Un mese fa l’Egitto pensava anche all’emissione di un sukuk e questa intenzione finanziaria non è certo venuta meno ora: anzi, il primo ministro Hashem Qandil ha annunciato da tempo il lancio di tale bond islamico, una operazione che potrebbe essere conclusa entro la fine del 2012. Non sono stati forniti molti particolari in questo senso, ma la reazione della comunità economica è stata molto positiva, tanto è vero che il governo del Cairo si sta occupando proprio dei dettagli principali, in primis l’importo e la scadenza.
Obbligazioni
Le Filippine propongono una obbligazione a 25 anni
A metà settembre le Filippine sono tornate a emettere bond a dieci anni: il governo di Manila sembra ora averci preso gusto e ne è una chiara testimonianza l’ultima emissione obbligazionaria, visto che si è puntato sul lungo termine (venticinque anni per la precisione) e sulla tipologia retail per quel che concerne tale strumento finanziario. La vendita in questione ha beneficiato inoltre di un importo complessivo pari a 128 miliardi di pesos locali (circa quattro miliardi di euro). Che intenzioni ha la nazione asiatica con questo tipo di offerte? Un caso simile a quello appena descritto risale all’inizio di quest’anno, quando le Filippine emisero bond a 25 anni per sostenere l’economia.
Bond Camfin collocamento con successo
Si è chiusa con un risultato molto positivo la transazione del collocamento del bond Camfin, l’obbligazione convertibile in azioni Pirelli, che nel giro di una sola ora ha registrato il tutto esaurito. L’obbligazione da 150 milioni di euro ha una durata di cinque anni, con una cedola fissa annuale del 5,625 per cento. Le richieste da parte dei potenziali obbligazionisti hanno superato di 2,5 volte l’offerta della società. Ma vediamo più nel dettaglio le caratteristiche dell’operazione e l’esito della stessa.
Standard & Poor’s esalta gli investimenti in sukuk
Uno degli ultimi report che sono stati pubblicati dalla celebre agenzia di rating Standard & Poor’s ha riguardato gli investimenti in bond islamici: secondo la compagnia americana, infatti, le emittenti della regione del Golfo potrebbero affidarsi ai sukuk come risorsa finanziaria utile per le infrastrutture e altri settori nei prossimi trimestri. Il titolo dell’indagine è già di per sé emblematico: i sukuk stanno superando le quotazioni di bond convenzionali nei paesi del Golfo a causa della differenza di rendimenti.
Bolla speculativa sui bond dei paesi emergenti?
Quello attuale è senza dubbio un ottimo momento per l’obbligazionario dei mercati emergenti. A dare slancio alle quotazioni di questi bond high-yield sono state le continue iniezioni di liquidità delle principali banche centrali mondiali effettuate nelle ultime settimane, in primis la Federal Reserve e la Bank of Japan. I nuovi piani di stimolo monetario e l’euforia degli investitori hanno spinto gli emittenti a piazzare un numero considerevole di bond sul mercato primario, tra l’altro nemmeno a condizioni molto generose.
Bond sovrani a 5 e 10 anni per la Nigeria
Puntuale come un orologio svizzero è giunta l’ennesima asta mensile dei titoli obbligazionari nigeriani: il paese africano ha infatti annunciato la pianificazione di una vendita di importo compreso tra i 160 e i 240 miliardi di naire (tra gli 1,02 e gli 1,53 miliardi di dollari per la precisione) in bond sovrani. In pratica, gli strumenti finanziari in questione saranno in grado di sfruttare due scadenze ben precise, cinque e dieci anni, mentre l’emissione vera e propria avverrà nel corso di questo quarto trimestre dell’anno, dunque si perfezionerà il tutto almeno entro il mese di dicembre. C’è comunque da precisare che l’ammontare che è stato proposto in questa occasione è inferiore rispetto all’emissione di debito del terzo trimestre (la nuova asta dei titoli del governo nigeriano).
Investire in bond svizzeri a fine 2012
A partire da settembre scorso le continue iniezioni di liquidità delle principali banche centrali, in particolare quelle di Stati Uniti e Giappone, hanno condizionato non poco l’andamento del mercato obbligazionario creando i presupposti per un vero e proprio record di emissioni di corporate bond. Nelle ultime settimane il rendimento è sensibilmente calato anche per i bond con rating basso, in particolare sulle scadenze brevi. Sul mercato si respira così un maggiore appetito per i bond più rischiosi, come dimostrato dalle recenti emissioni di Abs (considerati da sempre “titoli tossici”) e bond trentennali.
Comprare obbligazioni bancarie garantite
Il mercato delle obbligazioni bancarie garantite è più florido che mai. A rivelarlo sono gli ultimi dati sulle compravendite effettuate nel comparto, che dimostrano come, nonostante la crisi e le condizioni di scetticismo, i bond bancari con garanzia statale abbiano rappresentato un ideale canale a disposizione degli istituti di credito per soddisfare le proprie necessità di liquidità, con un valore complessivo delle emissioni che ha superato i 30 miliardi di euro. Ad ogni modo, non tutte le emissioni sono poi finite sul mercato, essendo state ampiamente utilizzate come titoli collaterali per poter avere liquidità dalla Bce a tassi ancor più convenienti.
Università di Cambridge emette bond da 350 milioni di sterline
Nel bel mezzo del boom del mercato dei corporate bond in Europa, spinti soprattutto dalle basse valutazioni dei titoli e dai risicati rendimenti sui titoli governativi dei paesi ad alto rating, scende in campo anche la storica e prestigiosa Università di Cambridge. Per la prima volta nella sua storia, l’università britannica non incontrerà studenti bensì potenziali investitori per discutere del collocamento di un bond da 350 milioni di sterline. In 800 anni dalla fondazione, l’Università di Cambridge non si era mai finanziata con un’emissione obbligazionaria.
Il denaro che sarà raccolto servirà per finanziare le strutture destinate all’attività di ricerca e per gli alloggi degli studenti universitari. L’emissione è seguita da vicino dall’agenzia di rating Moody’s, che tra l’altro ha assegnato un giudizio sul merito di credito al livello “Aaa”, il massimo rating possibile e lo stesso attribuito anche al Regno Unito. Moody’s ha sottolineato in un report destinato ai potenziali investitori che l’Università di Cambridge non gode solo di un’ottima reputazione da un punto di vista didattico (avendo annoverato anche scienziati del calibro di Isaac Netwon e Charles Darwin) ma anche sotto il profilo finanziario.
In Europa le grandi università di rado accedono al mercato del debito per finanziare le proprie attività, mentre dall’altra parte dell’oceano diversi atenei hanno già optato per le emissioni obbligazionari come ad esempio Stanford e la Columbia. Secondo quanto dichiarato da Bloomberg, quest’anno è avvenuto un solo collocamento obbligazionario da parte del college britannico De Montfort University di Leicester.
Il timing di Cambridge sembra quello più opportuno, considerando che in questa fase gli investitori sono sempre più alla ricerca di bond ad alto rating in grado di offrire un premio rispetto ai bond governativi. Secondo Moody’s, l’Università di Cambridge ha lo stesso rating del Regno Unito, ovvero “Aaa”, ma ha un outlook migliore (“stabile” contro “negativo”). Il collocamento è curato da Hsbc, Morgan Stanley e Royal Bank of Scotland. Il 5 ottobre partirà un road show per incontrare gli investitori.
La Polonia lancia un nuovo bond a dodici anni
Il governo polacco ha provveduto a emettere 1,75 miliardi di euro in titoli obbligazionari a dodici anni: si tratta di una operazione finanziaria che è finalizzata a completare il finanziamento del deficit di quest’anno, oltre al soddisfacimento delle necessità economiche del 2013, con i rendimenti che sono ormai a livelli molto bassi. La Polonia è tornata a emettere eurobond qualche mese fa, in questo caso, al contrario, si fa riferimento a strumenti che giungeranno a maturazione nel luglio del 2024, con un ritorno economico pari a 3,385 punti percentuali, vale a dire 143 punti base al di sopra del tasso midswap.
Strategie di investimento di Société Générale per fine 2012
Secondo Roland Kaloyan, strategist di Société Générale, l’attuale driver che indirizza le scelte degli investitori è la politica monetaria delle principali banche centrali mondiali, che ha creato uno scenario di “guerra economica basato sul quantitative easing”. Partendo da questo presupposto si muove anche il portfolio della banca francese Société Générale, che per i prossimi tre mesi dell’anno preferisce diminuire l’esposizione sulle borse americane per aumentare la quota da investire sui mercati azionari europei.
Raiffeisen acquista bond italiani
Raiffeisen Capital Management intravede segnali positivi dalla crisi dei debiti sovrani europei grazie all’annuncio del piano anti-spread della Bce, avvenuto lo scorso 6 settembre, che dovrebbe garantire una maggiore copertura ai paesi membri in caso di nuovi attacchi speculativi. Tuttavia, la casa di investimento tedesca sottolinea che permangono rischi di ricaduta, visto che sono ormai due anni che la crisi dell’euro si protrae con numerosi problemi che puntualmente si ripresentano dopo essere stati teoricamente risolti. La view di Robert Senz, a capo del reddito fisso di Raiffeisen C.M. è contrastata.
Quotato in Usa il primo covered bond latino americano
Il primo covered bond latino americano nei mercati statunitensi: è stata questa una delle operazioni finanziarie più interessanti della giornata di ieri, un collocamento di successo dopo il fallimento di un altro tentativo simile lo scorso mese di maggio. Di questo tipo di strumenti si sente spesso parlare in altri ambiti, in particolare con riferimento al sostegno dei covered bond alle energie rinnovabili negli ultimi tempi, ma la novità attuale merita un approfondimento. Anzitutto, tale prodotto è stato messo a disposizione dalla Global Bank Corporation di Panama, con una cedola pari a 4,75 punti percentuali e con un prezzo guida previsto inferiore al 5%.
Investire in bond olandesi rating AAA
Negli ultimi due mesi gli investimenti in bond ad alto rating hanno subito una leggera flessione, a causa del ritorno dell’appetito per il rischio che ha generato – da fine luglio scorso a metà settembre – un rally della maggior parte degli asset più rischiosi. Tuttavia, i bond ad elevato rating riescono ancora a riscuotere un buon successo, soprattutto quando avviene una brusca inversione del sentiment che spinge gli investitori verso i cosiddetti “porti sicuri”. Tra questi c’è senza dubbio l’Olanda, uno dei pochi paesi a mantenere ancora il rating “AAA” da tutte e tre le principali agenzie (S&P, Moody’s, Fitch).