Anche la Thailandia è matura per il suo primo sukuk

475256È ormai un dato di fatto, la finanza islamica sta conquistando proprio tutti (vedi anche La finanza islamica e le ambizioni turche). L’ultimo paese che potrebbe essere coinvolto in ordine temporale è la Thailandia. Perché proprio la nazione asiatica? Tutto nasce dal piano predisposto dalla Islamic Bank of Thailand, istituto di credito che è pronto a emettere il primo sukuk nella storia della finanza locale. In pratica, il governo di Bangkok ha già provveduto ad approvare il testo di legge che vieta la doppia tassazione per quel che riguarda i titoli azionari, anche se il ritardo accumulato in tal senso è di due anni.

La banca in questione dovrebbe quindi vendere cinque miliardi di baht (l’equivalente di 122,5 milioni di euro) per quel che riguarda questi strumenti finanziari, con una scadenza pari a dieci anni. In aggiunta, il periodo più probabile per il lancio è il quarto trimestre dell’anno, dunque non prima del 30 settembre e non dopo il 31 dicembre. Interessante è anche il discorso che va fatto in termini di rendimento. In pratica, i bond in questione andranno a pagare 150 punti base (+0,15% per la precisione) oltre il debito sovrano, in modo da mettere in sesto il debito della banca.

In Thailandia c’è una minoranza di musulmani che godono della libertà di culto, pertanto non ci si deve stupire più di tanto se ci si è affidati a simili prodotti finanziari, i quali sono pienamente conformi ai dettami della legge della Shariah. Gli ultimi dati sull’economia nazionale, confermano una sostanziale stabilità. Stando alle indicazioni della banca centrale, infatti, il potenziale di crescita è piuttosto buono, grazie soprattutto ai fondamentali, nonostante un declino non proprio incoraggiante per quel che riguarda i consumi domestici. Le esportazioni, poi, sono cresciute a un ritmo impressionante, molto meglio che in altri paesi del continente asiatico, a beneficio delle piccole e medie imprese (in primis quelle a capitale intensivo).

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