commodity, visto che l’equity resta un asset più ampio, trasparente, liquido ed efficiente.

Nel settore energy, l’esperto guarda con poco interesse al settore delle energie rinnovabili, in quanto richiedono forti investimenti in una fase in cui si sta assistendo a una maggiore restrizione del credito. Spreafico sottolinea che negli ultimi due anni ci sono state più storie di insuccessi che successi in borsa e il settore sembra ripercorrere un po’ la storia della bolla di internet. L’esperto guarda con maggiore interesse allo shale gas, in quanto si sta verificano “uno spostamento degli equilibri geopolitici verso paesi relativamente più stabili e affidabili”.

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