Bond Camfin collocamento con successo

Si è chiusa con un risultato molto positivo la transazione del collocamento del bond Camfin, l’obbligazione convertibile in azioni Pirelli, che nel giro di una sola ora ha registrato il tutto esaurito. L’obbligazione da 150 milioni di euro ha una durata di cinque anni, con una cedola fissa annuale del 5,625 per cento. Le richieste da parte dei potenziali obbligazionisti hanno superato di 2,5 volte l’offerta della società. Ma vediamo più nel dettaglio le caratteristiche dell’operazione e l’esito della stessa.

Il prezzo fissato per il bond è di un tasso annuo del 5,625 per cento, collocandosi a metà strada tra gli estremi che erano stati fissati in avvio di collocamento (5,25% e 6%), con un premio di conversione pari al 30 per cento sopra il prezzo di riferimento di Pirelli. Gli obbligazionisti sono stati rappresentati da un nucleo di un centinaio di investitori (30% italiani e 70% esteri), che sulla base della titolarità del bond avranno il diritto di convertire le obbligazioni nei sottostanti titoli Pirelli in ogni momento a partire dal 41mo giorno dall’emissione fino a 14 giorni prima della data di scadenza.

“Il collocamento del tanto discusso bond Camfin, convertibile in azioni Pirelli, si è chiuso in appena un’ora” – ha affermato Il Sole 24 Ore in un suo approfondimento – “L’emissione è finita per un terzo nel portafoglio di investitori italiani e per la parte restante a investitori stranieri. Nel pomeriggio è avvenuto il pricing, che ha rispettato le attese. In particolare, l’obbligazione da 150 milioni avrà una durata di 5 anni con una cedola fissa annuale del 5,625%. L’operazione si è dunque chiusa con successo dopo le forti polemiche che hanno accompagnato il progetto. Fino all’ultimo, infatti, i Malacalza, soci di controllo di Camfin assieme a Marco Tronchetti Provera, hanno provato a fermare l’emissione caldeggiando, invece, il ricorso a un aumento di capitale. Lo scontro tra i due soci, ancora legati da un patto di sindacato ma evidentemente destinati al divorzio, è culminato nella citazione depositata dagli imprenditori di Genova presso il Tribunale di Milano per un presunto conflitto di interesse in capo a Tronchetti. Quell’atto ha avuto come effetto quello di far slittare di 24 ore l’operazione e forse ha anche contribuito alla revisione del valore complessivo del bond. Inizialmente era infatti previsto che l’obbligazione avesse una dimensione complessiva di 170 milioni. Questo però avrebbe potuto offrire un appiglio legale ai Malacalza ai quali spetta un diritto di veto nel caso in cui un’operazione comporti un aggravio del debito superiore ai 40 milioni. Posto che con un bond da 170 milioni l’esposizione sarebbe aumentata di 38 milioni si rischiava di viaggiare sul filo del diritto. Così, anche per contenere le spese, si è scelto il taglio da 150 milioni che permetterà comunque di raggiungere tutti gli obiettivi fissati. Ossia di rimborsare la tranche di debito da 132,4 milioni, di sostenere il riassetto Prelios, che al massimo dovrebbe impegnare Camfin per 14 milioni, e di pagare parte delle spese legate all’emissione. A questo punto, ci sarebbe da capire se i Malacalza hanno già in serbo una nuova mossa. Si vedrà”.

Qui invece il nostro ultimo approfondimento in materia: Camfin si affida al bond convertibile in azioni Pirelli.

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