Il 2013 sarà l’anno del sukuk tunisino

Il continente africano e la finanza islamica sono sempre più vicini: un esempio molto chiaro è quello relativo alla Tunisia, nazione che ha già approntato la bozza relativa al budget statale per quel che riguarda il 2013. Ebbene, proprio queste misure saranno sostenute e finanziate dai sukuk, i bond islamici che rispettano la legge della Shariah. Volendo essere ancora più precisi, l’importo previsto dovrebbe essere di un miliardo di dinari tunisini (poco meno di mezzo miliardo di euro per la precisione). L’annuncio è giunto direttamente da Slim Besbes, ministro delle Finanze del paese africano, sottolineando come si tratti di una parte integrante dello sviluppo di una piattaforma legale per la finanza in questione.

Anche lo scorso mese di giugno si era parlato dello stato maghrebino, in relazione al bond della Tunisia con la garanzia Usa. A chiusura della seconda conferenza sui “pilastri del mercato finanziario”, organizzata in occasione della prima edizione di Investia 2012, evento curato dal locale Stock Exchange, lo stesso Besbes ha messo in luce questa opportunità finanziaria: a dire la verità, però, non sono stati precisati molti dettagli, tra cui la durata e gli istituti di credito che gestiranno la cessione. L’obiettivo della Tunisia è quello di diffondere una nuova cultura da questo punto di vista, introducendo tutte le fonti possibili di finanziamento e stabilimento una nuova complementarietà tra le voci dirette e quelle indirette.

Il sukuk tunisino non è comunque un fulmine a ciel sereno, dato che lo scorso mese di settembre si era parlato di tale pianificazione, il chiaro segnale della riforma del settore bancario che si verificherà nel corso del 2013, con una opportuna diversificazione dei finanziamenti. Esistono, tra l’altro, degli studi molto approfonditi che hanno chiarito come la finanza islamica sia la soluzione più giusta per un paese come la Tunisia, in particolare per quel che concerne la realizzazione di progetti infrastrutturali.

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