Estensione divieto scoperto: ancora la colpa alla speculazione?

Sono giornate di grandi cambiamenti Globali, o forse dovremo dire che addirittura si tratta di “mesi” di grandi cambiamenti. Dalla guerra in Libia che si riflette in uno degli aspetti “meno importanti” anche sulle casse delle aziende italiane coinvolte, fino ad arrivare all’abbandono del leader di una delle aziende più importanti del Mondo, Steve Jobs, che cede il passo a Mr. Tim Cook per la guida della Apple (che ricordiamo essere capitalizzata meglio dei migliori 32 istituti di credito Europei…tutti insieme).

Forse è proprio questo il motivo per cui sembra che la situazione stia sfuggendo dal controllo delle Autorità, ed il Mercato globale sia sempre più in preda al caso piuttosto che ai cari fondamentali; nessuno degli “addetti ai lavori” ancora probabilmente comprende in pieno il periodo che stiamo passando e lo spostamento di equilibri e priorità che si sta trasformando in spostamento di capitali degli investitori verso nuovo orizzonti (o vecchi, come nel caso dell’Oro). Proprio le Autorità, nel caso specifico la Consob, probabilmente in giornata terranno una riunione sulle vendite allo scoperto, giudicate ancora una della cause principali del crollo dei listini.

Tanzania, asta inconcludente per i bond a sette anni

Sarà pur vero che lo zero non esiste e che ogni cosa è qualche cosa, come ha scritto Victor Hugo ne “I miserabili”, ma l’ultima asta obbligazionaria che ha avuto luogo in Tanzania è stata realmente un fallimento: era infatti prevista la vendita di bond con scadenza a sette anni, ma in realtà non è avvenuta neanche una sola emissione, visto che la banca centrale ha deciso di opporsi a qualsiasi tipo di scommessa. Nel dettaglio, l’istituto aveva deciso di offrire un importo complessivo pari a venti miliardi di scellini, un tasso fisso e una cedola pari al 10,8%, ma, come già ricordato, è stato tutto inutile. A dire la verità, le offerte sono state ventisei, per un ammontare di poco più di ventisei miliardi, ma in realtà sarebbero stati necessari almeno settanta miliardi per rendere concreta e proficua l’operazione dello stato africano. Che cosa ha provocato un disinteresse così diffuso?

Bank of America annuncia la propria cedola trimestrale

L’ultimo annuncio di Bank of America, uno dei principali istituti di credito degli Stati Uniti, interesserà sicuramente molti investitori finanziari: il consiglio di amministrazione del gruppo americano, infatti, ha reso noto l’ammontare della sua cedola trimestrale. Volendo essere più precisi, questa cedola è stata fissata a 0,01 dollari per ogni singolo titolo azionario che verrà pagato a partire dal prossimo 23 settembre dagli azionisti. Ma non è tutto, la più vasta banca commerciale a stelle e strisce ha pensato anche a un’altra cedola, una trimestrale da 1,75 dollari per azione, previsione che si riferisce alle azioni di risparmio denominate “7 percent Cumulative Redeemable Preferred Stocks serie B”. Anche con quest’ultimo dividendo occorrerà tenere d’occhio con la massima attenzione il prossimo calendario, visto che il versamento vero e proprio è previsto dal 25 ottobre.

Sun Valley, pronta l’emissione di un bond quinquennale

Il Consiglio della città di Sun Valley, nello stato americano dell’Idaho, ha finalmente trovato un fondamentale accordo su un piano obbligazionario da cinque anni: l’intento principale è quello di migliorare il capitale cittadino, anche se ora ci sarà bisogno di convincere gli investitori a pagare per questo specifico piano. Per il momento si sa che il costo stimato per la tranche in questione è di poco superiore ai quattordici milioni di dollari. Il sindaco Wayne Willich ha intenzione di focalizzare la propria attenzione soprattutto sulle infrastrutture, in primis strade e vie; non ci si dimenticherà comunque di altri assets di estrema rilevanza, come ad esempio le nuove torri aeree da realizzare. Un mese decisivo in tal senso sarà quello di novembre, anche perché il piano di bond ha bisogno almeno dell’approvazione di due terzi degli aventi diritto al voto, il quale si terrà proprio in quella occasione.

Titoli di Stato: 1° comunicazione BTP e CCTeu del 30 Agosto 2011

Altra emissione del MEF è stata comunicata ieri sera per quanto riguarda i titoli di stato, tornanto quasi a pieno regime dopo la pausa estiva che ha visto la cancellazione della precedente asta.

Nello specifico si tratta di CCTeu (Certificati di Credito del Tesoro indicizzati al tasso Euribor a sei mesi) con scadenza al 15 Aprile 2018 e tasso d’interesse semestrale lordo equivalente al tasso Euribor a sei mesi, appunto, maggiorato dell1%. Il codice ISIN è IT0004716319 ed il collocamento utilizzato sarà quello dell’asta marginale con determinazione discrezionale del prezzo di aggiudicazione. L’ammontare sarà comunicato con un comunicato stampa dopo la valutazione delle offerte ricevute.

La prenotazione da parte del pubblico dovrà essere effettuata entro il 29 Agosto 2011, mentre le domande in asta entro le 11:00 del 30 Agosto 2011 ed il regolamento delle sottoscrizioni è previsto per il primo Settembre 2011.

L’asta di BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) immette sul mercato 2 diversi strumenti con diverse scadenze e rendimenti: il primo, con scadenza il 1° Luglio 2014 e tasso di interesse annuo lordo al 4.25%, ha codice ISIN IT0004750409 e le date di prenotazione da parte del pubblico, presentazione della domanda e regolamento delle sottoscrizioni sono rispettivamente il 29 Agosto 2011, il 30 Agosto 2011 ed il primo Settembre 2011 come per i CCTeu.

Titoli di Stato: nuova asta Bot e Ctz del 26 Agosto 2011

Mentre le aste di medio-lungo termine di metà Agosto sono state annullate, come è buona usanza da parte del MEF durante il mese ufficiale delle vacanze degli italiani, le aste di Bot e CTZ vengono indette regolarmente.

Dopo l’asta del 10 Agosto di Bot, in data 23 Agosto il MEF ha comunicato i dettagli per la nuova emissione di 8500 milioni di Euro con scadenza al 29/02/2012 (durata di 182 giorni) sottoscrivibile per un minimo di 1000 Euro ed un massimo di 5 richieste di acquisto per ogni partecipante.

L’emissione ha luogo pochi giorni prima del 31 Agosto in cui 9000 milioni di Euro in Bot giungono a scadenza e, come specificato nella nota del Ministero delle Finanze e dell’Economia, le richieste di acquisto dovranno pervenire alla Banca d’Italia tramite la rete nazionale interbancaria entro e non oltre le ore 11 del giorno 26 Agosto 2011. La data di regolamento è fissata per il 31 Agosto.

Air Liquide, probabile quotazione di Dim Sum Bond

L’ora dei Dim Sum Bond è scoccata in maniera decisa: ne è una chiara testimonianza l’ultima operazione posta in essere da Air Liquide Sa, compagnia parigina attiva soprattutto nella fornitura di servizi industriali. Che cosa ha deciso esattamente la società in questione? A voler essere pignoli, bisogna precisare che i transalpini stanno pianificando nel dettaglio degli incontri tra investitori nelle sedi di Hong Kong e Singapore, in modo da comprendere la reale opportunità di un’emissione di tali titoli, i quali, come è noto, sono denominati in yuan cinesi. Queste fasi preparatorie, se così possono essere definite, vengono curate in ogni particolare da banche di una certa importanza, quali Bank of China, come appare evidente, Hsbc Investment Bank, Icbc e Standard Chartered.

Le auto d’epoca sono il nuovo bene rifugio?

Una elegante Ferrari datata 1957 è diventata l’autovettura più costosa per quel che concerne le vendite d’asta: si tratta di un modello Testa Rossa che ha visto crescere il suo prezzo fino a 16,4 milioni di dollari presso la casa Gooding & Company, ma anche di un chiaro segnale che viene lanciato al mondo degli investimenti finanziari. In effetti, l’ultima settimana è stata caratterizzata da vendite più consistenti di auto invece che di titoli azionari o obbligazioni. Siamo dunque di fronte a una nuova presa di posizione in merito ai cosiddetti “beni rifugio”? Quello che occorre sottolineare è che, nonostante la recente tempesta delle piazze finanziarie, molti investitori sono ancora disposti a porre in essere acquisti così impegnativi.

Pronti contro termine di Banco Popolare: l’offerta più scarsa del mercato?

Pronti contro termine fa’ rima con sicurezza, ma non con rendimenti alti, questo si sa’ da sempre. Una nuova parola entrata nell’ambiente è flessibilità per quanto riguarda la durata delle sottoscrizioni, ma Banco Popolare fa’ eccezione in quasi tutti gli aspetti.

Se la sicurezza dell’investimento è rispettata (anche grazie alla solidità del gruppo), emerge chiaramente una distanza su tutti gli altri aspetti a cominciare proprio dalla flessibilità; la durata dei PCT di Banco Popolare è limitata a 12 mesi e gli investitori più dinamici sentiranno sicuramente la mancanza della sottoscrizione on-line, anche se un giro in filiale è ancora buona usanza quando si tratta di guardare negli occhi le persone che si prenderanno cura dei nostri risparmi. Quello che invece lascia un po’ perplessi, riguarda il rendimento dell’offerta a 12 mesi che promette un netto di 2.40% sul capitale investito. Se pensiamo che WeBank offre lo stesso tasso di interesse per soli 9 mesi di sottoscrizione, ci rendiamo subito conto di come sotto questo aspetto Banco Popolare, a dispetto dello slogan “Le tue radici, il tuo futuro”, non sia veramente orientato ad aggiornare i propri prodotti seguendo il Mercato di riferimento e mettendosi in prima linea per il “nostro” futuro.

Equita Sim consiglia: azioni per resistere alla nuova recessione

Tanti sono i consigli degli istituzionali, dei personaggi famosi e delle banche d’affari in questo momento di grande tensione per la paura dell’avvio di una nuova fase di crisi globale. Anche Equita Sim non si tira indietro ed esegue un test sul listino italiano per trovare quei titoli che, nell’eventualità di un nuovo crollo dei listini, hanno più probabilità di tenere il prezzo di Mercato riducendo le perdite al minimo. Ovviamente la ricerca mette in evidenza anche quei titoli da evitare assolutamente, ed i risultati sono molto interessanti; tra i consigliati per la rotazione del proprio portafoglio troviamo Pirelli, Prysmian, Eni (sempre tra  le preferite) Telecom Italia (anche se qui avremo da ridire) e Atlantia.

Al contrario, gli analisti sconsigliano vivamente di avere in portafoglio Ansaldo Sts, Danieli, Saipem, Campari, Marr, Tod’s, Diasorin, Recordati e Save perchè in caso di nuova recessione saranno quelli più esposti alle vendite.

Tsmc lancia dei nuovi bond a cinque e sette anni

La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company può vantare due record, vale a dire quello di maggiore fonderia al mondo per quel che riguarda i semiconduttori e quello di più grande società produttrice di chip in relazione al reddito conseguito ogni anno: ebbene, il nome della compagnia asiatica è tornato alla ribalta in queste ore a causa di una importante operazione finanziaria che la riguarda da vicino. In effetti, la società, la quale ha sede presso l’Hsinchu Science Park, ha deciso di vendere ben diciotto miliardi di nuovi dollari taiwanesi (circa 621 milioni di dollari americani) in titoli obbligazionari, così come è emerso da uno dei soggetti incaricati della sottoscrizione a cui stiamo facendo riferimento. Come è stata strutturata di preciso questa vendita?

Zucchero, futures sugli scudi nel corso dell’ultima settimana

Lo zucchero è riuscito a conseguire un importante rialzo, il guadagno settimanale più alto da otto mesi a questa parte, visto che non si verificava dallo scorso mese di dicembre: il segno più è stato senz’altro favorito dalla produzione brasiliana della commodity, piuttosto bassa per quello che viene considerato il maggior esportatore al mondo. Anche il caffè e il cacao sono riusciti a conseguire dei rialzi abbastanza simili, a conferma di un trend ben sviluppato. Nel dettaglio, i raccolti delle regioni centro-meridionali del Brasile, vale a dire quelli in cui solitamente si registrano i maggiori tassi di crescita, stanno continuando a declinare oltre ogni aspettativa. I dati messi in luce dalla Datagro Limited sono lampanti e vanno analizzati con la massima attenzione.

Pronti contro termine MyProfit di WeBank per investimenti minimi

L’offerta di WeBank (del gruppo Banca Popolare di Milano) è completa praticamente sotto tutti i punti di vista e replica i vantaggi di offerte simili inserendosi nel mercato direttamente tra le offerte favorite degli ultimi anni.

I pronti contro termine di WeBank meritano un capitolo a parte, sopratutto in un periodo come questo in cui le famiglie risparmiano a fatica capitale da investire; la possibilità di vincolare somme di denaro a partire da 1000 Euro è sicuramente da preferire ad altre soluzioni simili (ieri abbiamo parlato dell’offerta di Unicredit in cui il minimo era di 5000 Euro), anche se questo fattore costringe a diminuire leggermente i rendimenti del denaro vincolato.

Anche se i pronti contro termine non vantano di certo rendimenti particolarmente alti in tutti i casi, in questo particolare vengono ulteriormente ristretti, anche se il “malus” è compensato dalla possibilità di investire in tutta sicurezza una cifra davvero irrisoria. Vincolando i propri risparmi a scelta per 3, 6 o 9 mesi avremo a scadenza la garanzia del ritorno del 100% del capitale più l’interesse in misura rispettivamente di 1,50%, 1.80% o 2.40%, in tutti i casi netto (anche se c’è da ricordare che quotidianamente WeBank aggiorna il tasso in linea con il mercato).

Spread bund-btp: è solo una “bolla” o salirà ancora?

Grandi salite e grandi discese, acquisti di massa e sell-off vertiginosi…questo è diventato il Mercato, riportando gli orologi indietro fino al 2008 quando per mesi interi su tutti gli strumenti finanziari l’altalena di rialzi e ribassi aveva costretto i più a cedere sotto la pressione psicologica di variazioni da capogiro.

Azionari in subbuglio, commodities veloci nei movimenti e valute che prendono il fiato dopo mesi di alta volatilità, pronte a ricominciare da un momento all’altro. E lo spread btp-bund tanto discusso nelle ultime settimane? Sembra non fare eccezione.

Dai grafici si vede come nell’ultimo anno lo spread si è mosso tra l’1% ed il 2% senza particolari movimenti direzionali; la stabilità dei titoli di stato italiani paragonati al Bund decennale come punto di riferimento per quanto riguarda la sicurezza e la stabilità, non ha tradito gli investitori fino a pochi mesi fa’, quando l’allargamento dello spread ha messo sull’attenti gli investitori.