La Turchia sceglie la propria valuta per il secondo sukuk

Dalla Turchia si attende a breve una importante decisione per quel che riguarda la finanza islamica: il governo di Ankara è infatti pronto a emettere un sukuk denominato in valuta locale, la nuova lira turca, per quella che potrebbe essere la seconda offerta di bond sovrani di tale tipo. Non si conosce ancora la data esatta della quotazione, ma tutto lascia presagire che non si andrà oltre la fine di questo mese di settembre. In aggiunta, la domanda da parte degli investitori finanziari dovrebbe essere molto alta, come fatto intendere dalla divisione turca della compagnia finanziaria Al Baraka.

Quest’ultima, infatti, ha fatto sapere alcuni dettagli in tal senso, in particolare l’importo complessivo dell’offerta, intorno agli 1,5-2 miliardi di lire (tra gli 0,8 e gli 1,1 miliardi di dollari per la precisione), con la scadenza fissata in due anni. Non è un caso che si sia fatto riferimento proprio al prestatore del Bahrain, dato che Al Baraka sarà una delle quattro banche (“partecipative” come vengono definite nel gergo della finanza islamica) che provvederà all’acquisto di gran parte di questi sukuk locali. Gli istituti di credito stanno aspettando tale strumento da tempo, anche perché si preannuncia molto attraente per essi a causa del mercato secondario e dei rischi azzerati per quel che concerne le prospettive del capitale.

Tra l’altro, l’emissione vera e propria dovrebbe aver luogo con tutta probabilità una settimana esatta dopo il lancio di un altro sukuk sovrano, il primo denominato in dollari americani, dunque la Turchia si appresta ad essere molto attiva da questo punto di vista. La gestione della vendita sarà affidata a due banche importanti come Citigroup e Hsbc, mentre un apposito roadshow che si concluderà domenica farà meglio conoscere il prodotto in questione. Sembrano dunque scomparsi i timori del governo turco nei confronti dei bond islamici, vista la loro assenza nei primi dieci anni di potere del premier Erdogan.

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