La riconferma di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti è un segnale di mantenimento dello status quo. La politica fiscale sarà più restrittiva rispetto a quella proposta dal repubblicano Mitt Romney, mentre la politica monetaria sempre molto accomodante con tassi a zero per molto tempo ancora e quantitative easing illimitato fino a quando non avverrà una ripresa confortante nel mercato del lavoro. Il pericolo fiscal cliff (“precipizio fiscale”) è il rischio maggiore per l’economia americana nei prossimi mesi. Tuttavia, sembra improbabile la soluzione più drastica mentre appare plausibile quella di una proroga di una parte degli sgravi fiscali in scadenza.
Obbligazioni
Investimento in bond di paesi emergenti sconsigliato da M&G
Quasi sempre i money manager delle principali case di investimento internazionali hanno opinioni molto simili sugli asset di investimento più promettenti e quelli invece da evitare in un’ottica di bilanciamaneto delle scelte di portfolio. Tuttavia, c’è chi va in controtendenza come ad esempio alla M&G. In particolare, se l’investimento in bond di paesi emergenti piace alla maggior parte dei gestori internazionali, il fondo M&G global macro bond va nella direzione diametralmente opposta. Il fondo è gestito da Jim Leaviss, che ha ottenuto anche il riconoscimento delle cinque stelle Mornigstar.
L’Oman e il sukuk del 2013
La Tilal Development Company, società di reale estate che ha sede nello stato asiatico dell’Oman, si è rivolta direttamente alla Capital Market Authority del sultanato in questione: il motivo è presto detto e ha natura finanziaria, visto che si tratta di accumulare il denaro e i finanziamenti necessari per quel che riguarda la prima emissione di un sukuk, il tipico bond islamico, da parte della nazione. A dire la verità, non si sta proprio parlando di una novità assoluta, dato che già all’inizio del 2011 si era parlato dell’Oman e del piano quinquennale di investimenti da 30 miliardi. Stavolta si focalizza l’attenzione su un settore ancora più preciso e dettaglio.
Obbligazioni decennali per le Filippine
A ottobre le Filippine hanno proposto una obbligazione a venticinque anni: a distanza di un mese esatto, il governo torna a far parlare di sé dal punto di vista obbligazionario con una emissione da 750 milioni di dollari e una cessione di titoli a dieci anni e denominati in pesos locali. L’obiettivo della nazione asiatica è sostanzialmente quello di ridurre le spese relative agli interessi, senza dimenticare il debito in dollari americani da ridimensionare a tutti i costi. Il rendimento scelto in questo caso è molto vicino ai quattro punti percentuali, come emerso dall’annuncio ufficiale. I ricavi complessivi dell’offerta in questione, inoltre, saranno sfruttati per rimborsare le obbligazioni globali messe a disposizione in euro e in dollari.
Bond Fiat a 4 anni in franchi svizzeri cedola 5,25%
Fiat ha lanciato un nuovo bond denominato in una moneta diversa dall’euro. La casa automobilistica torinese ha emesso un bond da 400 milioni di franchi svizzeri (al cambio attuale poco più di 331 milioni di euro) con scadenza 23 novembre 2016 e cedola annua lorda del 5,25%. Non è la prima volta che una società italiana di rande caratura internazionale decide di lanciare un bond denominato nella valuta elvetica. Infatti, in precedenza anche Enel aveva fatto questa scelta, ma è sempre Fiat la maggiore protagonista con altre due emissioni prima di quella di ieri.
Emissione obbligazionaria Snam
Snam ha commentato l’operazione di emissione obbligazionaria in due tranches, per un totale di 1,5 miliardi di euro, a tasso fisso, destinata a investitori istituzionali, sottolineando con soddisfazione il successo dell’esito della transazione. La società ha infatti dichiarato la propria opinione positiva nei confronti dell’operazione di lancio di un’emissione obbligazionaria in due tranches a 3 anni e 7 anni a tasso fisso, per un ammontare complessivo di 1,5 miliardi di euro, in attuazione del Piano di EMTN (Euro Medium Term Notes) deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 4 giugno scorso.
Quali rischi per i mercati finanziari con i tassi a zero
I mercati finanziari stanno convivendo ormai da troppi anni con tassi ai minimi storici. Il fenomeno dei tassi di interesse pari a zero è senza dubbio un’anomalia destinata prima o poi a rientrare. Se si osserva oggi la curva dei rendimenti dei titoli di stato americani fino ai 30 anni, si può riscontrare una condizione piuttosto anomala di tassi reali negativi su gran parte delle scadenze. Questo fenomeno non fa presagire nulla di buono per il futuro ed è destinato ad avere effetti negativi su tutti gli asset a cominciare dalle azioni.
Quali rischi dalle future emissioni di obbligazioni societarie
Il 2012 sarà ricordato come l’anno record per le emissioni di obbligazioni societarie. Secondo le rilevazioni di Thomson Reuters, aggiornate al 31 ottobre 2012, nei primi dieci mesi dell’anno le emissioni di corporate bond hanno già superato quota 2.800 miliardi di dollari per un incremento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2011. Secondo Ubs Investment Research il trend di crescita non si fermerà di certo a novembre, che storicamente è un mese in cui le aziende preferiscono completare in anticipo i programmi di finanziamento prima della chiusura di bilancio di fine anno.
Il 2013 sarà l’anno del sukuk tunisino
Il continente africano e la finanza islamica sono sempre più vicini: un esempio molto chiaro è quello relativo alla Tunisia, nazione che ha già approntato la bozza relativa al budget statale per quel che riguarda il 2013. Ebbene, proprio queste misure saranno sostenute e finanziate dai sukuk, i bond islamici che rispettano la legge della Shariah. Volendo essere ancora più precisi, l’importo previsto dovrebbe essere di un miliardo di dinari tunisini (poco meno di mezzo miliardo di euro per la precisione). L’annuncio è giunto direttamente da Slim Besbes, ministro delle Finanze del paese africano, sottolineando come si tratti di una parte integrante dello sviluppo di una piattaforma legale per la finanza in questione.
Tre scadenze per i bond governativi di Malta
Verso la fine dello scorso anno, si era cercato di capire quali fossero le opportunità di investimento offerte da Malta: uno spunto interessante è giunto proprio nel corso di questa settimana. In effetti, il piccolo stato dell’Europa meridionale ha deciso di mettere a disposizione ben tre offerte separate di titoli governativi, per un importo complessivo pari a 140 milioni di euro (la moneta unica europea circola liberamente anche qui). Ebbene, questi stessi strumenti finanziari sono stati sottoscritti per quasi il doppio del loro valore effettivo, segno che la fiducia nutrita verso la repubblica insulare è buona. Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che esattamente due giorni fa il Tesoro locale ha annunciato tutti i dettagli dell’operazione.
Il 2012 sarà anno record per i corporate bond
La continua immissione di liquidità sui mercati da parte delle principali banche centrali, in primis Federal Reserve e Bank of Japan, sta spingendo le emissioni di obbligazioni societarie a livelli record. Secondo un’analisi di Bloomberg ci stiamo avvicinando a un record di emissioni per i corporate bond stimate a 3,3 trilioni di dollari, ovvero un importo in grado di sfidare i record del 2009. La politica monetaria ultra-espansiva delle grandi banche centrali ha fatto tornare un forte appetito per il rischio da parte degli investitori, in particolare sui bond ad alto rendimento.
La Romania emette un bond a sette anni
La Romania ha provveduto a emettere 1,5 miliardi di euro in titoli obbligazionari che rappresentano il proprio debito: si tratta della prima emissione di tale tipo per il paese dell’Europa orientale, ma in realtà bisogna precisare che già settembre si era caratterizzato per i nuovi bond governativi di Olanda e Romania. Il governo di Bucarest ha garantito in questo caso un rendimento pari a 5,04 punti percentuali, con i titoli in questione che beneficiano di una scadenza fra sette anni esatti. Inoltre, lo spread rispetto ai tassi midswap è quantificabile in 370 punti base per la precisione. Perché si è giunti a una simile cessione obbligazionaria?
Come incassare cedole del 10% con i bond bancari subordinati
L’investimento in bond bancari va trattato con la massima prudenza, in quanto si tratta di un settore che risente molto del ciclo economico ed è particolarmente instabile nelle fasi di maggiore turbolenza sui mercati finanziari. Tuttavia, la crisi economico-finanziaria che ha investito pesantemente il sistema-Italia nel primo semestre del 2012 ha depresso oltremodo le quotazioni di titoli bancari, sia azioni che bond. Oggi, nonostante la ripresa iniziata sul finire di luglio scorso, ci sono ancora buone opportunità sebbene il rischio non sia sempre particolarmente contenuto.
Rischio bolla sui junk bond americani
La politica monetaria ultra-espansiva della Federal Reserve inizia a mostrare le sue prime controindicazioni. Basta osservare il mercato delle obbligazioni ad alto rendimento, che negli Stati Uniti stanno vivendo un vero e proprio anno record. Da inizio 2012 le emissioni di junk bond, ovvero titoli “spazzatura”, hanno toccato il record di sempre di 293 miliardi di dollari contro i 249 miliardi di dollari collocati in tutto l’arco del 2011. Se non dovessero esserci particolari cambiamenti nel trend, da qui a fine anno si potrebbe tranquillamente raggiungere la soglia dei 400 miliardi di dollari.