Investire in bond legati all’inflazione nel 2013 secondo Banca Generali

La riconferma di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti è un segnale di mantenimento dello status quo. La politica fiscale sarà più restrittiva rispetto a quella proposta dal repubblicano Mitt Romney, mentre la politica monetaria sempre molto accomodante con tassi a zero per molto tempo ancora e quantitative easing illimitato fino a quando non avverrà una ripresa confortante nel mercato del lavoro. Il pericolo fiscal cliff (“precipizio fiscale”) è il rischio maggiore per l’economia americana nei prossimi mesi. Tuttavia, sembra improbabile la soluzione più drastica mentre appare plausibile quella di una proroga di una parte degli sgravi fiscali in scadenza.

In Europa le misure anti-speculazione messe a punto dalla BCE si stanno rivelando molto efficaci. Tuttavia, per ottenere dei benefici di medio-lungo periodo i paesi europei “periferici” dovranno continuare a fare sacrifici con misure di consolidamento delle finanze pubbliche e riforme strutturali per ridurre il divario di competitività con i paesi dell’Europa “core”, come la Germania. Alla luce delle prospettive in due delle principali aree economiche mondiali, Claudia Vacanti di Banca Generali, intervistata da PLUS24 de Il Sole-24 Ore, prova a delineare le scelte di investimento per i prossimi mesi.

Il direttore investimenti della società del risparmio gestito ritiene che i Btp siano ancora un’attraente opportunità di investimento anche sulle scadenze più lunghe. L’Italia sta compiendo significativi passi in avanti sul fronte dei conti pubblici e sull’avanzo primario che verrà generato nei prossimi anni. L’esperto consiglia a un risparmiatore medio di avere nel proprio portfolio una quota del 25% di bond legati all’inflazione. La maggiore preferenza va al Btp Italia, che ha il vantaggio di pagare l’adeguamento al costo della vita quando viene staccata la cedola.

L’esperto suggerisce anche il tradizionale Btp inflation linked 2019, che paga l’indicizzazione all’inflazione differita al momento del rimborso e dà un rendimento reale molto accattivante. Per quanto riguarda i Btp a cedola fissa, il guru di Banca Generali ritiene che sia meglio posizionarsi sulle scadenze tra il 2015 e il 2020 per beneficiare della forte pendenza della curva dei rendimenti, che sulle scadenze più lunghe offre interessanti yield.

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